IFTS: facciamo il punto
L’Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) è sempre più presente nelle nostre scuole
In attesa dei nuovi piani di investimento della U.E 2007/13 è il caso di verificare lo stato attuale del processo formativo dell’istruzione e formazione tecnica superiore.
Norme principali
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Legge 17 maggio 1999 n.144 art 69 (istituzionalizza i percorsi, la concertazione e il dialogo sociale per la costruzione del sistema IFTS su tutto il territorio nazionale)
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Regolamento n.436 del 31/10/2000 (esplicita gli obiettivi, le caratteristiche del sistema e le regole del suo funzionamento con il metodo della concertazione e riconoscendo pari dignità all’istruzione e alla formazione anche nella gestione dei percorsi.)
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Accordo in sede di Conferenza unificata del 19 novembre 2002 sugli standard minimi delle competenze di base e trasversali di tutti i percorsi
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Accordo in sede di Conferenza unificata del 29 aprile 2004 sugli standard minimi delle competenze tecnico professionali delle 37 figure professionali
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Programmazione dei percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore per il triennio 2004/2006 e delle relative misure di sistema.
Accordo Conferenza Unificata del 25/11/04
La procedura in atto aveva come finalità:
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Riqualificare e ampliare l’offerta formativa destinata ai giovani e adulti, occupati e non, nell’ambito del FIS (Formazione Integrata Superiore).
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Assicurare la stabilità e la qualità dell’offerta, accrescerne la spendibilità del titolo nel mercato del lavoro. Per superare la frammentazione degli interventi, per facilitare l’accumulazione delle conoscenze e delle esperienze, i piani regionali contengono programmi di intervento assegnati a istituzioni scolastiche o a sedi formative accreditate dalle Regioni che possono operare su base pluriennale.
Al fine di superare la frammentazione e favorire la cooperazione in rete vengono istituiti Poli Formativi per l’istruzione e la formazione tecnica superiore. Principali obiettivi che i Poli Formativi si pongono, per l'IFTS, possono essere sintetizzati come segue: assicurare i collegamenti dei percorsi IFTS con i processi di innovazione e di trasferimento tecnologico e le relazioni tra istruzione, formazione e ricerca; capitalizzare il know how accumulato; assicurare la riconoscibilità del sistema IFTS sul territorio, con sedi stabili riferite a specifici settori produttivi; rilanciare la competitività dei settori produttivi a sostegno soprattutto delle piccole e medie imprese; sviluppare la continuità con i percorsi di istruzione e formazione professionale.
Risorse
Ripartizione delle risorse stanziate dal MIUR a partire dall’anno 2004, con un criterio in riferimento al numero dei giovani di età compresa fra i 20 e i 34 rilevato dal censimento ISTAT, con correttivo a favore di alcune Regioni.
Concorrono al finanziamento risorse provenienti dal piano Programmatico di spese di cui alla legge 53/03 € 42,680 milioni di euro e dalla delibera CIPE di € 37 milioni di euro a favore delle Regioni del Mezzogiorno.
Motivazioni
Necessità di consolidare tale filiera formativa , stabilizzarne l’offerta formativa attraverso la capacità di programmazione delle Regioni, capitalizzare le esperienze di sperimentazione degli standard minimi delle competenze di base e trasversali; sperimentare gli standard minimi delle competenze tecnico professionali delle 37 figure professionali di riferimento per la filiera
Modalità
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I programmi comprendono sia percorsi formativi sia eventuali misure di accompagnamento e di sistema.
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Soggetti attuatori: scuole, enti di formazione,imprese, università.
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Le Regioni secondo le indicazioni della propria programmazione in ambito di alta formazione, attivano corsi IFTS con priorità per aree per le quali sono individuate particolari esigenze connesse all’innovazione tecnologica e alla ricerca in collaborazione con università, scuola, enti di ricerca, impresa enti di formazione.
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Carattere prioritario assumono i progetti che rafforzano i legami con il mercato del lavoro realizzando integrazione tra innovazione, ricerca scientifica-tecnologica e imprese presenti sul territorio.
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Sono realizzati a livello nazionale misure di sistema in collaborazione con la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane per un maggiore coinvolgimento delle università sia per il riconoscimento dei crediti formativi derivanti dalla frequenza agli IFTS sia per il ruolo di partenariato all’interno dei poli.
Osservazioni
Gli obiettivi esplicitati dagli accordi, le caratteristiche del sistema, le regole del funzionamento,che prevedono concertazione e confronto con le parti sociali, riconoscono come intenti pari dignità all’istruzione e alla formazione anche nella gestione dei percorsi.Nella realtà le procedure messe in atto dalle Regioni hanno dimostrato disomogeneità di applicazione. Nell’IFTS il confronto tra le istituzioni e le Parti sociali è un elemento strutturale del sistema che prevede sedi stabili e procedure condivise, dalla progettazione dei percorsi condivisi, alla definizione degli standard minimi e della certificazione delle competenze, al monitoraggio e alla valutazione.
