FLC CGIL

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"È con molto piacere che lascerò presto questo podio al coro dei ragazzi della scuola Iqbal Masih. Non è usuale in CGIL ospitare ragazzi e per questo lo faccio ancor più volentieri".

Apre così il suo intervento conclusivo Morena Piccinini, segretaria confederale CGIL, e ringrazia per il percorso fatto con FLC e costituito da molte iniziative che non finiranno con quella di oggi. Questa campagna contro il razzismo, promossa dalla CGIL, affronta anche i temi del lavoro e della scuola, ne fa discutere e sottolinea il dovere di recuperare quanto in questi anni si è fatto come su questo tema.

Continua facendo riferimento all'intervento svolto in mattinata da Vinicio Ongini che ha visto il 1989 come l'anno nel quale, nel nostro Paese, ci si è resi conto della presenza di lavoratori stranieri. Ongini ha fatto memoria di quella che è stata l'evoluzione della normativa prodotta dal Ministero dell'Istruzione e nella scuola dal 1989 ad oggi, Piccinini ha ricordato al pari, quanta sia la strada che, anche come sindacato, è stata fatta proprio da quando un uomo di colore, raccoglitore di pomodori, è stato ucciso a Villa Literno nel 1989.

A seguito di quel episodio il 7 ottobre fu promossa dal sindacato una grande manifestazione. Quest'anno il 7 ottobre 2009, vent'anni dopo, l'assemblea biennale sull'immigrazione concentrerà la propria attenzione sul significato che ha avuto l'azione sindacale in questi vent'anni.

Si farà questa riflessione mettendo in evidenza i problemi affrontati, i cambiamenti prodotti, i percorsi tutt'altro che facili, ma che davvero sono stati significativi.

La Piccinini ritiene che la Scuola e il Lavoro siano state le due vere sedi di contaminazione e di incontro per quello che riguarda i temi dell'intercultura.

Richiama una ricerca svolta recentemente da studenti di una scuola secondaria superiore che a partire dall'esaminare testi di letteratura riferita a migranti, ha voluto andare a vedere cosa è successo tra le persone che dai Carabi, dopo la seconda guerra mondiale, sono arrivati in Inghilterra.

Nei testi presi in esame si evidenzia come vi sia stata per questi emigranti una progressiva integrazione sino agli anni '80. Con l'arrivo della Teacher inizia in Inghilterra a diffondersi un messaggio pubblico dove si dice che le persone non indigene non sono "integrate". Immediatamente nella collettività si percepisce che non vi è più tolleranza sul fatto che in un momento di crisi, tutti possano usufruire di pari diritti. In questo si legge il forte desiderio per gli inglesi di tornare a far valere la propria identità.

Oggi accade la stessa cosa da noi: c'è crisi e il clima che si respira è un clima che non favorisce l'integrazione perché evoca paura e porta alla ricerca del capro espiatorio. È una questione psicologica e sociale che fa scattare una condizione di respingimento: per queste ragioni oggi noi assistiamo a genitori italiani che non vorrebbero avere nelle loro classi bambini immigrati e a genitori "stranieri" che vorrebbero poter mandare i loro figli a scuola solo in classi di connazionali. C'è ostilità, c'è paura e quindi il percorso di contaminazione con l'altro non è favorito da questo clima.

Questo clima oggi contagia anche gli insegnanti, che sono lavoratori in questi contesti e rischiano di esserne sovrastati. Per questo c'è bisogno di contrastare insieme questa cultura che evoca paura e spinge verso la polarizzazione nella nostra società e verso la distruzione dell'idea di una scuola per tutti a favore, invece, di una scuola selettiva.

Noi dobbiamo lavorare, come dice il titolo del Convegno, ad una s cuola di tutti e per tutti. Perché è questa scuola che fa controtendenza a questa polarizzazione e dunque dà fastidio al disegno dell'attuale governo e proprio per questo la si vuol mettere in difficoltà.

Avviandosi a concludere, la Piccinini sottolinea che si deve far attenzione a ogni tipo d'involuzione culturale perché apre la strada ad una pericolosissima involuzione democratica.

Insieme, però, ce la si può fare. Anzi ce la si fa!!

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