FLC CGIL

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Giovanni Litrico, presidente Proteo Fare Sapere della Sicilia, ci introduce ai lavori della giornata.

"Questo convegno dal titolo "Per una scuola interculturale" che si tiene qui a Catania è la terza iniziativa a carattere nazionale su immigrazione e scuola organizzata dall'associazione Proteo Fare Sapere, dalla FLC Cgil e dalla CGIL. I primi due appuntamenti hanno avuto come titoli: Alunni immigrati, quale scuola? e Immigrati, scuola e diritti di cittadinanza.

Il nostro convegno invece sarà occasione di confronto sui temi della didattica, della dispersione scolastica, della presenza a scuola dei bambini rom, del ruolo del personale ATA in una scuola interculturale.

Cercheremo di avere una idea più chiara circa la specificità della nostra regione relativamente alle difficoltà che si registrano nei confronti dell'accoglienza degli alunni immigrati nelle nostre scuole e proveremo a far emergere soluzioni condivise.

Ciò sarà possibile se tutti insieme, chi opera nelle scuole innanzitutto, ma anche le organizzazioni sindacali, le istituzioni presenti nel territorio, le associazioni, metteremo a confronto le nostre esperienze al fine di creare le migliori condizioni per trasformare l'integrazione in interazione interculturale e contribuiremo alla presa di coscienza di una nuova cittadinanza multiculturale laica e democratica.

Sono convinto che l'approfondimento che si farà sulla didattica per una scuola interculturale partirà dal concetto chiave che la presenza degli alunni stranieri nelle classi non debba essere trattata come emergenza bensì come normalità e come tale affrontata.

L'educazione interculturale costituisce infatti una dimensione dell'insegnamento che accompagna tutto il percorso formativo ed orientativo e non riguarda solo alcuni campi di esperienza della scuola dell'infanzia e ambiti disciplinari della scuola primaria o discipline della scuola secondaria. È indispensabile progettare l'azione didattica con modalità innovative prevedendo che i docenti vengano stimolati a mettersi in gioco volontariamente, sperimentando nuovi metodi di insegnamento, soprattutto sul versante delle relazioni, e pur mantenendo i contenuti delle nuove indicazioni, occorre esplicitarli attraverso una nuova trasversalità.

In un momento in cui si diffonde l'allarme per il dilagare di manifestazioni preoccupanti ed ingiustificabili di disprezzo e di discriminazione razziale deve maturare la coscienza della necessità di investire maggiori risorse ed energie per aprire le istituzioni scolastiche alla diversità realizzando una più efficace integrazione degli alunni stranieri.

Il problema più serio ha spiegato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è costituito dal rischio di fenomeni di oscuramento dei valori fondamentali come quello della dignità umana. Il Capo dello Stato osserva una "emergenza educativa" anche nel nostro paese ed è nostra comune responsabilità superare tale emergenza.

Bene focalizza la questione Tommaso Pincio nel suo romanzo "Cinacittà". Dalla sua analisi si evince che l'Italia sta diventando sempre più razzista e non bisogna minimizzare parlando di casi isolati o di bullismo. Il problema dice Pincio è complesso, il razzismo non è questione di pelle o nazionalità ma di insicurezza: quando uno si sente debole ha paura dell'altro. Si assiste ad un diffuso e crescente timore di non riuscire a continuare a vivere un'esistenza dignitosa, di non arrivare a fine mese. E gli stranieri danno corpo alle nostre paure. Gli attribuiamo comportamenti generalizzati e così i rumeni diventano solo stupratori, gli africani spacciano, gli zingari rubano i bambini. E tutti ci rubano il lavoro.

Ed allora al bambino immigrato alla ricerca del consolidamento della propria identità, nel senso indicato da Maurizio Gentile nel suo documento sulla dispersione scolastica redatto per USR e cioè dipendente dalla relazione dinamica tra fattori relativi al mondo interno della persona e quelli relativi al mondo esterno, che opportunità potremo offrire per superare tutto il suo malessere che nasce dal vivere in una famiglia impegnata a risolvere questioni di sopravvivenza economico-sociale e dal condividere il panico e l'angoscia dei genitori che non si sentono accettati da una società che non li vuole?

La scuola è stata una delle prime istituzioni a gestire l'emergenza dell'arrivo degli alunni immigrati, provvedendo alle necessarie misure per accoglierli. Questo non significa però che una vera e propria educazione interculturale, intesa come costruzione di dialogo e confronto a partire dalle differenze, nella ricerca di un difficile equilibrio tra valori universali e diritti specifici delle minoranze immigrate, sia stata effettivamente messa in atto nella scuola, né che il sistema scolastico nel suo insieme abbia recepito le trasformazioni derivanti da questo cambiamento, veramente epocale: in sintesi, il passaggio all'intercultura, ovvero a strategie di confronto con la diversità a vari livelli, è tuttora da compiere. L'approccio interculturale non ha sviluppato, perlomeno fino a questo momento, la forza di imporsi come un modello per l'intero insegnamento, infatti non si può limitare alle strategie di accoglienza degli stranieri, pena il ritrovarsi in un "ghetto pedagogico".

Il rischio è che la Lega possa ottenere quello per cui si sta battendo e cioè il via libera alle classi ponte, classi ad hoc per gli immigrati, nelle quali gli studenti dovrebbero recuperare il gap linguistico che li separa dagli italiani: i primi alfabeti della lingua italiana, e non solo quelli, saranno appresi dagli immigrati nelle classi-ghetto, con buona pace del processo di integrazione, comunicazione, relazione fra diversi, auspicato da tutti noi.

Le riflessioni fin qui fatte lasciano chiaramente intendere quanto importante sia la responsabilità educativa affidata ai dirigenti scolastici, ai docenti, al personale ATA tutto, ai quali è richiesta l'acquisizione di competenze non tradizionali e ottenute come esito di ricerca educativa agita.

Proteo Fare Sapere è un'associazione professionale, autonoma da partiti e sindacati, che si rivolge a docenti universitari, ricercatori, insegnanti, ispettori, dirigenti scolastici, direttori amministrativi, amministrativi, tecnici ed ausiliari che operano nel mondo della conoscenza.

È per la ricerca libera e responsabile, per il rispetto delle idee di tutti e considera la laicità un principio di convivenza civile e di democrazia.

Proteo offre ai propri associati opportunità di formazione e di ricerca sui temi funzionali al miglioramento della propria professionalità.

In particolare quest'anno sono stati individuati come rispondenti ad una esigenza di formazione, iniziale e in servizio e che abbia come sfondo "il ruolo della scuola nella società multiculturale", i seguenti temi:

  • il ruolo dei dirigenti;

  • la gestione delle relazioni: insegnanti/alunni, fra alunni, scuola/genitori, fra genitori;

  • la conduzione delle classi eterogenee e differenziate;

  • lo sviluppo e l'apprendimento nella migrazione con particolare riguardo a quello della L2.

Tutto ciò presupporrebbe la volontà del governo di investire nella scuola con un continuo impegno per migliorare la qualità dell'inclusione degli alunni migrati, ma purtroppo invece quella a cui assistiamo oggi è in realtà una politica scolastica di riduzione del tempo scuola, fatta di tagli e finalità economicistiche, e ciò avverrà sulla pelle degli alunni più deboli e sulla credibilità della scuola pubblica.

Noi in ogni caso non demorderemo e faremo sempre sentire quanto più forte possibile la nostra voce".