Il programma operativo plurifondo può essere a titolarità del MIUR o del Ministero del Lavoro, da ciò scaturisce anche la titolarità di gestione del progetto stesso. L’Istituzione del Comitato nazionale Ifts, rappresenta il luogo di elaborazione tecnica e di prima condivisione dei passaggi operativi di costruzione del sistema, esso è costituito da:rappresentanti del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, del MIUR, Conferenza dei Rettori, Conferenza dei Presidenti delle Regioni, Sindacati, Confindustria.
I Comitati regionali svolgono funzioni consultive e propositive inerenti il sistema, secondo linee regionali coerenti con le politiche nazionali e locali, si esprimono in particolare in materia di individuazione dei settori, delle figure professionali, danno indicazioni in merito ai criteri per la selezione dei progetti, individuano i criteri per il monitoraggio e la valutazione.
Le Regioni si impegnano ad indicare risorse aggiuntive, utilizzando anche quelle provenienti dal Fondo Sociale Europeo, in misura non inferiore al 30% del costo complessivo; possono concorrere con propri fondi anche gli enti locali oltre ad altri soggetti pubblici o privati.
Il comitato è costituito da: Regioni o Province autonome, direzione scolastica regionale, parti sociali.
L’offerta formativa promossa dai progetti IFTS è stata carente di continuità, spesso è stata percepita sia dagli utenti che dagli attuatori una filiera formativa debole e vaga. Ha contribuito a questa immagine la poca funzionalità dei comitati sia a livello nazionale che regionale. In alcune regioni i comitati non hanno adeguatamente valorizzato la funzione di analisi del contesto territoriale in merito ai fabbisogni, con difficoltà i progetti sono stati inseriti nel più ampio campo della formazione continua. Il sistema è ancora precario, dispone solo di risorse collegate ai singoli progetti via via approvati nella programmazione regionale. I tempi delle procedure di selezione dei progetti in relazione ai bandi emanati dalle regioni ogni anno sono sfasati, avvengono in tempi tali da non consentire ai giovani neodiplomati di iscriversi ai corsi nei mesi immediatamente successivi alla conclusione del percorso scolastico.
Occorre una ridefinizione del settore IFTS che ne salvaguardi integralmente le caratteristiche di filiera formativa per giovani e per adulti, caratterizzato dall’integrazione tra le istituzioni formative e dal confronto stabile con le parti sociali, per assicurare la coerenza tra offerta formativa e domanda di professionalità del mondo del lavoro e al tempo stesso maggiore stabilità dei percorsi formativi.
E’ necessario un più esteso e organico sistema di riconoscimento e certificazione delle competenze, oggi la formulazione del bilancio delle competenze è discrezionale, i crediti formativi, ove certificati, non sono sempre riconosciuti dalle università; inoltre nel pubblico impiego non sono ancora riconosciuti per l’accesso ai concorsi..
E’ utile un esplicito raccordo con l’attività, recentemente avviata, dei fondi interprofessionali, al fine di incentivare le aziende e le organizzazioni sindacali a realizzare accordi per la formazione continua di lavoratori di livello alto medio attraverso i percorsi di IFTS, in coerenza con le esigenze di sviluppo e di competività delle imprese.
I percorsi IFTS in questi anni hanno avuto una valenza sperimentale, con una alta diversificazione nei vari contesti regionali, la legge Moratti ha tentato di far assumere una contestualizzazione di offerta formativa che non è supportata da alcuna norma che li rende definitivi e continuativi per l’attuazione degli stessi.
La normativa relativa all’attuazione della filiera formativa degli IFTS è molto disomogenea sul territorio, le regioni hanno affrontato in modo disomogeneo l’impegno. Alcune solo come compito burocratico senza affrontare il ruolo fondamentale a loro attribuito in merito alla individuazione dei bisogni professionali delle aziende.
Gli stessi poli formativi, istituiti per esprimere qualità, rischiano di diventare luoghi di autoreferenzialità .
Sarebbe opportuno, al fine di offrire una vera offerta formativa tecnica superiore integrata sui territori nell’ottica della formazione permanente, che si partisse da una valutazione attenta e trasparente di questo decennio di sperimentazioni e investimenti. Valutazione non formale come sta avvenendo ma che entri nel merito degli investimenti messi in atto sui territori ricercando anche il relativo riscontro occupazionale.
Roma, 21 aprile 2006
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