FLC CGIL

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Riconoscendosi nella relazione introduttiva di Maria Brigida, Enrico Panini, segretario generale FLC Cgil, si è soffermato solo su tre punti.

1) La contaminazione. L’iniziativa odierna sta dentro un percorso di più mesi che ha interessato Cgil Confederale, Spi, Auser e FLC Cgil con la finalità di riprendere il ragionamento dell’educazione degli adulti dentro il ragionamento dell’educazione continua e riproporre la centralità del tema della formazione. Le modalità con cui avanzare la proposta della Legge sull’educazione degli adulti, se come promotori di un disegno di legge di iniziativa popolare o quale altro sostegno, saranno decise in un momento successivo. La contaminazione è un grande valore, non solo per le relazioni che si instaurano, ma perché consente di fotografare la complessità del problema e non un solo aspetto.

2) La scuola. Andrea Canevaro in un suo libro diceva che intervenire sui disabili consente di assumere un punto di vista attraverso cui si riesce ad osservare meglio anche tutti gli altri. Assumere un punto di vista per riguardare l’insieme della formazione in un territorio consente di mettere a fuoco l’intervento della scuola formale. La non risolta formazione degli adulti fa incappare nei nodi non risolti della scuola formale. Guardare dal punto di vista dell’educazione degli adulti non è una parzialità, ma un punto di vista generale.

3) Due concetti chiave. Il nostro Paese è in una situazione di rischio. Solo il 20% della popolazione adulta possiede le competenze che la mettono in grado di partecipare consapevolmente alla vita sociale produttiva politica, ad essere cittadini del mondo. La base produttiva non è sufficiente alla crescita del Paese. La situazione è drammatica.

Chi ci spiega che investire nella formazione costa, dovrebbe anche spiegarci quanto costa la non formazione. Questo determina il ritardo nella crescita del Paese. Ma c’è anche il diritto degli individui all’esercizio di una cittadinanza attiva. E c’è un’emergenza democratica. Conoscere, sapere, governare i propri percorsi sono condizioni essenziali per essere protagonisti. C’è un collegamento tra esclusione e basso titolo di studio. E dietro tutto c’è anche un bello in sé, nei percorsi formativi.

Insomma, la fruizione e il coinvolgimento nella formazione che riguardano giovani ed anziani con lo sviluppo produttivo del nostro paese si coniugano insieme.