FLC CGIL

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Sofia Toselli, vice presidente del CIDI affronta il tema “Autonomia scolastica , riforma e professione docente”.
“Il quadro politico ci impone di riformulare il nostro approccio ai problemi. Intanto cos’è l’insegnante? L’insegnante è un professionista che opera in condizioni di libertà costituzionalmente prevista . Questo all’interno della scuola pubblica. La delega sulla scuola subordina questo valore ad una dimensione spirituale e morale. Il CIDI si muove con la sensibilità e il rispetto per i fini dell’istruzione pubblica e per i soggetti sindacali e associativi che compongono lo scenario scolastico. L’obiettivo è: fare apprendimento qualificato a tutti.
Gli insegnanti hanno un ruolo centrale e determinante. Inaccettabile la formazione prevista dall’art. 5 della delega. Contraddice i principi dell’autonomia. In particolare la sua esplicitazione nella ricerca e nelle altre attività possono sfociare nel tempo pieno. L’intervento si chiude con una forte e puntuale critica alla riforma Moratti

Gabriella Giorgetti, del Centro Nazionale della CGIL Scuola, affronta il tema “Insegnare in Europa”.

La professione vive una crisi in tutta Europa. Altrove la difficoltà si traduce in una fuga e in una migrazione dall’est per compensarla. Le analisi attengono ad una crisi di ruolo della scuola. I provvedimenti risolutivi partono dal summit di Lisbona che richiama il valore della formazione iniziale e in servizio. Sulla prima siamo i più carenti. Fondamentale è l’apprendimento in situazione: tirocinio. Altrove, in Europa, si gradua anche il tempo di inserimento nelle classi e si accentuano le personali motivazioni. Decisiva appare anche la valutazione nel duplice aspetto: autovalutazione e valutazione esterna (l’occhio amico). La crisi della famiglia, sovraccarica i compiti del docente che esige, perciò, funzioni di supporto. Dappertutto avanzano modelli di decentramento e di collegamento nel territorio.

Dario Missaglia, Segretario generale della Federazione Formazione e Ricerca della CGIL si occupa invece di “Insegnare sulle frontiere dell’esclusione”.

Le frontiere possono essere linee di contatto e non di separazione. La differenza la fa la cultura, cioè la scuola. L’autonomia nella nostra accezione ha una funzione chiave in questo processo. Deve anche promuovere una riflessione sulla scuola che conosciamo. La scuola continua a perdere i suoi alunni non solo oggi, è male antico. In questo non valgono le definizioni giuridiche, pesa la realtà dei processi. Per ogni vuoto pubblico interviene un’azione del privato. La scuola genera esclusioni ogni volta che si astrae dai contesti dei propri alunni: Quando i loro saperi sono sostanzialmente deboli nel dare significato alle situazioni vissute.

Mentre proseguono gli interventi Elisa, la nostra collaboratrice, raccoglie le prime impressioni tra il pubblico presente. Eccone alcune:

Giusi, insegnante elementare di 28 anni: “ Interessante. Soprattutto motiva all’approfondimento sui cambiamenti che stanno modificando il modo di fare scuola. Importante, l’intervento, in atto della Dott.ssa Giorgetti.

Rosa, docente di scuola media di 51 anni: “Vengono affrontate questioni fondamentali sul problema della scuola. Molto competenti i vari relatori”

Franco, docente scuola superiore: “Fino al momento gli interventi hanno effettivamente rilevato il disagio esistente nel mondo della scuola. Attendiamo le proposte di risoluzione o verso quali percorsi andare per migliorare la funzione docente, non solo all’interno della scuola ma anche per una sua precisa collocazione “per prestigio” nel mondo delle professionalità”

Titti, docente scuola superiore: “ Gli interventi, tutti qualificati, sono stati stimolanti per la riflessione sulle condizioni della scuola nel nostro paese. Queste iniziative dovrebbero essere più numerose sia per creare momenti di coesione tra gli operatori della scuola, sia per essere pronti a fronteggiare in modo coeso le novità rappresentate dai cambiamenti politici.

Angela, docente scuola elementare: mi è piaciuta la relazione sintetica e precisa della Giorgetti in quanto attraverso informazioni concrete, dà spunti per riflessioni a più ampio raggio. Mi sta piacendo il taglio culturale del seminario perché incontra la mia profonda esigenza che la scuola sia un polo in cui la società trovi riferimento, identità e possibilità di attingere informazioni.