FLC CGIL

10:30

Decrease text size Increase  text size

E’ affidata ad Enrico Panini, segretario generale della FLC Cgil, la relazione di apertura dei lavori di questa ultima giornata che inizia subito con la denuncia sulla mancata disponibilità dei fondi stanziati per la ricerca (FIRST).

“Si sta rischiando, dice, la paralisi della ricerca, si tratta di 160 milioni di euro da chiedere - da parte dei ricercatori - entro giugno.

La FLC ha già chiesto a Prodi un intervento immediato. Altrimenti, la ricerca è pronta a scendere in campo. Già la Legge Finanziaria 2007 è stata giudicata dalla CGIL una legge senza anima, siamo indisponibili ad una nuova finanziaria di questo tipo. Lisbona è per l’Italia un miraggio sia per gli interventi pubblici che privati siamo ultimi in Europa e stiamo addirittura arretrando. L’aumento della spesa per la ricerca non può dipendere dalla crescita del PIL, ma è questa che può far crescere la produttività del Paese. I finanziamenti alla ricerca pubblica devono essere rivolti alla valorizzazione delle competenze e delle missioni degli enti. Questa scelta deve discendere da una idea di crescita alternativa a quella attuale: è dalla ricerca che deriva uno sviluppo compatibile. Senza ricerca ed innovazione anche le imprese sono arretrate, come dimostra la storia degli ultimi anni.

Ma è fondamentale il rilancio della ricerca di base, bene comune dell’umanità. La filiera della conoscenza è lunga, non ci si può attendere risposte significative in tempi brevi.

La FLC chiede di costruire una intesa sulla conoscenza, un patto tra gli operatori della conoscenza e chi governa. Ma su università e ricerca siamo ancora indietro: chiediamo una risposta rapida al Governo anche in relazione al prossimo DPEF.

I ricercatori stabili sono pochi, sempre più anziani ma bravi. Accanto a loro ci sono due generazioni di ricercatori che aspettano di essere assunti. La precarizzazione è selvaggia. Chiediamo le stabilizzazioni in tempi rapidi per tutti coloro che hanno superato prove selettive, chiediamo lo sblocco delle assunzioni e tanti concorsi.

Ma chiediamo ancora che il precariato sia da oggi impedito: deve esistere un solo canale dopo la formazione basato su un contratto.

Ed è contro la precarizzazione selvaggia che i lavoratori precari della ricerca e dell’università manifesteranno a Roma il prossimo 3 luglio.

Vogliamo che ai precari, finché sono tali vengano garantiti diritti, compreso il voto e l’eleggibilità nelle elezioni delle RSU.

Esiste una stretta relazione fra università ed enti di ricerca, occorre potenziare la seconda rete di ricerca che il Governo deve valorizzare nel suo complesso.

Come FLC siamo preoccupati della separazione che tende ad aumentare tra enti vigilati da Ministeri diversi. Noi difendiamo con forza l’autonomia della ricerca italiana; vogliamo che la comunità scientifica possa partecipare, che possa vincere il merito e che vi sia valutazione.

Infine, c’è un’emergenza salariale per tutti ma in particolare per i ricercatori. Occorre, anche su questo aspetto, agire in fretta”.

Scarica la relazione introduttiva integrale.