Germania dal federalismo al liberismo?
Dal 2009 la Germania introdurrà test di valutazione nazionale. Un modo per unificare il sistema federale o per scatenare una feroce concorrenza tra le regioni?
Che in campo scolastico la Germania avesse delegato la gran parte delle competenze alle sue amministrazioni regionali, i länder, non è una novità. Ma evidentemente non doveva aver già delegato tutto se con la recente riforma federale ulteriori poteri scolastici e universitari (rapporto länd-bund e abrogazione della legge quadro sull’educazione superiore) vengono delegati.
Ma non è questa riforma a preoccupare maggiormente gli insegnanti tedeschi. Piuttosto è la decisione del Kmk, la conferenza (nazionale) dei ministri (regionali) dell’educazione, di dotarsi di un sistema di valutazione che a partire dal 2009 sottoporrà a test di valutazione campioni di alunni di 8, 13 e 15 anni.
La scelta costituisce una novità per la Germania, che finora si era sottoposta solo alle valutazioni dell’inchiesta Pisa e Pisa E (quest’ultima ha messo in luce la diversità di risultato tra i vari länder). Anzi, dal momento che in queste inchieste la resa tedesca non è stata delle migliori c’è chi pensa che il costruire una propria valutazione sia al tempo stesso un modo per correre ai ripari ma anche per costruire qualcosa di più consono al modello scolastico germanico.
Ufficialmente le inchieste dovrebbero servire a verificare il conseguimento dei nuovi standard introdotti nel 2003, ma ufficiosamente tutti si aspettano che si scatenerà una feroce concorrenza tra i länder. E vi si legge un’accelerazione della corsa a sempre più numerosi meccanismi d’esame. Basti pensare che fino a pochi anni fa in Germania non c’erano praticamente esami centralizzati né per gli insegnanti né per gli studenti. Sia la Mittlere Reife (simile alla nostra qualifica) sia l’Abitur (la maturità) erano definiti a livello di istituto. Ma a poco a poco tutti länder, tranne la Renania-Palatinato, si sono dotati di esami centralizzati su base regionale.
Naturalmente la Kmk respinge il sospetto sia di voler accentuare i controlli sia di voler centralizzare il sistema , parla invece dell’esigenza di garantire a livello nazionale la parità dei titoli e la mobilità degli studenti da un länd all’altro, oggi in difficoltà.
Il sindacato degli insegnanti Gew (240.000 aderenti) non vede di buon occhio la cosa: il timore è che si finisca per insegnare non le discipline ma solo come superare i test, che alcune discipline (formazione politica, arte ecc.) finiscano sacrificate, che si immoli su questo altare l’interdisciplinarietà e che alla fin fine ne risulti inferto un vulnus alla libertà d’insegnamento.
E se le amministrazioni regionali sembrano entusiaste della cosa, convinte come sono che la concorrenza tra i länder migliorerà il sistema, il sindacato è scettico sulla capacità dei Parlamenti regionali di fare scelte e di destinare risorse al miglioramento del sistema: “L’esperienza dimostra che i risultati dei test non servono alla pedagogia, ma alle campagne elettorali” dice Marianne Demmer, la segretaria generale della Gew.
Poco più della metà degli insegnanti sembra favorevole alla valutazione, ma solo ai fini di un autocontrollo sul proprio lavoro:pochi sarebbero disposti ad accettare una classificazione o, peggio ancora, la chiusura degli istituti giudicati peggiori.
Tra i favorevoli c’è invece la federazione dei docenti della secondaria (Vbe, 90.000 aderenti) che denuncia il fatto che da tempo i länder non rispetterebbero gli standard previsti nazionalmente: l’emulazione potrebbe, dicono, servire ad alzare i livelli.
Quello che si profila per il paese è una penuria di insegnanti: si stima che nei prossimi 10 anni saranno 80.000 i posti che resteranno vacanti. Anche di fronte a questa prospettiva però i due sindacati non la pensano allo stesso modo. Di fronte alla penuria di insegnanti i länder di eccellenza saranno spinti a migliorare la loro formazione e le condizioni di vita e di lavoro per garantirsi il corpo docente, dicono alla Vbe. E’ inutile concentrarsi sulle performance di eccellenza se poi quello che manca sono gli insegnanti, dicono alla Gew.
Roma, 28 settembre 2006
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