Università: abilitazioni nazionali, pubblicato il parere del Consiglio di Stato
Il Consiglio di Stato esprime parere favorevole al regolamento ma un recente schema di decreto del MIUR rischia di ridurre ulteriormente il turn-over negli atenei.
E’ finalmente disponibile il parere del Consiglio di Stato sul regolamento sui criteri e parametri per la valutazione dei candidati ai fini dell’attribuzione dell’abilitazione scientifica nazionale nonché le modalità di accertamento della qualificazione dei commissari. Il regolamento attua quanto disposto dall’articolo 16, comma 3, lettere a), b), c) della legge 240/2010. Il parere del Consiglio è positivo, fatte salve una serie osservazioni di natura testuale e giuridica. Quelle più rilevanti sono relative alla necessità di puntualizzare nei contenuti e nelle modalità di accertamento il riferimento al principio di “notorietà internazionale” nonché la relazione tra questo principio e i settori concorsuali; alla necessità di indicare con chiarezza i “criteri aggiuntivi” di valutazione dei candidati in relazione ai settori concorsuali; di individuare una tecnica di redazione dei criteri e dei parametri di valutazione dei candidati alle funzioni di professore ordinario e di professore associato che renda più chiari gli elementi comuni e quelli di differenziazione; di offrire una più definizione più chiara della formula “indice h di Hirsch normalizzato per l’età accademica”. Il Ministero deve ora raccogliere il parere positivo della corte dei conti al decreto che potrà quindi essere pubblicato in Gazzetta. Il percorso di avvio delle procedure, a partire dall’emanazione dei bandi, appare comunque ancora molto lungo e tortuoso. Il parere favorevole da parte del Consiglio di Stato tuttavia è un passaggio importante. E’ necessario dare avvio in tempi rapidi a procedure efficaci per l’abilitazione di professori di I e II fascia con cadenza annuale. Ma è altrettanto importante che questo avvenga in un contesto di risorse certe e di ampio margine di recupero del turn-over.
E’ quindi preoccupante quanto disposto dallo Schema di decreto legislativo recante la disciplina per la programmazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche di bilancio e di reclutamento degli atenei – n. 437. Sono evidenti in questo schema la rigidità prescrittiva del decreto e l’affermazione definitiva dell’impossibilità per le università di utilizzare in maniera piena le risorse liberatesi dal turn-over. Appare evidente come nel medio lungo periodo, a parità di entrate statali, questo possa comportare la progressiva riduzione delle unità di personale a meno di non prevedere un significativo aumento della tassazione studentesca. Pur rimanendo invariata la disposizione di legge che parametra al 20% del FFO il tetto massimo per la contribuzione studentesca, l’insieme delle disposizioni previste dal decreto preparano il terreno alla cancellazione degli attuali vincoli all’aumento della tassazione universitaria.
Riteniamo invece necessario rivedere quanto disposto dallo schema prima della sua approvazione definitiva nonché dare finalmente avvio a politiche di rifinanziamento del FFO degli Atenei italiani. Troviamo invece inaccettabile la richiesta fatta dalla Crui di cancellare il vincolo di legge che stabilisce un tetto al 20% della quota del FFO dei singoli atenei per la contribuzione studentesca. Non è attraverso un aumento della tassazione studentesca che gli atenei possono rinsaldare i loro bilanci; posto che un tale aumento avrebbe come unico effetto quello di ridurre ulteriormente il numero degli studenti universitari e segnatamente di quelli provenienti da contesti economici più svantaggiati. Un adeguato finanziamento per i sistemi dell’Università e della Ricerca e del diritto allo studio italiani, nonché di responsabilizzazione, valutazione e monitoraggio della qualità del sistema universitario italiano deve essere una priorità per il paese.
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