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Le buone pratiche: biennio unitario subito

Sulle buone pratiche portano la loro esperienza di biennio unitario le scuole "reali"

Cesare Grazioli, docente ITG Pascal di Reggio Emilia

I vantaggi del biennio unitario, sulla base dell’esperienza del Pascal

  • Evita le scelte troppo precoci, inevitabilmente influenzate dal retroterra socio-culturale familiare più che dalle reali propensioni degli adolescenti;

  • Consente di distribuire la delicata funzione dell’orientamento, attualmente concentrata nellafase scolare precedente il biennio, collocandola in gran parte entro il biennio stesso;

  • Evita una canalizzazione rigida e precoce, già a 14 anni, e favorire un passaggio più graduale dalla scuola di base agli indirizzi triennali;

Gli aspetti dell’esperienza del Pascal di Reggio Emilia che possono essere generalizzati nelle scuole secondarie superiori

  • La struttura del biennio unitario, orientativo e propedeutico ai successivi indirizzi triennali

  • Una struttura oraria del biennio comprendente una “area comune” (o “area di base”) e di una “area opzionale” (o “area di indirizzo”).

  • Un numero contenuto di materie, per evitare l’eccessiva frantumazione del quadro orario e le pesanti disfunzioni che essa comporta, sia sul piano organizzativo sia nei processi e nei risultati dell’apprendimento

  • L’individuazione delle materie dell’area comune sulla base di un duplice criterio:che siano materie già presenti nel curricolo del ciclo scolastico precedente; e che, nel loro insieme, coprano le principali aree dei saperi.

  • Le materie “opzionali”, in numero di due sia in classe prima sia in classe seconda,individuate dai singoli Istituti anche in funzione del numero e della tipologia dei successivi indirizzi triennali (dando per scontato che in ogni Istituto preveda dopo il Biennio un certo numero di Indirizzi: almeno due o tre, e non più di quattro o cinque).

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Guido Boschini, docente ITIS Cobianchi di Verbania

Negli anni ’70 l’Istituto tecnico Cobianchi di Verbania cominciò una sperimentazione di biennio onnicomprensivo, che avesse caratteristiche di orientatività, pre-professionalità, gestione sociale e tempo pieno. Per scuola onnicomprensiva si intendeva una scuola secondaria unica che permettesse agli allievi di individuare piani di studio personalizzati ma non troppo specifici, in modo da permettere loro di scoprire e coltivare i propri interessi e di rimandare la scelta della scuola all’età di 16 anni. La scuola orientativa si proponeva non solo di attuare attività di orientamento in vista della scelta del triennio specialistico, ma anche di favorire le potenzialità individuali e lo sviluppo della personalità in tutti i suoi aspetti. Nonostante questo biennio fosse stato progettato anche come terminale, si proponeva di essere non professionalizzante ma pre-professionalizzante, fornendo competenze di base flessibili ed aperte al mutamento scientifico e tecnologico da completare eventualmente in corsi professionalizzanti successivi. La gestione sociale infine si proponeva di rendere partecipi genitori e studenti alle scelte di politica scolastica e di didattica. Per raggiungere tutti questi ambiziosi obiettivi venne pensata una struttura complessa composta da aree disciplinari, interdisciplinari, opzionali ed elettive, che negli anni è stata semplificata soprattutto per motivi di costi. Dopo più di trent’anni nel nostro Istituto si continua a sperimentare l’evoluzione di questo biennio, che ha ancora le caratteristiche di onnicomprensività e pre-professionalità, anche se l’orientatività e la gestione sociale sono andate via via diminuendo.

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Gabriele Belotti, Dirigente scolastico ITCS “Primo Levi”, Bollate (Milano)

Il biennio orientativo

Il Biennio orientativo ha finalità di consolidamento e approfondimento della formazione di base promossa dalla scuola media, orientamento e preparazione rispetto al triennio di specializzazione professionale (Biologico, Chimico, Economico, Linguistico). Il Progetto educativo mira a crescita culturale generale, sviluppo di una professionalità “polivalente”, formazione della persona e del cittadino e sviluppo di capacità di orientamento. L’ipotesi sottostante prevede il superamento della tradizionale dicotomia tra il versante culturale retorico-letterario e quello scientifico (all’inizio non si sceglie l’indirizzo ma la scuola). Il quadro orario si articola, pertanto, tra l’area linguistico-espressiva (Italiano, due Lingue straniere, Ed. fisica), l’area storico-antropologico-sociale (Storia, Sc. sociali) e l’area matematico-scientifica (Fisica, Matematica, Chimica e Scienze naturali). La specificità orientativa del Biennio si esprime attraverso un modulo (33 ore) nella classe prima affidato all’insegnamento delle Sc. Sociali,4 ore di AOP (Area Orientativa Propedeutica) in seconda (approccio orientativo con due indirizzi nel 1° quadrimestre e, nel 2° quadrimestre, uno propedeutico con l’indirizzo che poi si vorrà seguire nel triennio) e infine il supporto di numerose figure interne (FS di coordinamento nello staff, tutor di classe, FS orientamento e riorientamento, FS stranieri, GLH) ed esterne (servizio psicologico, mediatori linguistici, sportello Provincia, Associazione genitori).

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