FLC CGIL

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Augusto Palombini, segretario dell’Associazione dottorandi e Dottori di ricerca Italiani (ADI).

“Una delle esigenze più rilevanti nel contesto attuale dell’Università italiana è quello dell’individuazione precise di responsabilità, che è premessa di ogni riforma efficace.

E’ positivo che la consapevolezza di questa esigenza sia oggi presente sia nella proposta dell’FLC di riforma del reclutamento, che in quella governativa (almeno a quanto è dato di conoscere).

Tale fattore si concretizza in due elementi: il legame fra le scelte fatte e le conseguenze economiche, e l’individuazione di distinti livelli di giudizio ad opera della Comunità scientifica internazionale e dell’ateneo di destinazione, entrambi con legittime esigenze da mantenere distinte.

A queste condizioni, crescerà negli individui la consapevolezza, sin dal momento della formazione, che la loro prospettiva di carriera non è legata a un docente o a un gruppo di docenti di riferimento, bensì a una valutazione allargata, e ciò muterà completamente il modo di rapportarsi all’istituzione, alla ricerca, all’idea di tentare delle strade in altre sedi, alle figure preminenti del loro ambito disciplinare.

Non so se questa iniziativa basterà a eliminare le condizioni alla radice del periodico ricrearsi di precariato. Ciò dipenderà dalla sorte della legislazione sul lavoro a livelli che prescindono lo specifico ambito universitario: bisogna tener conto del fatto che un aspetto meno sottolineato del precariato è che nelle Pubbliche Amministrazioni in generale essoincrina il concetto di
terzietà, poiché in precario non risponde all’Istituzione, ma di fatto fa riferimento tipicamente a un dipendente o comunque a colui cui il rapporto (precario) di lavoro lo lega. Ciò consente a molti di lucrare clientele a tutti i livelli e questo aspetto rappresenta uno dei mali più pericolosi per un sistema democratico.

Uno degli aspetti più positivi della legge 382, per altri versi densa di punti meno lodevoli, fu l’eliminazione della figura dell’ Assistente universitario. Figura che nella definizione stessa implica la subordinazione a un individuo, a una cattedra, anziché all’Istituzione. La proliferazione di precariato degli ultimi decenni ci ha portati persino a regredire rispetto a taluni passi avanti del passato.

L’attuale proposta di riforma, stanti queste condizioni, è quindi la strada giusta sia per il funzionamento a regime che per la gestione dell’esplosiva situazione attuale, a condizione che il numero dei concorsi, e quindi la quantità delle risorse investite, si adeguino a queste esigenze.

Infine, un auspicio rivolto alla CGIL nel suo complesso, nella persona del Segretario Generale Guglielmo Epifani, oggi presente. L’FLC è stato il sindacato che di gran lunga più degli altri ha sostenuto i principi del merito e delle capacità individuali. E’ oggi auspicabile che questi valori si affermino anche in diversi comparti, in particolare quello del Pubblico Impiego nel suo complesso, dove troppo spesso il criterio dell’anzianità è l’unico imperante e nel quale invece la connessione fra competenze, capacità individuali e ruoli da svolgere, già a detta di Sabino Cassese, 15 anni fa, costituiva – e tuttora costituisce – un nodo imprescindibile”.