Stabilizzazioni negli enti pubblici di ricerca e nelle università: il punto della situazione
A 5 mesi dall’emanazione della direttiva 7, che ha indicato le modalità applicative nelle norme contenute in finanziaria sulla stabilizzazione, siamo nelle condizioni di tracciare un primo bilancio del processo avviatosi.
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Negli enti di ricerca i lavoratori complessivamente interessati sono circa 3600.
Sono 19 gli enti che hanno avviato le procedure di stabilizzazione, emanando i bandi anche se non tutti hanno definito i criteri per costruire le graduatorie degli aventi diritto.
La direttiva 7, infatti, oltre ai requisiti previsti dal comma 519, che si configurano come presupposto per accedere alla stabilizzazione, fa riferimento ad altri titoli per la costruzione delle graduatorie.
Per la FLC questa apertura deve permettere di ricostruire le carriere reali e sommare quindi tutti i precedenti contratti a prescindere che si tratti di lavoro subordinato o assegno o collaborazione. In questo modo si terrebbe fede al principio della legge che è quello dell’anzianità.
Università
Nelle università la situazione è diversa perché, anche a fronte di una direttiva del Ministero che, dopo un braccio di ferro durato 4 mesi, ha interpretato il comma 519 come applicabile a personale tecnico, amministrativo e ai lettori, la posizione di molti atenei è stata inizialmente di rifiuto.
Oggi, grazie alla mobilitazione dei lavoratori e all’iniziativa sindacale, il fronte delle università che si oppongono alla stabilizzazione si è molto ridotto.
Dai dati a nostra disposizione, 12 Atenei non hanno lavoratori con i requisiti previsti dal comma.
Su 52 università interessate, 29 (tra cui La Sapienza di Roma, L’Aquila, Siena, Torino sia statale che politecnico, Udine, Bologna, Catania) hanno avviato le procedure di stabilizzazione; in 10 atenei sono in corso trattative; 10 università rifiutano di stabilizzare.
E’ importante sottolineare che i processi di stabilizzazione sono stati avviati o si stanno avviando sulla base di accordi sindacali.
Certamente restano aperti molti problemi, in particolare quello degli atenei che ancora rifiutano di stabilizzare, oltre a quello più complessivo delle risorse e, per le università, del tetto del 90% che rischia di essere l’ostacolo più importante.
Per i lavoratori esclusi da questo processo è stata lanciata la campagna unitaria "perché noi no?", a cui stanno aderendo molte lavoratrici e lavoratori precari.
Come FLC siamo impegnati sui due fronti.
Il primo è quello di denunciare ed organizzare mobilitazioni negli Atenei che si rifiutano di stabilizzare, perché riteniamo che il rispetto delle norme non è discrezionale, ma attiene al principio di legalità e di certezza del diritto cui sono tenuti tutti, istituzioni e persone.
Il secondo riguarda la prossima legge finanziaria, nella quale vanno definite norme affinché il processo di stabilizzazione avviato proceda e si estenda ai lavoratori che oggi non ne fanno parte.
Se, nel testo della legge finanziaria, non dovessero esserci le risposte che i lavoratori si aspettano siamo pronti alla mobilitazione.
Roma, 25 settembre 2007