FLC CGIL

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È Fulvio Fammoni, segretario nazionale della CGIL, a concludere i lavori della giornata.

Evidenzia che negli interventi, così come nel programma presentato nella relazione introduttiva da Enrico Panini, numerosi sono i punti importanti e di grande interesse.
Avevamo deciso, prosegue Fammoni, di analizzare il programma della conoscenza preparato tre anni fa per verificarne lo stato di attuazione e per rilanciarne i punti principali. Siamo stati costretti dalla situazione politica ad una accelerazione. Abbiamo quindi scelto di essere anche questa volta presenti nella campagna elettorale, perché non vogliamo certo che si torni indietro sui temi della conoscenza ma anche perché non consideriamo che tutto sia già stato fatto.
Questo è anche il modo di dimostrare nel concreto il nostro senso di autonomia: prima di tutto il voler esercitare il diritto di proposta, anche se questa è una scelta rischiosa.
I due aspetti fondamentali che sottendono ai nostri obiettivi programmatici sono l’uguaglianza, o meglio le pari opportunità sociali per tutti, e ciò che li rende perseguibili, cioè l’aumento del livello di formazione e di sapere.
Purtroppo su questo piano l’obiettivo Europa è ancora molto lontano, anche se l’Italia ne è uno dei paesi fondatori.
Se, ad esempio, guardiamo all’immigrazione da questo punto di vista, vediamo che gli immigrati sono molto spesso più formati della media dei cittadini italiani, ma ai figli degli immigrati non diamo la stessa opportunità di formazione che esiste per i cittadini italiani.

Parlando di futuro, continua Fammoni, il primo punto riguarda il metodo: forse il metodo del "cacciavite"
ha dimostrato di dare maggiori risultati di quello drastico delle modifiche globali, anche perché con tempi ridotti non si è riusciti a farle. Si veda come esempio la non abrogazione né modifica sostanziale della Bossi-Fini.

E’ però necessario che i soggetti che devono operare i cambiamenti siano coinvolti costantemente e sia chiaro a loro ed alla società il percorso complessivo. Questo non è successo nel passato. Un esempio è il faticoso arrivo al Memorandum della Conoscenza, di cui diamo un giudizio positivo, che però non si è attuato in nessuna sua parte anche perché è mancato ogni livello di coinvolgimento.

Sicuramente nel prossimo futuro noi:

  • non permetteremo che si torni indietro;

  • chiederemo con forza il completamento di ciò che è stato solo iniziato.

  • ci batteremo perché le deleghe non siano utilizzate in direzioni diverse da quelle per cui sono state pensate e definite.

Per un sindacato che si basa sul valore della solidarietà è chiaro che non possiamo permettere attacchi alle persone, ai loro diritti, alla loro professionalità. Questo è il modo di esprimere la cultura del fare.

Altri elementi importanti riguardano i contenuti da attuare.
Il Titolo V che richiede un approfondimento perché si vada avanti in modo spedito, ma non divaricante tra un territorio ed un altro.
Ma anche il futuro professionale dei giovani laureati: troppo spesso non hanno più occasioni rispetto a chi non ha studiato: ci sono troppi precari.

Infine, Fammoni ricorda che quando parliamo di conoscenza parliamo anche della vita democratica del paese: una democrazia infatti ha bisogno di una informazione libera, ma anche di cittadini che abbiano senso critico.
Anche per questi motivi il sapere deve crescere perché è l’elemento centrale per lo sviluppo culturale, sociale, economico e democratico.

Noi, CGIL e FLC, saremo in campo per questi obiettivi.

FERMIAMO L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA!

Nei prossimi giorni potrai firmare
per il referendum abrogativo.

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