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FAMI, istruzione inclusiva, interventi di rafforzamento dell’integrazione scolastica di alunni e studenti di paesi terzi 2023-2026. Iniziata la fase operativa

Il Fondo assegna somme significative per la realizzazione dei progetti approvati. Opportuno e necessario vigilare sulla correttezza di tutte le procedure, sulle ricadute nel lavoro delle scuole e nella loro organizzazione, sulla efficacia complessiva di un finanziamento che ha obiettivi del tutto condivisibili

15/01/2025
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Il FAMI (Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione) 2021-2027 comprende, nell’ambito dell’Obiettivo Specifico 2. Migrazione legale e Integrazione – Misura di attuazione 2.d) – Ambito di applicazione 2.h), l’Intervento c) Istruzione inclusiva “Interventi di rafforzamento dell’integrazione scolastica di alunni e studenti di Paesi terzi 2023-2026”.

CON/CITTADINANZE
Insieme è meglio, anche a scuola

Scopo del Bando è “promuovere la realizzazione di interventi finalizzati al rafforzamento delle politiche di integrazione scolastica di alunni e studenti di paesi terzi e al miglioramento dei servizi offerti dal sistema scolastico con particolare attenzione ai contesti multiculturali e periferici. L’obiettivo specifico è quello di promuovere azioni diffuse volte al rafforzamento dei percorsi di integrazione scolastica, al potenziamento degli apprendimenti linguistici, al coinvolgimento attivo delle famiglie, alla promozione di attività interculturali”. Il Bando indica come riferimento il documento “Orientamenti interculturali” che è stato allegato al Bando stesso.

Le risorse finanziarie del Bando, si tratta di fondi europei, ammontano a complessivi 25 milioni di euro, ripartiti in massimali dedicati per ogni Regione/Provincia Autonoma.

I progetti, presentati entro il 31 agosto 2023, sono stati vagliati da una apposita Commissione che ha ammesso al finanziamento 13 progetti e ha stilato una loro graduatoria.

I soggetti ammessi a presentare proposte progettuali, sono esclusivamente Uffici Scolastici Regionali o, in sostituzione, le Istituzioni Scolastiche statali appositamente delegati dagli USR.

Per ogni ambito territoriale è prevista la presentazione di un’unica proposta progettuale da parte del soggetto capofila. È ammessa la partecipazione di partner, e il Bando comprende l’elenco dei soggetti ammissibili come partner, nonché l’adesione come “Soggetti aderenti” che condividono il progetto, ma senza imputazione di costi.

Si apre ora la fase operativa che va completata, rendicontazione compresa, entro tre anni, al massimo.

Il Bando appare piuttosto significativo per varie ragioni:

  • Premesse, Obiettivi e Oggetto sono del tutto condivisibili. Se a questi raffrontati, gli interventi del MIM e le esternazioni del Ministro in materia di “Istruzione inclusiva”, rivelano tutta la ruvida pochezza dell’ideologia che li ispira. Si guardi, ma è solo un esempio, a una delle attività indicate nel Bando: “ Valorizzazione del plurilinguismo e della diversità linguistica: attraverso il riconoscimento delle lingue parlate nei contesti extrascolastici, attivazione di confronti e scambi tra le lingue, utilizzo di libri e materiali multilingui, bilingui, in lingua madre” e si pensi alla negatività della (reiterata) definizione “alunni che non parlano (o, più frequentemente, non “spiccicano”) una parola di italiano”.

  • I capofila dei progetti possono essere solo gli Uffici Scolastici Regionali o le Istituzioni Scolastiche da loro delegate. Questo potrebbe costituire la premessa affinchè le scuole siano i soggetti centrali, affinchè svolgano cioè un effettivo ruolo di regia del sistema di relazioni con i diversi soggetti che nei territori saranno coinvolti come partner nei progetti. Ma è altresì necessario e dirimente che all’interno dei singoli Istituti l’ipotesi progettuale e la sua realizzazione siano gestite con il coinvolgimento completo e attivo degli organi collegiali e in particolar modo del Collegio Docenti.

  • I finanziamenti sono consistenti. Vanno gestiti con correttezza e trasparenza. È opportuno, ad esempio, che in ogni Istituto Scolastico i compensi per i lavoratori coinvolti siano oggetto di contrattazione d’istituto.

  • Interessante è anche l’arco temporale previsto per la realizzazione dei progetti: tre anni. Un periodo che dovrebbe quantomeno ridurre un rischio estremo di frammentarietà e di estemporaneità.

In diverse Regioni, si stanno organizzando momenti di presentazione pubblica dei progetti. Possiamo vedere in questo una prima espressione di rendicontazione sociale che sarebbe bello veder programmata e realizzata in modo sistematico in merito all’intero iter dei progetti.

Infine, va considerato il fatto che, poiché alcune Regioni non hanno presentato alcun progetto o il loro progetto non è stato ammesso al finanziamento, si è determinato un residuo. Come saranno utilizzati quei fondi? La FLC CGIL non mancherà di chiederlo nelle sedi opportune.

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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