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Prende la parola Marco Broccati, vicesegretario della Flc Cgil.

Aprendo la sua relazione Marco Broccati ha ricordato il lungo e ricco percorso di discussione che negli ultimi mesi, a partire dal 19 ottobre scorso, ha impegnato la Confederazione e la Flc per costruire un programma. Questo percorso è stato arricchito dai 10 seminari tematici, da discussioni all’interno del gruppo dirigente, da incontri con le forze politiche nazionali e locali. Un percorso che ci vede oggi più ricchi, ma che non è ancora completamente compiuto. Perché un programma? Perché le politiche del centro-destra su istruzione, formazione e ricerca non sono emendabili e vanno abrogate. Ma la Cgil non intende solo opporsi, bensì fornire un’alternativa credibile e praticabile, offrire una speranza di cambiamento che non è un libro dei sogni ma le linee di una possibile agenda di governo.

Broccati ha poi tentato di presentare una sintesi – in verità molto complessa – di questi mesi di discussione sviscerandone i temi più ricorrenti e i punti chiave.

Uno dei punti di partenza è stato il riferimento all’Europa e alla strategia di Lisbona, quest’ultima condivisa in pieno dal sindacato perché ha lanciato l’obiettivo di costruire entro il 2010 nel nostro continente la più solida economia della conoscenza del paese. In realtà questa strategia si afferma con difficoltà e spesso è contraddetta non solo dalle politiche di singoli governi, ma anche da iniziative della stessa Unione, come la direttiva Bolkenstein che mercifica di fatto l’istruzione.

A Lisbona ha trovato conferma una premessa di valore che sta molto a cuore del sindacato e cioè la centralità del sistema pubblico e il suo ruolo come garante di inclusività e di un’offerta che abbia i tratti del diritto universale di cittadinanza. Sul ruolo del pubblico è in atto uno scontro fortissimo con il governo attuale che lavora alla demolizione di questo sistema a favore di una società atomizzata e senza diritti, di una democrazia fragile in cui ciascuno negozia, se può, il proprio destino. La sostenibilità e la stessa esistenza del sistema pubblico – ha però avvertito Broccati – è strettamente connessa alla sua qualità. E su questo punto c’è ancora molto fare, sapendo che il liberismo ideologico imperante tenta di far scadere la qualità del settore pubblico.

Solo il settore pubblico come regolatore e fornitore di indirizzi dei sistemi di istruzione e ricerca può assicurarne la loro utilità sociale la quale a sua volta ha bisogno di valutazione, programmazione e autonomia.

La relazione si è poi soffermata su una serie di tematiche che qui per brevità solo accenniamo.

Il decentramento, perché è nel territorio che avviene l’incontro tra domanda e offerta di istruzione, formazione e ricerca nel quadro della cooperazione tra soggetti e istituzioni a vari livelli. L’integrazione dei sistemi di istruzione, formazione e ricerca che permetta la progettazione di una continuità dei diversi percorsi, delle didattiche, delle linee di ricerca. Per rispondere a una domanda formativa lungo tutto l’arco della vita è necessario costruire un rapporto positivo con le politiche generali e con il mercato del lavoro. Un rapporto che si è andato indebolendo anche perché ci troviamo di fronte a un’economia bloccata che non consente mobilità sociale né impulso alla ricerca. Il nostro paese è debole sulle risorse umane e finanziarie. Gli standard europei si raggiungono con le regole e i soldi, con politiche industriali di accompagnamento. Un piano coraggioso di investimenti in risorse umane significa abbandonare le politiche di ricorso al precariato. Qualità vuol dire anche dare a chi opera nell’istruzione e nella ricerca le condizioni per un lavoro che va considerato uno degli snodi decisivi della società.

Nella sua complessa relazione Broccati ha poi affrontato i temi del diritto alla studio, della centralità dei processi di apprendimento, dell’equilibrio dei poteri nelle istituzioni scolastiche, universitarie e di ricerca, della democrazia e della partecipazione, delle responsabilità individuali e collettive…

Infine ha citato alcuni temi sui quali una proposta compiuta va ancora costruita: l’assetto dei cicli dalla materna all’università, il sistema di valutazione, la formazione professionale, la formazione dei docenti, il rapporto istruzione mercato del lavoro, l’identità del sistema di ricerca.

Scarica la relazione integrale.