La Costituzione e la Resistenza al centro dei lavori della Conferenza di Organizzazione
Una giornata ricca di eventi e novità. Uno spot a disegni animati per la FLC, alcune considerazioni di Nicola Colaianni sul nesso tra Resistenza e Costituzione, la solidarietà della FLC al popolo Guaranì della Bolivia.
L'ultima giornata della Conferenza di Organizzazione è ricca di eventi e di novità.
Uno spot a disegni animati per la FLC
Si inizia con la presentazione in anteprima di un video della durata di tre minuti realizzato da Mastrofabbro, con la regia di Stefano Cormino e Pier Paolo Patti, i disegni di Valentina Vitiello e la post produzione di Sara Durazzi e Guido Vicedomini. Lo spot, rappresenta un primo esperimento con il quale la FLC intende promuovere la propria attività utilizzando forme di comunicazione alternative rispetto a quelle impiegate finora. La realizzazione dello spot a disegni animati, dedicato ai servizi della FLC e della CGIL, ha impegnato 6 persone e richiesto 2 mesi di lavoro con la produzione di circa 2000 disegni. La versione definitiva del video sarà prossimamente resa disponibile anche sul nostro sito nazionale.
Costituzione e Resistenza
A metà mattinata inizia la sessione dedicata alla Resistenza e alla Costituzione a cui avrebbe dovuto partecipare il Presidente emerito della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro che non ha potuto essere presente per motivi di salute.
"La Costituzione italiana ha 60 anni, ma non li dimostra" è il titolo di un'iniziativa che da alcune settimane campeggia su questo sito con lo scopo di far conoscere la nostra legge fondamentale, quella che fa degli italiani un popolo e una nazione.
La Conferenza di Organizzazione della FLC alla vigilia del 25 aprile, data fondativa della nostra Repubblica, non poteva non occuparsi di Resistenza e Costituzione, poiché questa deriva da quel patto politico e ideale che unì le forze migliori dell'Italia, ancorché tanto diverse tra loro, per liberarla dalla dittatura e dall'occupazione nazista.
È toccato a Marco Broccati, segretario nazionale FLC, ricordare che il 25 aprile non è una celebrazione di maniera, perché la memoria di quell'evento è la base per progettare un futuro consapevole. Bisogna ricominciare a studiare educazione civica e anche storia, contro i tentativi di riscrivere la storia a ogni cambio di maggioranza politica. In questo impulso insano a riscrivere la storia c'è un contrasto tra le ragioni della memoria e un presente di promesse da consumare subito. La Costituzione è figlia della migliore cultura politica e giuridica italiana, ma è sotto attacco nei suoi tratti fondamentali. Concludendo il suo intervento Broccati ha citato il discorso che Concetto Marchesi rivolse agli studenti dell'Università di Padova di cui era rettore nel 1943. Marchesi spiega le ragioni per cui è rimasto nell'università, fino a che essa ha potuto rimanere un presidio di cultura e di formazione. Ma di fronte alla tragedia della sconfitta, dell'occupazione, della disfatta alla quale il regime, crollando, trascinava l'Italia invita gli studenti a schierarsi, a scendere in lotta con operai e contadini non tanto e non solo contro i singoli responsabili della tragedia ma contro tutto il sistema che l'ha resa possibile.
Subito dopo viene proiettata la sintesi di un video della professoressa Alessandra Povia, "Coscienza di Sole", nel quale scorrono le immagini dei momenti più significativi delle giornate del referendum che portò alla proclamazione della Repubblica e alla Costituzione dell'assemblea costituente e al voto sulla carta costituzionale. Sulle immagini di repertorio, tratte dall'archivio dell'Istituto Luce, la voce di Piero Calamandrei che spiega il valore dei più importanti articoli della Costituzione e della impalcatura istituzionale che costruisce.
Viene quindi data la parola a Nicola Colaianni, docente di Diritto Costituzionale all'Università di Bari, per alcune considerazioni sul nesso tra Resistenza e Costituzione.
Un nesso che ha funzionato per circa 50 anni, quando il Parlamento era composto in massima parte da forze politiche (di maggioranza e di opposizione) che si riconoscevano nel cosiddetto "arco costituzionale", che pur nella differenza di approcci politici e ideologie di riferimento (cristiani, comunisti, liberali) si riconoscevano in un comune patto fondativo.
