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Ad aprire i lavori dell'ultima giornata, è ancora una volta il Presidente del CESE Mario Sepi, che sottolinea soddisfatto, la partecipazione "militante" delle organizzazioni della società civile presenti a questa biennale e la presenza massiccia di donne (più della metà dei partecipanti). Da queste giornate emerge per Sepi, un'immagine forte e viva della società civile che rappresenta un buon auspicio per il futuro.

Il presidente passa poi la parola ai consiglieri del Comitato che hanno presieduto i tre seminari svoltisi nella seconda giornata di conferenza, per una breve sintesi dei risultati.

Maureen O'Neill, dà voce a ciò che è emerso all'interno del 1° seminario L'educazione come strumento per vivere nella società. Si compiace per lo svolgimento del dibattito, molto articolato, che proprio per la sua complessità, non può essere riportato in poche parole. È importante per lei, sottolineare l'enorme quantità di suggerimenti, di "buone pratiche" che le organizzazioni hanno condiviso durante la discussione.

La riflessione più importante è che la sola educazione non basta a risolvere i problemi. È l'educazione stessa che deve essere impostata e sostenuta, dando centralità assoluta all'infanzia, poiché il tempo perduto nei primi anni di vita, non si recupera più. Importante è inoltre supportare il corpo insegnante, prepararlo e sostenerlo. Dedicarsi in modo speciale all'educazione linguistica, conoscere la lingua del paese in cui si vive è di primaria importanza per l'inclusione. Ultimo punto, non in ordine di importanza, è la lotta a favore di leggi che contrastino la discriminazione e che proteggano chi è escluso dai processi di formazione.

È il momento del resoconto del consigliere Andrè Mordant, che ha presieduto il secondo dei seminari della biennale L'educazione come strumento per accedere al mercato del lavoro che si è occupato di educazione e accesso al lavoro. Anche Mordant sottolinea la vivacità del dibattito all'interno dei lavori e come primo punto rimarca la necessità degli investimenti nell'educazione e nella formazione, in momenti di crisi come quello attuale. I tagli all'istruzione in questo momento, dice, sono più che mai dannosi. Tante esperienze sono state illustrate nel seminario e tutte convergono nell'individuare la comprensione dell'altro come cardine della lotta alla povertà e il legame diretto tra l'occupazione e un'adeguata educazione.

Il diritto all'educazione è un diritto fondamentale da garantire in particolar modo alle donne e ai lavoratori migranti, ai quali va garantita educazione gratuita e pubblica in modo da consentirgli un'autentica cittadinanza.

Per il terzo seminario, che ha lavorato sul tema L'educazione come strumento per esercitare i propri diritti, interviene il consigliere Stéphane Buffetaut, il quale descrive una discussione svoltasi all'insegna della concretezza. Tutti i partecipanti al seminario, si occupano nella vita di inclusione, lavorando diuturnamente con gli esclusi. Tutti questi operatori dice Buffettaut, hanno descritto esperienze concrete di discriminazione, come quelle dei diversamente abili o dei rom.
Dalla voce di queste organizzazioni, tra le quali erano presenti quelle sindacali, si evince che troppo spesso i diritti vengono solo enunciati. L'esercizio dei diritti non può essere garantito solo giuridicamente, deve essere autentico e in questo, l'educazione svolge un ruolo fondamentale. Bisogna evitare che essa stessa produca esclusione, generando elites.

Il livello dell'esclusione sociale rappresenta il termometro della salute delle società. Una maggiore esclusione, rende le società peggiori.

I testi integrali dei documenti:

Primo seminario
Secondo seminario
Terzo seminario

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