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Vai alla web cronaca della prima giornata

Proseguono, nella sede della Camera del Lavoro di Bologna, le attività del convegno nazionale Per un curriculum interculturale. Se non ora, quando? iniziato ieri. A coordinare lo svolgimento dei lavori è Salvatore Tripodi, centro nazionale FLC Cgil.

Anche oggi, pubblicheremo degli abstract delle relazioni e degli interventi che si susseguiranno nella giornata.

Iniziamo con l'introduzione di Ribka Sibhatu, scrittrice ed esperta problemi dell'immigrazione.
L'intercultura in cammino

Abstract

"La conoscenza del passato è il faro del futuro" (1)

Da un po' di tempo sono iniziati i festeggiamenti per i venti anni della caduta del muro di Berlino, ma dall'altra parte assistiamo alla costruzione dei nuovi muri come quelli del Mediterraneo che si chiudono per i migranti e si aprono per le armi, le materie prime come il coltan, petrolio e gas che percorre le stesse rotte degli immigrati. Aumenta la fame nel mondo, ma i presidenti dei paesi più ricchi erano assenti al vertice della FAO appena concluso.

L'Italia, dopo più di un secolo di storia di emigrazione, da più decenni è anche un paese di immigrazione. Il fenomeno dell'immigrazione sta ridisegnando la geografia umana. Lo squilibrio economico e demografico, i cambiamenti climatici, le guerre e le dittature sono le principali cause che hanno accentuato le migrazioni nel mondo. La nuova realtà mondiale richiede quindi una nuova politica globale.

Nonostante l'immigrazione fosse un fenomeno complesso e per adesso una risorsa per il paese, da quasi un decennio è diventata lo spot elettorale. Alcuni politici, pur di avere più voti, prendono scorciatoie pericolose, usano l'immigrazione in negativo. Frutto di questa cattiva politica, anche nel mondo della scuola, si intravedono segnali di disagio e di cattiva informazione.

La maggior parte dei media privilegiano la cronaca nera e si occupano poco del quotidiano dei migranti, dell'inserimento e dell'integrazione (2) dei futuri cittadini. Di recente ad una scuola elementare di Asolo, un'alunna, dopo aver sentito i miei racconti mi ha chiesto:

" Se l'Eritrea è come ci racconti allora perché sull'Africa la televisione parla solo di brutte cose".

Nelle scuole cominciano a considerarmi straniera e a chiedermi: "Ti senti di aver rubato il lavoro agli italiani? Con quale tipo di barcone sei venuta?". Per costruire le nuove identità che rendono armoniosa la convivenza dei nuovi e vecchi cittadini in Italia e nel mondo, bisogna partire dalla propria storia e dalla conoscenza del diverso. Tutti sappiamo che la diversità è una ricchezza se gestita bene. Un proverbio indiano dice: " Con i nostri occhi vediamo il mondo intero eccetto i nostri occhi stessi" così, l'altro dovrebbe essere lo specchio per ognuno di noi in modo che riusciamo a vedere meglio noi stessi e ad essere in armonia con ciò che ci circonda. È chiaro che bisogna lavorare sulla percezione sbagliata, ma ci sono anche aspetti positivi da cui partire e tessere la tela della conoscenza e della pace specchiandosi sugli occhi del diverso visto che non riusciamo a vedere i nostri occhi.

Note
1) Proverbio eritreo.
2) Integrazione non nel senso in cui un soggetto sociale forte ne assorbe un altro più debole, cioè l'assimilazione forzata di un gruppo etnico da parte di un altro, ma un processo di di adattamento reciproco tra elementi simbolici, materiali e sociali di un determinato sistema culturale.

Scarica l'intervento integrale

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