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Diplomifici: il Ministro deve fare i controlli e non auspicarli

Comunicato stampa di E. Panini

09/04/2004
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Comunicato stampa di E. Panini

Nella Relazione sullo stato di attuazione della Legge di parità scolastica inviata al Parlamento, il Ministro Moratti si è profusa sulla necessità di controlli circa l’attività delle scuole private e, fra queste, dei diplomifici, cioè di aziende che dietro il pagamento di cospicue rette garantiscono il superamento degli esami di stato.

Che il Ministro invochi ciò che dovrebbe aver già fatto in circa tre anni di direzione del Ministero e che non abbia presentato neanche un dato sulle ispezioni effettuate e sul loro esito è un fatto stupefacente.

Che poi nella Relazione si denunci l’inaccettabile mercato dei diplomifici dopo che la modifica delle norme sugli esami di stato, contenute nella Finanziaria per il 2002, e la Circolare n° 31 del 2003, che ha riscritto a favore dei gestori privati le norme sulla parità, li hanno riportati in auge rappresenta un artificio utile solo per tentare di evitare le denunce dei parlamentari durante il dibattito.

In realtà non solo i controlli sulle scuole private, che si possono fare esistendo tutte le norme, non vengono svolti ma sono sistematicamente ignorate tutte le denunce.

Nel giugno scorso denunciammo, pubblicando i nomi ed i numeri (desunti da dati dello stesso Ministero), l’azione di istituti privati che avevano accettato iscritti per gli esami di stato con numeri superiori ai limiti fissati dal Ministero: non è stata disposta nessuna ispezione, anzi la Direzione competente ha dichiarato alla stampa di ignorare il fatto.

Recentemente abbiamo denunciato al Ministro una forte intensificazione del fenomeno. Ancora silenzio.

Nel 2003 abbiamo denunciato la discriminazione degli alunni disabili le cui iscrizioni vengono sistematicamente rifiutate dalle scuole paritarie: questi istituti avrebbero dovuto perdere la parità, invece continuano ad operare tranquillamente.

Abbiamo denunciato, poche settimane fa, un istituto della Campania con non applica il contratto di lavoro e che paga il personale due euro all’ora: non è successo niente.

Un quotidiano, nel 2001, ha denunciato –pubblicando i nomi- l’attribuzione della parità ad istituti che non ne avevano i requisiti (ed ai quali era stata rifiutata in passato) e non è successo niente.

Per questo ora ci stiamo rivolgendo sistematicamente alla magistratura. Lo abbiamo fatto per la discriminazione degli alunni disabili, lo faremo per i diplomifici.

Che nella Relazione si torni a riproporre il finanziamento delle scuole private o forme di bonus non rappresenta altro che l’ennesimo inaccettabile tentativo di aggirare la Costituzione.

Roma, 9 aprile 2004

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