FLC CGIL

11:00

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Prende la parola il coordinatore dell’ISPESL Renato Cabella,
che illustra le proposte della FLC Cgil:

"I precedenti relatori, con i loro interventi, hanno disegnato un quadro di luci e ombre del nostro Istituto. Riassumendo, possiamo concludere che a fronte di discrete risorse finanziarie e di un notevole potenziale professionale presente nel nostro Istituto si contrappone una gestione dello stesso non adeguata, gerarchica e burocratica, poco attenta al merito e troppo sensibile a pressioni esterne di tipo extra professionale. Le risorse non sono adeguatamente utilizzate, i settori di lavoro procedono in modo separato e senza reali coordinamenti e infine, ma non per importanza, la lentezza nell’emanazione e nell’applicazione dei regolamenti di organizzazione ha fortemente penalizzato l’attività dell’Istituto.
Le nostre proposte partono da due punti fermi, consolidati.
Il nostro paese, i lavoratori tutti, hanno bisogno del supporto della ricerca per migliorare le condizioni di sicurezza e salute negli ambienti di lavoro e di vita e noi crediamo che l’ISPESL abbia tutte le risorse e le potenzialità per svolgere degnamente questo compito.
Solo per mezzo di un’azione combinata e coerente delle attività legislative, di controllo, d’informazione e formazione e di ricerca sarà possibile ottenere risultati efficaci nella lotta agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali e procedere verso l’eliminazione dei notevoli costi umani, sociali ed economici determinati dalla mancata azione di prevenzione, così come anche richiesto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Su questo punto dobbiamo purtroppo registrare che se il governo si sta muovendo sul fronte legislativo (Testo Unico) e di controllo (potenziamento del personale ispettivo) nessuna iniziativa è stata intrapresa nei confronti della ricerca. Ricerca che per la sua peculiare natura sociale non può che essere svolta da un ente pubblico.
Significativo a tal proposito è il documento finale della Seconda Conferenza nazionale “Salute e sicurezza sul lavoro”, tenutasi a Napoli il 25 e 26 gennaio 2007 , nel quale sono individuate le seguenti priorità per un’efficace strategia di lotta agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali:
° campagna di diffusione della cultura della sicurezza del lavoro
° lotta al lavoro sommerso e irregolare e al lavoro precario
° riordino della legislazione
° valorizzazione degli apporti delle parti sociali e della bilateralità
° coordinamento tra istituzioni, servizi ispettivi e di prevenzione
° previsione di misure premiali per le imprese virtuose
° potenziamento del ruolo e della tutela dei RLS.

Un elenco lungo e condivisibile, se non fosse per la m ancata considerazione del ruolo e del contributo della ricerca nel settore della prevenzione.
Chiediamo quindi che l’attività di ricerca nel settore della tutela della sicurezza e della salute negli ambienti di lavoro sia svolta e promossa da un ISPESL rinnovato e rimotivato e che tale attività rappresenti realmente il principale compito dell’Istituto, oltre a quelli di formazione, informazione, assistenza, consulenza e controllo.

Chiediamo in primis al Governo e alla politica tutta di dare un forte segnale di attenzione verso la ricerca nel settore della prevenzione.

Chiediamo che tale segnale si palesi anche in occasione del vicino rinnovo degli organi dell’Istituto e che le scelte del ministero vigilante privilegino il rinnovamento, la professionalità scientifica e la competenza piuttosto che l’appartenenza politica o a gruppi di interesse particolari.

Chiediamo che il presidente dell’ente sia nominato a seguito di una selezione scientifica manageriale, con procedure trasparenti e sulla base di curriculum scientifici noti e che su tale nomina venga sentito il parere del personale.
L’ISPESL ha un fondamentale bisogno di segnali di rinnovamento e di attenzione in grado di rilanciarne l’attività e di motivare un personale, attualmente, spesso scoraggiato e sfiduciato.

Chiediamo una forte sburocratizzazione dell’Ente ed una riduzione delle strutture burocratiche/gestionali.
Chiediamo che la politica del personale porti ad un progressivo aumento di ricercatori, tecnologi e tecnici, superando la situazione attuale che vede il 37% di personale amministrativo.

