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A Cernusco sul Naviglio (Milano), ha sede l'Itsos Marie Curie. È Antonietta Scotto D'Aniello, docente, a raccontarci l'esperienza positiva maturata sul campo da un Istituto che, come tanti altri, ha fatto la storia del territorio in cui è sorto. Un'esperienza che con l'approvazione dei Regolamenti viene fortemente compromessa.

"L'Itsos è un istituto nato con solo 2 classi prime nel lontano 1972 grazie al lavoro, all'entusiasmo di poche persone che, nella fase iniziale ha portato avanti un progetto, anche a titolo volontario, proprio perché credeva nella scuola pubblica e voleva reggere la sfida dei cambiamenti. Una istituzione che ha fatto, come altri in Italia, la storia di quei territori dove sono sorti e che hanno facilitato la qualificazione del tessuto civile, economico e produttivo della zona.

Come l'Itsos in Italia ci sono altre realtà simili, importanti, che la commissione che ha delineato il riordino delle superiori si è guardata bene dal valutare affinché un serio percorso riformatore potesse partire da lì, da ciò che in questi anni la scuola realmente ha maturato sul campo.

Chi ha lavorato e lavora nell'Itsos, in primis il suo dirigente, è convinto che la scelta dell'indirizzo di studio debba essere guidata, perché non si decide la propria vita a tredici anni. Un Biennio unitario, evoluzione accettabile del nostro attuale Biennio Unico, era già stato preso da noi in attenta considerazione e ne stavamo studiando l'applicabilità ed i tempi di realizzazione. Un Biennio unitario risponde a nostro giudizio alle esigenze pedagogiche e formative. Noi siamo sempre stati convinti che bisognava superare la distinzione tra licei e istituti tecnici e professionali offrendo a tutti un percorso pedagogico, didattico e culturale senza differenze.

La scelta attuata dal governo non è certo ispirata in tal senso ma solo ed esclusivamente è una scelta economico/ finanziaria che rende la scuola più povera culturalmente e socialmente più iniqua oltre che più precaria dal punto di vista del personale.

Quando sono state pubblicate le prime bozze noi però non siamo rimasti immobili ed abbiamo sottolineato nelle sedi istituzionali, l'assurdità della cancellazione di alcune fondamentali materie che per tradizione fanno parte del nostro piano didattico comune a tutti gli indirizzi: la FISICA utile al tecnico come al liceale per essere cosciente e competente per meglio comprendere ed innovare; il DIRITTO indispensabile per comprendere il valore delle Leggi come difesa dei diritti di ciascuno/a; la STORIA DELL'ARTE soppressa in molti piani di studi, proprio nel paese che ha il 60% del patrimonio artistico di tutto il mondo occidentale e proprio oggi, nel mondo della multimedialità dove è importante conoscere il linguaggio delle immagini; la FILOSOFIA disciplina delle discipline, utile soprattutto per continuare a riflettere sulle relazioni tra la Scienza, le sue Teorie, il Mondo, la Matematica, la Tecnica.

Ci siamo attivati ed abbiamo lavorato istituendo gruppi di lavoro interni per rielaborare una nostra controproposta affinché possano essere assicurati dei percorsi comuni a favore degli studenti che sentono di non aver fatto la scelta adeguata già nelle classi prime. L'unica cosa che pare abbiamo ottenuto è di essere riconosciuti come Istituto di Istruzione Superiore mantenendo quindi la possibilità di offrire ancora sia percorsi liceali che percorsi tecnici.

Nonostante le nostre manifestazioni sul territorio, il coinvolgimento delle istituzioni locali e della stampa, il governo ha perseverato nel suo intento scellerato, decidendo di sopprimere proprio quelle scuole che hanno rappresentato una vera risorsa per il paese e in grado di andare in avanscoperta di sperimentare il cambiamento e, con la confluenza forzata nei vari indirizzi previsti dai regolamenti, ha contribuito a disperdere un patrimonio anche professionale che viene negato, svilito e con esso anche la spinta motivazionale, essenziale nello svolgimento del lavoro docente".

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