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Daniela Di Giangirolomo, docente precaria di Bologna, nella sua comunicazione prova a rispondere alla difficile domanda : è vera flessibilità?

La precarietà ,come fenomeno che interessa il rapporto di lavoro ma anche il sistema sociale nel suocomplesso, nasce quando le organizzazioni rinunciano ad affrontare le sfide di un mondo che cambia sempre più velocemente, non puntando sul cambiamento e sull’innovazione. Quella di affrontare questa sfida guardando soltanto ai bilanci e in particolare alla voce “costo lavoro”, non solo è una strategia che comporta costi sociali incalcolabili, ma pure rappresenta l’atteggiamento di chi non sa guardare al futuro.

I danni che la precarizzazione porta nell’ambito della conoscenza, centrale per la crescita culturale e sociale di un Paese, sono incalcolabili a partire dalla scuola di base fino alla formazione professionale, all’Università, alla ricerca e all’alta formazione artistica musicale, ponendo costantemente ostacoli alla programmazione, alla continuità didattica e all’ordinario funzionamento degli Istituti, minando alla base la libertà d’insegnamento e di ricerca. L’innovazione e l’autonomia richiedono investimenti e stabilità, non tagli ai costi e precarietà.

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