Oggi la situazione si è capovolta e nessuno dei partiti presenti nelle due Camere viene da quell'esperienza. E così si è rotto il nesso, sostenuto da un revisionismo storico e un revisionismo costituzionale che ha portato alcune conseguenza. La Resistenza non è più il momento del riscatto dell'Italia, quello che le permette di sedere, sia pure da sconfitta, al tavolo dei vincitori, ma una delle parti della guerra civile. Il fascismo è solo quello delle leggi razziali e non quello che sin dall'inizio si è presentato come un regime autoritario e liberticida. Ma slegata dalla Resistenza, dall'evento fondante, la Costituzione perde i valori di riferimento, perde vitalità e diventa solo ingegneria istituzionale. Così ridotta essa perde il suo messaggio di speranza e la sua difesa diventa la sua imbalsamazione.
La Costituzione e la Resistenza da cui deriva sono il frutto della lotta contro l'invasore e contro la dittatura per la costruzione di un moderno sistema democratico in Italia. Essa si ispira al costituzionalismo moderno, ai principi del 1789, quelli della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. I diritti dei cittadini - civili, sociali, di terza generazione -, e la separazione dei poteri, l'indipendenza della magistratura. Sono i principi che garantiscono tutti, chi vince e chi perde. Il sistema dei pesi e dei contrappesi pongono dei limiti al potere (e alla monarchia del numero). Sono la garanzia dei vincitori, ma anche dei vinti. Purtroppo attualmente i vincitori temono la Costituzione, perché hanno paura anche della più remota voce contraria. Il dissenso è trattato alla stregua del nemico. E questa è l'anticamera di un sistema autoritario, di una dittatura. La democrazia non è fatta solo di rapporti tra maggioranza e minoranza, ma soprattutto di rapporti tra persone titolari di diritti. E le persone nel nostro sistema costituzionale sono tutte egualmente libere e devono tutte avere pari opportunità. Questo è ben delineato nella prima parte della Costituzione, laddove si parla del diritto all'istruzione, alla salute (entrambe anche nell'interesse della comunità), a una giusta retribuzione (non solo dipendente dal tipo di lavoro, ma anche congrua a livelli di vita dignitosi e liberi), si parla dei doveri come quello di pagare le tasse su cui si basa il principio della solidarietà nazionale e dell'uguaglianza dei cittadini. Si parla di pace e di giustizia, dal cui nesso nasce l'articolo 11, quello che ripudia la guerra, scritto - come ha detto Oscar Luigi Scalfaro - in modo incantevole.
Nella seconda parte della Costituzione è indicata tutta la strumentazione istituzionale per mettere in pratica i principi della prima. Quando si intacca la seconda parte, si rischia di far venire meno principi fondamentali. Un esempio per tutti è la devolution che pregiudica l'universalità dei diritti.
La Costituzione deve essere la nostra bussola, si può modificare, ma per farlo ci vuole un consenso ampio nel paese e salvaguardando i suoi valori. La Costituzione va letta, consultata perché è l'anticorpo contro i soprusi politici. Non va però separata dal suo evento fondativo, perché finisce per essere "relativizzata" e perde la sua forza.
Scarica l'intervento integrale
La solidarietà della FLC al popolo Guaranì della Bolivia
Al termine della sessione dedicata al 25 aprile, viene messo in onda un collegamento telefonico con la Bolivia (le 6,00 ora locale), ed in particolare con Padre Tarcisio Ciabatti da Gutierrez. Il nostro amico (di lungo corso) ha ricordato l’impegno profuso dalla FLC Cgil per il popolo Guaranì e ha ringraziato tutte le delegate e i delegati per l’attenzione rivolta al lavoro che da anni si sta portando avanti nel Chaco boliviano per il riscatto di un popolo oppresso da secoli.
Anche in occasione della Conferenza, come già durante il 1° Congresso della FLC Cgil, i delegati e le delegate hanno contribuito concretamente ai nuovi progetti di collaborazione con Tarcisio nel campo dell’istruzione e della salute.
Le conclusioni della Conferenza di Organizzazione
Tra un evento e l'altro prosegue il dibattito che sarà concluso dagli interventi di Fulvio Fammoni, segretario nazionale CGIL e di Enrico Panini, segretario generale FLC Cgil.
Caserta, 24 aprile 2008
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