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Il rilancio di una Costituzione materiale progressiva

A conclusione dei lavori del seminario Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil, non poteva nascondere le sue preoccupazioni sulla manovra economico-finanziaria che non solo non interviene sui problemi, ma peggiora la situazione deprimendo lo sviluppo. Una manovra che ancora una volta colpisce il lavoro e il potere d'acquisto, blocca i rinnovi contrattuali e le anzianità. Saranno tolti 3 miliardi alle Regioni e 10 miliardi agli Enti locali, ma non si sa quanti di questi tagli riguarderanno in dettaglio i settori della conoscenza. Ancora una volta – dice Fammoni – l'istruzione e il sapere sono ritenuti un costo. I parametri con cui si taglia sono rigidi: si sa che ogni ministero avrà il 10% di risorse in meno, tutto allo stesso modo, poi ciascuno deciderà dove colpire. Che farà il Miur? Taglierà sui precari dell'università e della ricerca? Taglierà ancora sul funzionamento amministrativo? Che ne sarà della terza area dei professionali che di certo le regioni non finanzieranno? Gli stati generali della conoscenza che la Cgil ha convocato in autunno dovranno cimentarsi con questi problemi.

Anche secondo Fammoni il definanziamento della scuola pubblica sta mettendo in discussione diritti costituzionalmente garantiti. E ha ricordato che anni fa quando si parlava di Costituzione materiale, rispetto a quella formalizzata nella Carta del '48, si faceva riferimento a un ampliamento dei diritti, a un aggiornamento progressista della legge fondamentale. Oggi invece si sta creando una Costituzione materiale regressiva, come regressivo e retrivo è il contenuto molte iniziative chiamate "riforma". Esemplare a questo proposito è il concetto di eguaglianza, oppure quello di pari opportunità. Su lavoro, giustizia, conoscenza il governo produce una legislazione ordinaria che scardina di fatto principi costituzionali fondamentali, creando appunto una costituzione materiale regressiva contro la quale non è sufficiente il richiamo alla costituzione formale.

La manovra finanziaria pone un altro interrogativo: il trasferimento previsto verso le regioni è inferiore al taglio programmato, il che significa che dopo la manovra o il federalismo naufraga, oppure ci sarà un peggioramento della qualità della vita sul territorio (in settori importanti come istruzione, formazione, sanità...). Sarà il federalismo del "fai da te". E l'autonomia scolastica sarà solo un centro di spesa. Questi problemi saranno presenti nell'iniziativa politica della Cgil che dovrà allargare le alleanze sociali.