FLC CGIL

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Nella sessione pomeridiana dopo le comunicazioni e il saluto di Alicia D’ercole dell’UDU si sono susseguiti 9 interventi che hanno approfondito e sottolineato diverse specificità e problemi. Claudio Franchi della rete nazionale ricercatori precari racconta l’esperienza della costruzione della rete nelle varie province ed in particolare a Napoli. Ha sottolineato in particolare la specificità della precarietà nella ricerca e nell’Università in assenza di diritti e tutele. La rete nazionale naturalmente nasce per scomparire: il primo obiettivo è proprio quello di superare il precariato. Giuseppe La Fratta, docente precario di Campobasso ha sottolineato come in questi 5 anni di legislatura abbiamo assistito assistito allibiti a una congerie di interventi legislativi che hanno di fatto aggravato la situazione del personale precario della scuola rendendo ingestibile il sistema delle graduatorie permanenti. Questi interventi hanno finito per dividere le varie componenti del personale precario. E’ opportuno ritrovare unità di azione, cercando di superare inutili divisioni, in modo da portare all’interno della FLC il proprio contributo in termini di proposte, idee e azioni.

Davide Lognoli precario del CNR di Firenze afferma che per la ricerca tutto dipende dai fondi. I precari sono messi in conto spesa dopo il pagamento della bolletta elettrica. E’ grave l’esclusione dalla contrattazione del personale precario dal punto di vista economico: se aumentano i compensi si riducono i posti. I precari sono ultimi in una scala gerarchica. L’art. 5 del contratto ricerca rischia di escludere una parte dei precari (quelli non contrattualizzati). Il documento dei ricercatori precari inviato a tutte le organizzazioni sindacali ha ricevuto risposta solo dalla FLC Cgil e anche per questo siamo qui. Massimo Mari, responsabile nazionale della scuola non statale della FLC, sottolinea l’importanza del lavoro dipendente a tempo indeterminato. Analizza la Legge 30 che ha portato alla riduzione di tutele e diritti ed all’abbassamento del costo del lavoro. Approfondisce anche la precarietà nella scuola non statale, che non è solo lavoro a temine, ma anche lavoro a bassi orari con part-time obbligati. Afferma che, individuato il tipo di società che vogliamo, dobbiamo fare in modo di costruire le nostre proposte come ad esempio la centralità del contratto nazionale, la difesa del rapporto di lavoro dipendente, i diritti universali e gli ammortizzatori sociali e l’estensione delle RSU anche nel privato. Altro argomento al centro delle nostre proposte è la campagna contro il lavoro nero. Fabio Cadetta del comitato precari della FLC di Pavia si pone il problema del raccordo tra i comitati territoriali e quello nazionale. Espone l’esperienza di Pavia sottolineando le attività svolte ed il ruolo avuto all’interno della FLC; in particolare evidenzia la trasversalità dell’esperienza. Pone l’accento sul tema degli spezzoni fino a 6 ore e delle supplenze brevi nella scuola elementare e materna. Paola Poggi, responsabile nazionale AFAM della FLC, ricorda il processo di cambiamento che riguarda anche la FLC nell’affrontare il tema del precariato rispetto alle rivendicazioni di leggi per il reclutamento che hanno caratterizzato i decenni passati. Oggi il cambiamento riguarda anche il grado di consapevolezza che la FLC ha maturato rispetto ai vari aspetti negativi che la precarietà comporta e che riguardano i sistemi e i diritti della persona nei suoi tanti aspetti. Affronta il problema delle fondazioni, sorte già con i governi di centro-sinistra e delle criticità che queste possono rappresentare per i processi di precarietà che rischiano di innescare. Chiara La Muraglia, precaria dell’Università di Bari, illustra l’esperienza di Bari e sottolinea che insieme ai diritti individuali ci sono i gravi problemi del sistema per quanto riguarda ruoli, funzioni e criteri di reclutamento. Manuela Flores, docente precaria di Avellino, sottolinea le iniquità della legge 143/04 per quanto riguarda le tabelle delle graduatorie permanenti in particolare il punteggio di montagna e il mercato dei titoli. Chiede alla politica di intervenire prima delle prossime nomine. Gabriele Giannini coordinatore nazionale ISTAT,afferma che il governo di centro destra ha accentuato un processo di precarizzazione del mercato del lavoro già avviato e reso drammatico dai continui tagli ai bilanci e alle risorse e dal blocco del turn over. Abbiamo oggi il compito di perseguire l’obiettivo della piena attuazione delle nostre proposte, emerse dal nostro congresso e da quello della CGIL: lotta alla precarietà, abolizione della legge 30, riduzione delle tipologie contrattuali sulla base delle effettive necessità. Ma, soprattutto, bisogna estendere le tutele e i diritti anche a tutti i lavoratori precari, spesso privati anche delle loro forme più elementari.

Al nuovo governo dobbiamo chiedere l’apertura di un tavolo di confronto con le parti sociali per arrivare ad una politica generale di riduzione del precariato, prima ancora che si avvii la discussione del prossimo DPEF e della legge finanziaria per il 2007.