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Gabriella Giorgetti apre la sua comunicazione sulla situazione del pracariato in Europa e nel mondo denunciando la difficoltà di reperire dati, anche se da ricerche sul mondo anglosassone si sa che il precariato è diffuso nella scuola, nell'università e nella ricerca: si calcola circa il 50% degli addetti.

Gran parte della letteratura disponibile il dato che emerge maggiormente è la mancanza di insegnanti nella scuola, soprattutto nelle discipline scientifiche e tecniche. L'Internazionale dell'educazione sostiene che ne mancano circa 45 milioni, e soprattutto in Europa. Le ragioni di questa penuria vanno ricercate innanzitutto nell'aumento dell'età media dei docenti e quindi in una prossima ondata di pensionamenti. A questo si aggiunge che in molti paese l'insegnamento è un mestiere che perde appeal. Nella stessa Svezia, un paese che pure tenta una programmazione nel reclutamento, si verificano tante rinunce di nuovi insegnanti che ritengono questo mestiere troppo difficile. In Inghilterra già da tempo stanno importando insegnanti dall'India, questo fenomeno dell'importazione potrebbe estendersi all'est europeo. A questa perdita di status si aggiungono i problemi di spesa pubblica che toccano diversi paesi creano tentazioni di assumere docenti a minor costo e meno qualificati.

Diversi paesi stanno cercando di opporsi alla perdita di appeal dell'insegnamento cercando di sostenere i giovani che hanno concluso percorsi universitari che portano all'insegnamento, oppure offrendo ai precari una paga oraria più alta, formazione in servizio ecc.

Una quota di precariato nelle scuole è inevitabile, però in alcuni paesi, come l'Austra, si prevede l'assunzione dopo un breve periodo perché non è ritenuto possibile il precariato a vita.