FLC CGIL

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È l'intervento di Mara Cecchini, CGIL Toscana, ad aprire il dibattito nel quale saranno presentati alcuni contributi specifici.

In Toscana sono stati rimessi in discussione sia l’accreditamento sia il sistema di Formazione Professionale, su questi fatti la valutazione non è positiva, nella Commissione tripartita che deve rivedere l’accreditamento la CGIL è stata la sola a condurre la battaglia per l’obbligo della applicazione del contratto. Nessuna delle altre parti sociali ha seguito la CGIL. È positivo però che la CGIL abbia iniziato tale battaglia, rompendo con il precedente tradizionale silenzio confederale. La discussione è aperta sulle competenze, e si avverte la mancanza di un quadro di riferimento nazionale.

Ribadisco però che la titolarità della tematiche formative è affidata dal titolo V della Costituzione alle regioni, e perciò un sistema nazionale può nascere solo dal confronto tra le regioni e con lo Stato, ma a partire dalle regioni, dalla lettura del territorio e delle sue specificità. In Toscana le attività sono date in appalto per il 50%, a bando per il 25% e utilizzando il sistema dei vaucher per il restante 25% . Anche sui fabbisogni formativi si deve dire che essi sono il frutto della contrattazione tra le parti sociali, in rapporto dialettico. Anche formazione continua ed apprendistato vanno ripensati, devono durare meno ed essere rapportati alle fasce di età dei destinatari, modellandoli sulle politiche del lavoro che ogni regione mette in campo.

Per finire, è necessario che anche nella scuola, in quel 20% del curricolo messo a disposizione dalla autonomia per l’arricchimento dell'offerta formativa, vanno introdotti percorsi di integrazione con la cultura del lavoro di cui la formazione è portatrice, perché la scuola ha bisogno di “iniezioni sostanziose di robe esterne”.