Norvegia: difficoltà nella contrattazione
Tutto il mondo è paese. Anche in Norvegia problemi sulle voci della contrattazione
Attraverso il network del Comitato Sindacale Europeo sulle condizioni di lavoro i sindacati dell’educazione norvegesi ci hanno segnalato le difficoltà che stanno incontrando nel loro rinnovo contrattuale, difficoltà che hanno portato il 27 aprile scorso alla rottura delle trattative. Una scelta ancor più dolorosa se si pensa che in Norvegia è al potere una maggioranza rosso-verde.
In sostanza le questioni su cui è avvenuta la rottura sono due, una sul piano salariale l’altra su quello normativo, e almeno una di queste sembra riflettere, mutatis mutandis, tendenze delle controparti a noi ben note.
Sul piano salariale, tenuto conto che nella scuola norvegese esistono due livelli di contrattazione, uno nazionale e uno con le amministrazioni locali, attraverso le quali vengono erogati gli stipendi, la parte governativa a fronte di un aumento complessivo del 2,5% vorrebbe imporre un 1% contrattato a livello nazionale per tutti e un 1,5% negoziato a livello locale, mentre finora non più del 20% degli stipendi erano oggetto della negoziazione locale, la quale riguarda attività aggiuntive e compiti specifici che ampliano la funzione docente.
Sul piano normativo la parte governativa vorrebbe imporre un salario calcolato solo in base all’orario di lavoro, contro la tradizionale separazione in base ai diversi anni di formazione.
Si tratta di due misure, sottolineano i sindacati norvegesi, che si scaricherebbero soprattutto sulla parte femminile della categoria, più in difficoltà di quella maschile ad assumere impegni extra curricolari e tempi di lavoro più lunghi.
Roma, 23 maggio 2006
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