FLC CGIL

13:50

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Enrico Panini, Segretario Generale della FLC Cgil, ha concluso la manifestazione paventando la possibilità che il Governo possa decidere di approvare il decreto sulla secondaria superiore durante le vacanze estive, quando non ci sono gli insegnanti. Un vero e proprio golpe estivo contro cui ognuno di noi deve prendere posizione in modo netto. Per questo - ha detto -ribadiamo ancora di più, dopo gli interventi della mattinata, che il decreto va ritirato. Abbiamo assistito nei giorni scorsi ad un voto significativo di fronte al quale però il governo dimostra di non voler cambiare il modo di pensare. A questo voto ha dato un grande contributo il mondo della scuola. Un voto che ha voluto dire NO alla riduzione dei diritti. E anche ha voluto dire più attenzione all'istruzione pubblica, a quell'istruzione pubblica che tre anni fa la Moratti al meeting di Comunione e Liberazione chiamava monopolio dello stato sulla scuola.

Questo voto testimonia la paura di una separazione nel sapere, nel conoscere, nell'istruzione. Testimonia un'attenzione nei valori della Costituzione, della società, ma domanda anche che cosa intende fare chi si candida ad una nuova guida del Paese. Quali scelte farà prioritariamente di fronte ad una situazione che sarà anche peggiore di quella che ci aspettiamo.

Questa sarà la sfida. Per questo noi diciamo "Nessun dorma" partendo già nei prossimi mesi. Non bisogna fidarsi del 2006: il governo ha dimostrato di non riuscire a finire la Legge per tempo, ma non è pensabile che a due mesi dall'inizio dell'anno scolastico si possano cambiare le regole. Il decreto perciò va fermato ora. E' una questione di tenuta della democrazia, quella democrazia che il Governo da subito ha tentato di riscrivere arretrando l'obbligo scolastico e trasformandolo in diritto-dovere. Come se si dicesse che il diritto-dovere di pagare le tasse è la stessa cosa dell'obbligo di pagare le tasse. La legge 53 va abrogata: gli insegnanti non sono contro perchè sono conservatori. Quando come in Emilia Romagna sono coinvolti essi partecipano alla elaborazione dei cambiamenti.

Altri paesi espertano in settori tecnologicamente avanzati, in Italia no. Al contrario noi abbiamo il 70% dei laureati in meno e una dispersione insostenibile nel triennio della superiore. C'è una connessione evidente tra queste cose. La Moratti dovrebbe essere chiamata a riferire in Parlamento del perchè l'utenza e i docenti stanno abbandonando in massa l'istruzione professionale e tecnica.

C'è una sfida nella scuola che rimanda anche alle condizioni economiche degli insegnanti: gli insegnanti sono pagati poco, non è una questione puramente rivendicativa, ma è questione di una rete solidale dentro una società che sa valorizzare i diversi compiti. Non possiamo pensare che una generazione di insegnanti vada in pensione lasciando il posto ad una generazione di precari. Maggio - ha concluso - è un mese bellissimo, e ci sono due date da tenere presente: una è il 14 maggio quando torneremo a manifestare a Roma, l'altra sono tutti gli altri giorni del mese in cui dovremo operare scuola per scuola.

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