Ricerca: stato di agitazione all’istituto di valutazione del sistema scolastico
L’Istituto Nazionale di Valutazione del Sistema di Istruzione (INVALSI), è un istituto di ricerca fantasma. I tagli alle risorse per la ricerca portano al rischio della chiusura dell'ente. A rischio posti di lavoro e la presenza nella comunità scientifica internazionale sui temi della ricerca educativa.
Comunicato stampa di Enrico Panini
Segretario generale Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil
L’Istituto Nazionale di Valutazione del Sistema di Istruzione (INVALSI), un Ente che per il suo ruolo si colloca al centro del sistema scolastico e che gestisce rapporti con importanti istituzioni internazionali come l’OCSE e l’IEA, è un istituto di ricerca fantasma.
Infatti:
- il 70% delle attività di ricerca sono svolte da lavoratori precari;
- la maggioranza di questi lavoratori precari (circa 50 persone) rischia da giugno di perdere il posto di lavoro.
Oggi l’INVALSI, a causa dei tagli del governo e dell’incapacità della sua direzione, è di fatto di fronte ad una probabile chiusura, l’Italia rischia così di essere tagliata fuori dalla comunità scientifica internazionale sui temi della ricerca educativa, diverse decine di lavoratori sono di fronte allo spettro della disoccupazione.
Se nei prossimi giorni non cambieranno le condizioni siamo, di fatto, alla vigilia della scomparsa di un Istituto che dovrebbe essere strumento di promozione della cultura della valutazione nel nostro Paese e della perdita di preziose professionalità.
Per la gravità di questa situazione, la FLC Cgil, assieme a Cisl e Uil, ha definito un primo pacchetto di iniziative:
- proclamazione dello stato di agitazione del personale;
- organizzazione di iniziative interne ed esterne all’ente, finalizzate anche a rendere evidente la rabbia dei lavoratori a tutti gli interlocutori e a denunciare la drammaticità della situazione.
La Cgil rivendica la continuità di tutti i rapporti di lavoro, la loro rapida e definitiva stabilizzazione, un rilancio complessivo dell’attività dell’ente che non può funzionare sulla base della precarietà e che deve essere dotato di effettiva autonomia culturale, scientifica e gestionale rispetto al Ministero dell’Istruzione.
Roma, 11 aprile 2006
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