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E' Loriano Bigi, direttore amministrativo di Siena, ad aprire la serie di contributi. Dichiara la piena condivisione su quanto detto in questo convegno: o si trova un percorso comune per uscire dal guado o le preoccupazioni sono troppe.

La contrattazione integrativa non va subita perché è un laboratorio che può divenire il motore del rilancio del funzionamento degli atenei. Occorre però che siano chiari i ruoli. In questo caso è possibile andare al di là del solo trattamento accessorio per affrontare il problema del precariato in tutte le forme e gli ambiti.

E’ possibile (è stato fatto) definire i diretti minimi e garantirli, anche se a volte occorre “fantasia”.

E’ stato fatto un protocollo sulle relazioni sindacali. Attraverso la contrattazione decentrata è stato fatto un piano sulla sicurezza, legata alla carriera, ai titoli. Oggi siamo alla vigilia di cambiamenti non piccoli: toccare l’organizzazione del lavoro proprio attraverso la contrattazione, purchè l’obiettivodi questa vada al di là del singolo interesse. Quello che si deve recuperare è la professionalità dei lavoratori tutti fino ai dirigenti.

Le sfide di oggi sono:

1) la stabilizzazione dei precari;

2) la possibilità di andare al di là del vincolo del 90%, tenendo conto che il paniere per il personale è lo stesso dei docenti che sono coloro che alla fine decidono;

3) la possibilità di integrare il fondo del trattamento accessorio al di là dei vincoli della Finanziaria.

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