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Aperto il tavolo sul precariato nelle Pubbliche Amministrazioni

Il comunicato CGIL, FP, FLC e NIDIL sull'esito dell'incontro del 28 febbraio all'ARAN.

01/03/2013
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Il 28 febbraio 2013 si è svolto all’Aran il primo incontro sul tema “armonizzazione delle regole sul lavoro a tempo determinato tra pubblico e privato”, ad esito della delega prevista dalla L. 92/2012 e dall'accordo Governo-Sindacati del 3 maggio 2012.

In apertura l’Aran ha illustrato l’Atto di indirizzo del Governo in materia. Si tratta di un Atto peraltro molto limitato negli ambiti e negli obiettivi, che prevede un ipotetico Accordo quadro interconfederale limitato ai soli contenuti del documento.

Nel suo intervento la delegazione della CGIL (Confederazione, FP, FLC, Nidil) ha preliminarmente osservato che l’Atto di indirizzo, se è da considerarsi vincolante per l’Aran, non lo è certamente per le OO.SS., che intendono invece dispiegare un confronto a tutto campo sul tema del lavoro flessibile. La CGIL ha posto l’esigenza di chiarire due aspetti metodologici prima di entrare nel merito:

  1. il campo di applicazione di un’eventuale Accordo quadro. L'Atto di indirizzo prevede l'esclusione dall’Accordo dei settori della Scuola e dell’Afam, in quanto portatori di problematiche e norme specifiche in materia di tempo determinato non assimilabili agli altri settori; la CGIL ha fatto rilevare come un'eventuale esclusione dal campo di applicazione dell'Accordo quadro dei tempi determinati del personale sanitario del Servizio Sanitario Nazionale, compresi i medici, che una norma della legge 189/2012 (decreto Balduzzi) ha collocato fuori dall’applicazione della L. 368 sul lavoro a tempo determinato, porterebbe in un settore fondamentale alla mancanza di qualsiasi regola e certezza di garanzia occupazionale per i moltissimi lavoratori interessati.
  2. Una esaustiva individuazione di tutti gli ambiti di flessibilità su cui l’Accordo dovrebbe operare. Il tempo determinato rappresenta solo una parte del problema precariato, lasciando fuori tutte le altre forme di flessibilità (CO.CO.CO., CO.CO.PRO., lavoro a somministrazione, Partite IVA, LSU, ecc.) che costituiscono una parte rilevante del precariato pubblico, peraltro proprio la meno tutelata.

Nel merito la CGIL ha rilevato come l’obiettivo prioritario e urgente del confronto sia quello di provvedere alla possibilità di rinnovare i contratti a tempo determinato in scadenza il prossimo 31 luglio per effetto della norma di proroga inserita nella legge di stabilità, e in forza di legge non più rinnovabili. A quella data decine di migliaia di tempi determinati si troverebbero fuori dal lavoro, con conseguenze sociali e di sostenibilità del funzionamento della P.A. incalcolabili. I tempi sono stretti, perché la norma deve essere operante a luglio dopo aver ottenuto tutte le autorizzazioni e i controlli necessari.

Come secondo obiettivo la CGIL ha indicato la necessità di una rivisitazione dell'intero sistema delle forme di lavoro non a tempo indeterminato, che oggi proliferano nelle P.A., definendo quali forme di flessibilità sono consentite nella P.A., in quale contesto, quali tutele, quali prospettive, e quali condizioni di prestazione e di retribuzione.

Come terzo oggetto del confronto, abbiamo posto il tema a regime del lavoro stabile, di come, con quali strumenti, con quali scansioni e modalità pervenire al superamento della precarietà diffusa e all’utilizzo di una flessibilità contenuta, motivata, sostenibile e trasparente, come d'altra parte abbiamo indicato nel nostro documento sul “Superamento del precariato nella riforma del reclutamento”.

Appare evidente come tale impostazione sia molto più ampia di quanto l'Atto di indirizzo indichi; occorrerà perciò tenere insieme l'urgenza di definire le soluzioni per il tempo determinato in scadenza a luglio, e, al tempo stesso, proporre con determinazione un terreno di confronto più avanzato e generale sul tema del precariato, da far confluire nell'Accordo quadro.

L'Aran ha replicato dichiarando la necessità di un approfondimento sul mandato in ordine alle questioni metodologiche poste, con una riconvocazione del tavolo a metà marzo.

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