FLC CGIL

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Francesco Battiato, segretario generale della Camera del Lavoro di Catania, ringrazia la FLC Cgil nazionale per aver scelto questa città come sede finale per la tappa conclusiva del percorso iniziato nei mesi scorsi sulla scuola interculturale. Un ringraziamento particolare lo rivolge alle compagne e i compagni della FLC di Catania per l'impegno e il lavoro svolto per rendere possibile il convegno.

La Sicilia, come ricordava Lillo Fasciana, da sempre è stata un centro di incontro positivo tra etnie e culture. Il frutto di questi incontri è ancora sotto i nostri occhi, pensiamo ad esempio al grande patrimonio dell'architettura arabo-normanna. Ancora oggi etnie e culture si incontrano in questa terra, e spesso i primi incontri avvengono nel mondo del lavoro e a scuola.

La scuola dell'intercultura e della cittadinanza è il grande impegno della FLC, perché la scuola è, per la sua natura intrinseca, il terreno privilegiato per portare avanti politiche di integrazione. I rapporti interculturali oggi, nei processi di globalizzazione, possono solo arricchire gli studenti italiani.

I processi di globalizzazione, il mercato mondiale, infatti, ci pongono quotidianamente di fronte a nuovi fenomeni sociali oltre che economici. Pensiamo alle nuove direttrici dei mercati: verso Est e verso Sud. La Sicilia, nel cuore del Mediterraneo, sarà il baricentro dei flussi economici. Ma i fenomeni economici sono sempre accompagnati da fenomeni sociali. Basti pensare all'arricchimento linguistico dei nostri studenti, al bisogno crescente di conoscere le lingue dei nuovi mercati: arabo, russo e cinese.

Arricchimento anche di possibilità: molti imprenditori catanesi hanno sempre più interessi verso i nuovi mercati del sud e dell'est del mondo. Molti tecnici e operai catanesi si trovano a lavorare in queste aree. Tuttavia, di fronte a questi fenomeni, prosegue Battiato, ci troviamo di fronte ad un esecutivo incapace di governarli. Le politiche governative non aiutano affatto i processi di integrazione.

La Riforma Gelmini nei fatti è solo un taglio di spesa senza alcun puntello pedagogico. Tagli di spesa imposti dal Ministero dell'Economia, il vero autore delle politiche scolastiche del governo è Tremonti, che rimodula la spesa pubblica per attuare il federalismo. Tagliando risorse alla formazione e alla ricerca si toglie però il futuro alla nazione, la si impoverisce. È una politica miope. Si smantella, ad esempio, la scuola primaria, fiore all'occhiello del sistema di formazione italiano, con l'introduzione del maestro unico. Un ritorno al passato. Si aumentano gli alunni per classe. Si riduce drasticamente il tempo scuola. Il tutto senza alcun bisogno da parte della Gelmini di un confronto né in Parlamento né con le forze sociali.

Serve urgentemente una mobilitazione da parte non solo degli operatori della scuola ma anche delle famiglie che saranno fortemente private di percorsi formativi adeguati per i propri figli.

Il pensiero della CGIL va anche agli effetti devastanti dei tagli sull'occupazione, alla riduzione drastica dei posti di sostegno. Si priva lo studente diversamente abile del diritto allo studio, altro che integrazione del diverso.

A Catania, la giunta di centrodestra, appendice politica e culturale del governo Berlusconi, sta eliminando la scuola “Andrea Doria” in via De Nicola, perché ricade all'interno di un'area con forti interessi speculativi. Si elimina l'unico presidio democratico di un quartiere a rischio, a forte impatto migratorio, con gravi fenomeni di criminalità giovanile, per lasciare spazio agli affari.

Se si smantella la scuola si distrugge la democrazia. Nelle ultime settimane sotto gli occhi di tutti si sono verificati casi gravi e ingiustificati di xenofobia, la paura dello straniero è incentivata da una crisi economica con toni sempre più preoccupanti.

Ma il sindacato oggi così come nel passato deve rappresentare una barriera contro ogni razzismo e nuove forme di autoritarismo. Oggi più che mai il sindacato deve dare risposte a quei giovani italiani, figli di migranti, che si sentono respinti.

Battiato conclude il suo intervento ricordando le battaglie di Martin Luther King, con riferimento alle prossime elezioni negli USA e alla probabile elezione di un presidente di colore. Battiato pensa al frutto di quelle lotte ed è convinto sempre più che oggi come ieri è fondamentale l'impegno e la sensibilizzazione delle persone. In questa battaglia, la scuola italiana con le donne e gli uomini che vi lavorano, ne deve rappresentare il motore.