FLC CGIL

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Amalia De Sanctis, segreteria CGIL Lazio, apre il suo intervento proponendo di dare una breve lettura territoriale delle proposte che oggi sono state presentate; partendo dal ruolo che “nell’economia della conoscenza” è rappresentato dal territorio.

Il ruolo del territorio è fondamentale: perché è il luogo della programmazione dell’offerta formativa, della raccolta della domanda, nell’organizzazione dei sistemi formativi locali.
Ha funzioni che gli derivano dal titolo V e anche poteri legislativi a livelli territoriali (ricerca e innovazione, infanzia, lavoro). Nel territorio si esercita la contrattazione e la concertazione sulle politiche formative, quindi molti dei risultati dipendono dall’interlocutore istituzionale di riferimento (Regioni e Province) ma anche, per alcuni aspetti, dalle associazioni datoriali, dalla loro scelta di competere in qualità e non attraverso l’abbassamento del costo del lavoro. Ma molto dipende dalle leggi, dagli indirizzi nazionali, senza le quali cementano le differenze tra le Regioni, viene meno quell’unitarietà nazionale che per noi è irrinunciabile, si rischia che il diritto al sapere diventi un diritto riconosciuto in modo diverso nel nostro Paese.

Quindi, legge sull’apprendimento permanente e legge sul diritto allo studio per tutti e tutto l’arco della vita.

Ripensiamo a quale scuola serve a questo Paese, prosegue De Sanctis, anche rispetto ai mutamenti che sono avvenuti nella nostra società - si riferisce, in particolare, alla presenza di alunni figli di immigrati (49mila solo nel Lazio). Cambiamenti che riguardano il livello di sistema formativo nazionale e, a seguire, il livello territoriale (per interventi di sostegno alle famiglie, ai servizi, ecc….).

Un ruolo più forte lo debbono svolgere anche alcuni sistemi formativi a partire dalle Università che (ad esempio nel Lazio) sono poco interessate e partecipi alla costruzione di quell’economia della conoscenza di cui oggi tutti parliamo.

Infine, conclude De Sanctis, sulla formazione continua. L’aumento in quantità e qualità della formazione dei lavoratori deve restare un nostro obiettivo. Oggi il lavoro è formazione, il sapere è parte fondante e non aggiuntiva del lavoro.

Le forze politiche debbono farsi carico di tale tema e favorire l’utilizzo e la scelta della parte datoriale al fine di un vero sviluppo di qualità.