FLC CGIL

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Domenico Pantaleo, segretario generale FLC CGIL, apre il suo intervento dicendo che la crisi economica non solo non è finita, ma sta mostrando le sue conseguenze pesanti sulle persone. Invece della politica degli annunci e delle dichiarazione trasformiste, come l'ultima di Tremonti sul posto fisso, il governo dovrebbe cambiare politica. Il ministro dell'economia per essere coerente dovrebbe abrogare la legge 30 e intervenire sul precariato, sui capisaldi della politica liberista – primo fra tutti la flessibilità – che tante simpatie ha raccolto anche a sinistra. Pantaleo ha confermato l'impegno della Cgil e della FLC nella lotta al precariato, perché se il lavoro è un valore, è emancipazione, non può essere merce, con i diritti a geometria variabile. Particolare attenzione il segretario generale l'ha dedicata al valore della rappresentanza che non può essere sostituita dalle dittature mediatiche. Ha polemizzato con le altre organizzazioni sindacali che negano il diritto dei lavoratori a pronunciarsi sugli accordi separati e criticato il governo che interviene pesantemente nel dibattito sindacale, non solo per dividere, ma anche per avocare alle legge materie di competenza contrattuale.

Molto critico è stato Pantaleo sul decreto legislativo Brunetta che, lungi dal riformare la pubblica amministrazione e renderla più efficiente, ne fa un luogo autoreferenziale, con un accanimento senza precedenti nei confronti del lavoro. I percorsi di carriera e la valutazione saranno decisi autoritariamente e arbitrariamente da dirigenti ricattati dal potere politico. L'obiettivo è togliere la parola ai lavoratori e all'utenza. Il modello Rsu di determinazione della rappresentanza non sta bene a chi vuole cancellare i contratti nazionali e svuotare la contrattazione decentrata. La FLC non ci sta. Si può mediare su tutto ma non sulle regole democratiche, ha detto Pantaleo. Se si cancella la rappresentanza sindacale come risultato del voto e dell'adesione, basterà la maggioranza dei sindacati presenti al tavolo negoziale per firmare accordi, anche sulla testa dei lavoratori a cui viene negata la parola.

La FLC non ci sta. Ha presentato il 72% delle liste per le elezioni delle RSU nella scuola ed entro i primi di novembre l'elenco sarà completo. Un terreno di lavoro e di impegno è anche quello dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego: un'occasione per scardinare il modello “Brunetta” e tutti i tentativi di divisione del mondo del lavoro. Per i contratti sarà necessario uno sciopero generale di tutti i comparti pubblici, affinché la prossima legge finanziaria li finanzi.

Leggi l'intervento completo del segretario generale della FLC CGIL

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