Norvegia. Inizio d’anno con aumenti.
Probabilmente sarà l’inizio d’anno più gradito in Europa quello degli insegnanti norvegesi che ricevono i benefici dell’accordo siglato a fine maggio.
Alcuni mesi fa i sindacati norvegesi, alle prese col rinnovo contrattuale, erano di fronte a una rottura delle trattative, a causa dell’intransigenza del governo che voleva trasferire tutti i meccanismi di retribuzione alle autonomie locali, impedendo di fatto una contrattazione nazionale.
La cosa sarebbe stata tanto più sorprendente in quanto il governo norvegese è un governo che raccoglie praticamente tutto lo schieramento di centro-sinistra ( Partito Laburista. Partito del Centro e Partito della Sinistra Socialista), di solito assai più disponibile di fronte alle rivendicazioni sindacali. Ma se la rottura delle trattative poteva risultare traumatica per i sindacati, uno sciopero generale poteva esserlo per il governo. Sicché alla fine tutti sono arrivati a più miti consigli e il 24 maggio il governo ha dato indicazione all’ente trattante di riprendere le trattativesborsando un addizionale di 11 milioni di euro, che consente di estendere le riduzioni di orario di insegnamento (un istituto che precede il pensionamento) dall’età di 58 a quella di 55 anni.
Risultati si sono ottenuti anche nella riduzione di alcuni orari non di insegnamento. Sul piano della contrattazione decentrata (in Norvegia i compensi degli insegnanti statali “passano attraverso” le amministrazioni comunali) l’accordo prevede non solo la contrattazione con i comuni scuola per scuola (a cui la controparte voleva delegare tutto) ma anche un accordo nazionale di copertura nel caso che non si arrivi ad accordi con l’amministrazione comunale. In termini economici l’accordo prevede un incremento dello stipendio del 2,6%, con un aumento minimo di 1.000 euro annui e arretrati dal 1° maggio, mentre a livello locale viene istituito un fondo pari a 600 euro pro-capite per le contrattazioni decentrate.
Roma, 13 settembre 2006
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