FLC CGIL

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Siamo a Piacenza, ospiti dell’ Istituto Superiore “Guglielmo Marconi” nella suggestiva cornice dell'aula Modenesi.

L’occasione è il Forum nazionale sulla Scuola secondaria superiore organizzato dalla FLC Cgil e Proteo Fare Sapere, con la collaborazione della CGIL e dell’Amministrazione Provinciale piacentine.

Raffaella Morsia, segretaria generale della FLC Cgil di Piacenza, introduce il forum, come occasione di “valorizzazione” dell’istruzione professionale, definendolo “un veicolo per garantire diritto allo studio, mobilità e coesione sociale”. La Morsia sottolinea “il debito colossale che l’Italia ha nei confronti degli istituti secondari tecnici e professionali, perno della scolarizzazione secondaria di massa nel nostro paese”; richiama quindi le innovazioni legislative introdotte dal Governo, gli stati generali di maggio 2007, e sottolinea la necessità di tornare - ora - ad un nuovo confronto.

Ferdinando Tribi, assessore provinciale alla formazione di Piacenza, sottolinea come l’istruzione tecnica e professionale siano “ad un bivio”. “La vera prova è una rinnovata cultura sociale, la penetrazione in quella cortina che ha reso l’istruzione tecnica e professionale”, una scelta invisa alle famiglie, specie dopo gli “artificiali processi di liceizzazione di massa”.

L’orizzonte lungo che Tribi suggerisce è quello di una valorizzazione, che si leghi con “il gradito ospite ritornato sulla scena: l’obbligo elevato a sedici anni di età e dieci di scolarità. Dobbiamo ora assumere la sfida del pieno successo formativo, come leva di mobilità sociale e accesso alla coscienza critica nell’accumulazione del sapere e del saper fare”.

Tribi cita l’esperienza positiva di Piacenza; con un approccio di sistema, con la definizione di una “serie di patti, come il patto antidispersione che è riuscito a mantenere nel sistema scolastico nel biennio il 99,7 per cento. Ora, a partire dalla novità dell’obbligo - annuncia Tribi - stiamo lavorando ad una nuova intesa territoriale”. Sempre a Piacenza, dove è attivo un importante comparto manifatturiero e meccanico, “la competitività è stata giocata con l’innovazione e la specializzazione, non come rincorsa a ribassare il costo del lavoro”. L’amministratore cita un’indagine a tappeto realizzata dalla Provincia di Piacenza su diplomati nel 2001 e nel 2003, che consegna risultati positivi, ma anche problemi come il raffreddamento della mobilità sociale, la segregazione di genere e di nazionalità, la questione del salario all’ingresso nel mondo del lavoro.

FERMIAMO L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA!

Al via la
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