Chiediamo un sistema di valutazione in grado di cogliere a pieno il merito delle competenze, sia a livello delle strutture organizzative che a livello dei percorsi individuali di carriera, e in grado di valorizzare il lavoro tecnico scientifico svolto dai lavoratori dell’ISPESL.

Chiediamo il riconoscimento della necessaria autonomia ai ricercatori, nello svolgimento della propria attività

Chiediamo l’aumento dei finanziamenti pubblici per l’ISPESL, finanziamenti che sono progressivamente diminuiti a partire dal 2002 passando da 70 a 65 milioni di euro, ma anche una gestione del bilancio trasparente e maggiormente efficace rispetto alla missione.

A distanza di quasi 5 anni dall’emanazione del regolamento di organizzazione (D.P.R. 4/12/2002, n.303), riteniamo indispensabile porre fine al troppo lungo periodo di transizione del nostro Istituto e chiediamo la piena e immediata applicazione dei regolamenti di attuazione, a partire dalla nomina dei responsabili e dal superamento della logica emergenziale degli “interim”.
In particolare chiediamo l’emanazione del regolamento riguardante l’istituzione dei centri di costo dell’Istituto, unico tra i regolamenti di attuazione a non essere stato ancora emanato.

Chiediamo l’avvio di una riflessione sul ruolo futuro dei Dipartimenti Periferici (Agenzie territoriali), Dipartimenti che rappresentano sicuramente un’importante risorsa per l’Istituto, ma che spesso costituiscono delle realtà isolate nel territorio, la cui attività non è adeguatamente coordinata, abbandonati a se stessi, con personale poco motivato, e non comunicanti con i Dipartimenti Centrali.
L’attuale assetto organizzativo appare largamente insufficiente ad assolvere i compiti istituzionali e a fornire un servizio di qualità all’utenza. Il rapporto con l’utenza non sempre è improntato a criteri di trasparenza. Manca una chiara politica d’intervento.

Chiediamo che le politiche del fabbisogno di personale siano coerenti con gli orientamenti che l’attuale governo ha assunto nei confronti delle forme di lavoro flessibile: se da una parte si sta procedendo alle stabilizzazioni, dall’altra assistiamo ad un incremento significativo delle forme di lavoro para subordinato, che sfuggono ad una seria programmazione e sono attivate senza alcuna selezione pubblica e trasparente. Occorre inoltre arrestare la drastica riduzione di personale di ruolo avvenuta negli ultimi anni, dando luogo ad un piano straordinario di assunzioni:al riguardo va denunciato come l’ISPESL non sia riuscito nel 2006 ad attuare il piano di concorsi autorizzati dalla Funzione Pubblica.
Chiediamo al Governo, qualora intenda avvalersi anche nei confronti dell’ISPESL della delega per il riassetto e la riforma della normativa in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, di prendere in considerazione le nostre proposte in materia e di procedere nella direzione di una razionalizzazione dei compiti dell’Istituto, di una semplificazione e di un alleggerimento dell’organizzazione del lavoro e dell’attuale struttura amministrativa.
Chiediamo inoltre la partecipazione del personale scientifico ad un organismo istituzionale con compiti di proposta e valutazione dell’attività scientifica.
Inoltre, analogamente a tutti gli enti di ricerca, così come raccomandato dalla Commissione Europea nel 2005 nell’ambito della “Carta Europea dei Ricercatori e Codice di Condotta per la loro assunzione” (firmata dai Presidenti degli Enti, condivisa dalla FLC CGIL) proponiamo:
° una rappresentanza dei ricercatori negli organi consultivi, decisionali e d’informazione.
° che la competenza rappresenti l’elemento cardine per ricoprire ruoli e responsabilità.
° la stabilità del posto di lavoro come condizione per perseguire sia livelli di efficienza che di eccellenza.

Ci rendiamo conto che le richieste avanzate sono numerose e impegnative ma a nostro avviso esse riflettono la complessità dell’Istituto e la varietà dei compiti ad esso assegnati e soprattutto si rendono necessarie per un rilancio delle attività svolte dallo stesso. Rilancio finalizzato al miglioramento delle condizioni di salute e di sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro."