FLC CGIL

09:20

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Inizia la seconda giornata del Convegno nazionale dei Dirigenti scolastici.

A coordinarla è Federico Marucelli che è stato responsabile regionale dei Dirigenti scolastici della FLC CGIL Toscana e dallo scorso settembre in pensione.

Presenta i relatori che si alterneranno al microfono e i temi che saranno affrontati nelle loro comunicazioni.

Inizia Antonio Valentino, Dirigente scolastico di un istituto di istruzione superiore. Ha diretto il settore aggiornamento e sperimentazione dell'IRRSAE Lombardia tra gli anni 80 e 90. Ha ricoperto incarichi sindacali presso il centro nazionale della CGIL SCUOLA e della FLC CGIL. È autore di libri e saggi sui vari aspetti della vita della scuola, con particolare riferimento all'organizzazione e alle politiche professionali.

Verso un nuovo modello di governance del sistema: ragioni e ragionamenti

In apertura del suo intervento, Valentino spiega che il nuovo titolo della sua comunicazione, rispetto a quanto riportato nel programma del convegno (n.d.r. Oltre l'autoreferenzialità. Gli "altri" tra indirizzo, controllo, responsabilità) esprime meglio la complessità del tema oggetto della relazione perché il tema della governance è certamente prioritario rispetto alla gestione di una scuola che deve fornire alle nuove generazioni gli strumenti per essere cittadini a pieno titolo.

Il problema si inquadra meglio ponendo la domanda: perché lavorare a nuovi modelli di governo del sistema scuola è oggi una questione prioritaria?

Si possono ipotizzare, afferma Valentino, tre risposte. La prima risiede nella fatica e nella difficoltà di dare gambe a obiettivi in cui si è creduto per una vita e che si ritengono sempre più necessari per garantire al nostro paese livelli di cittadinanza propri di un paese civile e democratico. La seconda nella consapevolezza che le nuove norme non innestano immediatamente processi virtuosi di cambiamento. La terza nella inadeguatezza dell'attuale modello degli organi Collegiali a gestire le sfide che la società chiede all'istruzione.
Tutto ciò pur non disconoscendo l'impegno e la dedizione di numerosi dirigenti e docenti. Resta comunque aperto il problema del perché tante buone pratiche non fanno massa critica, anche se alcuni fenomeni ed eventi ci dicono che siamo in presenza di una svolta:

 

  • In primo luogo, la crisi dei sistemi centralizzati, come fenomeno diffuso (i sociologi parlano di "perdita del centro").

  • L'avvento dell'autonomia scolastica e del decentramento amministrativo.

  • La moltiplicazione dei soggetti in campo sia sulla linea cosiddetta verticale (accresciuto ruolo degli enti politici intermedi, dal Comune alla Regione) che su quella cosiddetta orizzontale (la scuola come esclusiva comunità di docenti studenti famiglie).

  • Il principio di sussidiarietà (verticale ed orizzontale), sancito dal nuovo titolo V

  • L'emergere dell'istanza della individualizzazione dei servizi.

Diverse ricerche elaborano possibili soluzioni al problema della governance della scuola.
Quella condotta in Lombardia nell'ambito del Progetto Leonardo VET GOVERNANCE elabora l'idea di un modello policentrico di governance centrato sull'autonomia delle Istituzioni Scolastiche e degli Enti Locali che attribuisce ai diversi soggetti istituzionali funzioni in linea con il principio di sussidiarietà. Un modello orizzontale di organizzazione dei servizi formativi, che si fonda sullo sviluppo di network e reti territoriali. Ipotizza altresì "Un processo di spostamento del luogo delle decisioni dall'alto verso il basso" e un "protagonismo diretto dei soggetti che per quanto riguarda le Istituzioni Scolastiche sono come corollario dell'Autonomia Scolastica.

Anche la ricerca di Treelle che si sviluppa a partire dalle criticità dell'attuale modello degli OOCC come "non-sistema di governance" alimentata dalla perdurante assenza di ogni valutazione, contiene elementi positivi e di debolezza.

 

Queste ricerche incrociano i temi del federalismo in genere e di quello scolastico in particolare e quindi la questione dei rischi e problemi della possibile frammentazione e dispersione dei modelli prospettati.

Sul piano delle indicazioni operative Valentino mette in evidenza l'impossibilità di applicare un solo modello e suggerisce l'opportunità di più modelli orientati a risultati e principi comuni.

La multiregolazione è una scelta che potrebbe essere risolutiva di molti problemi con cui conviviamo da parecchio, ma con alcune attenzioni:

 

  • Vanno esclusi sia il modello gerarchico che quello assembleare.

  • Va privilegiato il principio di corresponsabilità.

  • Vanno considerati necessariamente i possibili antidoti rispetto ai rischi di frantumazione e dispersione.

Queste le osservazioni e considerazioni finali di Valentino. Non bastano le scelte di regolazione interna: il problema è se il modello di riferimento è effettivamente policentrico; se il principio di sussidiarietà diventa fondativo di diverse relazioni; se la rendicontazione e la valutazione sono operazioni vincolanti e impegnative; se la multiregolazione tra soggetti coinvolti è effettivamente ammessa e come la si rende attiva e funzionante.

Va depotenziato, inoltre, il Collegio Docenti come somma di interessi personali e /o di gruppo. È necessario invece puntare sul protagonismo dei docenti nella elaborazione di un Progetto coerente con le linee di indirizzo della scuola. Tutto ciò senza dimenticare quanto scrive Crozier "On ne peut pas changer la societé par décret" (Crozier, 1979).

Scarica le slide  e l'intervento integrale.

Il video dell'intervento

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