FLC CGIL

15:50

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Anelia Cassai, Coordinamento nazionale Immigrati FLC Cgil - Toscana.
Il quaderno dell'integrazione. Uno strumento per spostare il punto di vista

Abstract

La fotografia della situazione attuale offre un quadro preoccupante.

Osservando dati relativi ai percorsi scolastici degli alunni stranieri, dobbiamo sottolineare alcune tendenze ampiamente diffuse e generalizzate:

  • una discrepanza significativa tra l’età anagrafica e la classe di inserimento

  • l’insuccesso scolastico

  • i minori stranieri che continuano a studiare lo fanno in larga parte negli istituti professionali e in quelli tecnici

  • abbandono precoce del percorso di studio

Inoltre, nell’ultimo anno si sono abbattuti nel sistema scolastico due eventi che hanno contribuito a minare ulteriormente il percorso a ostacoli dei ragazzi: il ritorno alla valutazione in scala numerica, che rappresenta una pesante battuta di arresto nell’elaborazione culturale della valutazione formativa; la forte diminuzione del numero dei docenti coniugata all’aumento degli alunni azzera di fatto la disponibilità di risorse per attività laboratoriali (contemporaneità docenti, laboratori per L2, piccoli gruppi, sostegno allo studio, ecc.).

Credo pertanto sia urgente prendere atto con realismo di questi risultati e cambiare ottica, interrompere un circolo vizioso, uscire dai luoghi comuni, rilanciare con rigore culturale ed etico, il valore dell’incontro fra le differenze, il ruolo della conoscenza.

In questo contesto si inserisce la sperimentazione biennale del QUADERNO DELL’INTEGRAZIONE, promossa dal Comune di Firenze dal 2007 al 2009 e proposta in un percorso di formazione e ricerca-azione dal titolo “UN PASSO DOPO L’ALTRO” Osservare i cammini di integrazione dei bambini e dei ragazzi stranieri.

Il Quaderno dell’integrazione è uno strumento che si propone di rilevare le dinamiche integrative degli alunni stranieri, osservare il contesto in cui avviene il percorso di inserimento e l’efficacia delle azioni messe in campo.

Le proposte del Quaderno possono essere sfruttate in maniera flessibile per osservare aspetti diversi e in qualunque momento del percorso didattico poiché riguardano sia l’ambito socio-affettivo, che quello linguistico relazionale. Gli indicatori sono individuati a partire dalla consapevolezza che l’integrazione è un processo complesso che comprende: l’apprendimento, la padronanza della nuova lingua, la capacità di raccontarsi e di pensare la futuro, la ricchezza degli scambi con i coetanei.

INDICATORI
Il Quaderno mette a fuoco sei indicatori, individuati come centrali in tutte le storie di integrazione

  1. La situazione dell’inserimento scolastico e la qualità dei risultati scolastici.

  2. La competenza della lingua italiana.

  3. La qualità delle relazioni in classe con i compagni.

  4. La qualità e la quantità degli scambi nel tempo extrascolastico.

  5. Il rapporto con la lingua materna.

  6. La motivazione.

Ogni indicatore può essere esplorato attraverso l’utilizzo di diverse proposte:

  • strumenti semi strutturati, quali il questionario o la tabella, con una funzione statistica e trasversale e, in alcuni casi, rivolti a tutti gli alunni della classe;

  • sollecitatori “ aperti” per raccogliere vissuti e frammenti di storia individuale, differenziati per età e ordine di scuola frequentata

LE CONFERME
L’analisi dei quaderni compilati ci rimanda alle considerazioni iniziali. I nostri dati confermano la tendenza generale: risultati scolastici deludenti e una condizione diffusa di ritardo scolastico (34% del totale è inserito “alla pari” con l’età, 66% è in ritardo di un anno, due o più, ma il 20% presenta un ritardo di 2 e più anni; 59% nella scuola primaria, 69% nella scuola secondaria di I grado, 67% nella scuola secondaria di II grado).

I PUNTI DI FORZA
Dall’esperienza diretta vorrei sottolineare alcuni aspetti condivisi anche dagli altri interlocutori.

Il Quaderno dell’integrazione è

  • Un punto di osservazione privilegiato, una pluralità di sguardi che contribuiscono a cambiare il punto di vista

Il Quaderno sollecita una maggiore capacità di osservazione e consente di cogliere quella molteplicità di aspetti dell’alunno e delle sue capacità, relazioni, segnali verbali e non verbali, sguardi e umori che altrimenti sfuggono nel vortice della vita scolastica.

Inoltre, dall’osservazione del ragazzo, lo sguardo si sposta più in generale al contesto e alle interazioni con gli altri. Si apre così una finestra su comportamenti e capacità, che altrimenti rimarrebbero invisibili.

E’ risultato positivo l’utilizzo “collettivo” del Quaderno, condiviso con i facilitatori linguistici e gli operatori dei Centri alfa del Comune. Infatti più docenti e più figure professionali possono confrontare punti di vista diversi, scambiare valutazioni, mettere in comune conoscenze e suggerimenti.

  • Uno strumento flessibile, adattabile alle situazioni

E’ un supporto all’osservazione e uno stimolo per la programmazione delle attività sia per gli alunni stranieri che per il contesto classe. Con i sollecitatori calibrati sull’età dei ragazzi può essere usato a partire dalla scuola primaria fino alla scuola secondaria di II grado.

Può funzionare come una sorta di diario di bordo, dove annotare i momenti di sblocco significativi o i comportamenti che si cristallizzano e fanno scattare segnali di allarme.

  • Dare voce ai ragazzi, raccontarsi, valorizzare scritture in L1

L’aspetto più dirompente della sperimentazione; dare voce ai ragazzi attraverso i sollecitatori proposti nel quaderno e gli altri che i docenti sono stimolati a creare.

Dall’analisi dei Quaderni sono emerse le storie personali, le conoscenze pregresse, il mondo dei sentimenti e delle emozioni dei ragazzi. Attraverso le risposte ai questionari, i messaggi espliciti e impliciti, le storie personali raccontate in L1, i ragazzi sono diventati i veri protagonisti nel percorso di ricerca – azione.

Se l’osservazione è ascolto dell’altro, se si mettono in atto gli strumenti adeguati perché l’altro possa interagire nella comunicazione, se si abbattono i muri dei preconcetti, dei vecchi e nuovi pregiudizi, si attua un reale scambio, si accetta lo “spaesamento” dell’altro e di conseguenza anche il proprio disorientamento, si cambia la prospettiva, si cominciano a calibrare richieste, programmazioni e valutazioni.

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