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Mara Scremin, ricercatrice precaria dell’INFS.

La situazione dell’INFS riflette il momento di difficoltà che attraversa la ricerca in Italia in questo periodo storico.

La riduzione dei finanziamenti ordinari dell’Ente ha impedito una strategia di investimento e inquadramento del personale necessario allo svolgimento di parte delle attività istituzionali compresi i progetti di ricerca.

Tale situazione ha di fatto:

  • creato un gruppo di persone stabilmente impiegate in modo precario/continuativo (con alcune permanenze vicine e oltre i 10 anni) composto da circa 30-40 Laureati che rapportato alle 12 unità laureate attualmente assunte a tempo indeterminato per l’area tecnico-scientifica,con mansioni da laureato, ben dimostra lo stato di sofferenza dell’Ente;

  • facilitato forme di reclutamento del personale precario non coerenti al livello di professionalità richiesta, ma esclusivamente dettate dal livello della disponibilità economica del singolo progetto (pressoché totale mancanza di contratti a tempo determinato);

  • imposto al personale precario di assolvere compiti istituzionali ben lontani da quelli previsti dai singoli contratti di assunzione.

Questa situazione crea notevoli disagi al personale precario la cui formazione e professionalità tecnico-scientifica non viene sufficientemente promossa. Da un lato risulta difficile arricchire il proprio curriculum tecnico scientifico dall’altro l’Ente vede ridurre le proprie potenzialità a causa del ridotto utilizzo delle professionalità disponibili.