Stabilizzazione precari nelle università: la situazione di Firenze
Ecco le rivendicazioni in vista della trattativa del 9 luglio
L’Ateneo fiorentino ha 52 milioni di euro di debito strutturale già formalmente sanzionato dal Ministero, con accertamenti di responsabilità richiesti dalla Corte dei Conti. La trattativa per le stabilizzazioni del personale precario non sembra proprio “una passeggiata di salute” ma le nostre rivendicazioni sono chiare.
Roma, 26 giugno 2007
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La nostra proposta
Per questo puntiamo ad una trattativa e ad un accordo da realizzare a tappe per costruire un percorso di stabilizzazione certo per tutti e chiedendo, da subito, l’applicazione delle norme che sono già applicabili.
Primo punto
Definizione delle figure professionali previste dalla direttiva per la stabilizzazione a tempo indeterminato che al momento sono tutti i contratti di lavoro a tempo determinato stipulati negli anni per la copertura di posti correlati alle attività tecniche ed amministrative, tutti i contratti a tempo determinato dei CEL (collaboratori ed esperti linguistici), tutti i contratti stagionali per la copertura delle attività agricole, orticole e botaniche stipulati continuativamente nel tempo.
Secondo punto
Redazione di una graduatoria degli stabilizzandi che, tenuto conto dei criteri generali della “Nicolais”, sia frutto di un accordo fra le parti sui criteri da impiegare per la sua formulazione, ad esempio: a parità di punteggio si privilegia il più giovane/vecchio anagrafico, il lavoro svolto a tempo determinato presso l’Università “vale più” di quello svolto altrove etc. considerando tutte le casistiche necessarie.
Terzo punto
Una volta perfezionate le graduatorie degli stabilizzandi, assunzione immediata di un numero di lavoratori il cui costo sia coperto dall’ammontare della cifra recuperata dalle cessazioni intervenute nel 2006 nella misura del 35% del totale della cifra risparmiata, come prevede la norma anche in caso di “sforamento” del tetto del 90%
Quarto punto
Nelle more della stabilizzazione, in attesa dei necessari sviluppi normativi e legislativi che dovranno interessare il dibattito politico-sindacale nazionale in merito a deroghe e risorse, trasformazione d’ufficio in contratti a tempo determinato (poiché la selezione è gia stata a suo tempo sostenuta da questo personale) degli attuali contratti co.co.co. dei precari “storici”, ex tempi determinati, e reintegro a domanda, a tempo determinato, di coloro che nel frattempo avessero interrotto, per qualsiasi motivo,il rapporto di lavoro con l’Amministrazione avendo tuttavia già maturato il requisito base del contratto triennale.
Quinto punto
Determinazione del numero complessivo di contratti stipulabili a tempo determinato allo scopo di garantire, attraverso una selezione pubblica, il 60% di posti riservati a personale che abbia svolto in Ateneo contratto di collaborazione di durata perlomeno annuale.
Tenuto conto dell’altissimo numero di contratti di questa tipologia presenti in Ateneo, la nostra richiesta è che si provveda alla programmazione ed attivazione di un numero di contratti a tempo determinato pari al limite massimo consentito dal CCNL: il 20% degli organici stabili.
Sesto punto
Tempestiva predisposizione, a cura del Direttore Amministrativo, di una modulistica per le domande di stabilizzazione, adeguatamente pubblicizzate nei confronti di tutti gli interessati.
Settimo punto
Concordare iniziative per sensibilizzare il governo sul problema della stabilizzazione dei ricercatori a tempo determinato, assegnisti, borsisti etc. poiché al momento non esiste alcuna norma o procedura prevista in questo senso.
Questa situazione non è accettabile, tanto più se si considera che il programma della coalizione al governo prevedeva come punto qualificante il rilancio della ricerca ed il reclutamento di giovani ricercatori da sottrarre alla cosiddetta “fuga dei cervelli”.
Questa, sostanzialmente, l’agenda che abbiamo deciso di proporre al primo incontro sul tema delle stabilizzazioni.
Alcuni di questi interventi devono avere carattere di urgenza, per far sì che non si creino vulnus insanabili nei confronti di chi attende da tempo, legittimamente, la stabilizzazione. Altri devono trovare ancora un provvedimento normativo e legislativo di carattere nazionale che dia concretezza e realizzabilità al combinato disposto di legge finanziaria e direttiva Nicolais.
Ci sono delle cose che certamente non possiamo risolvere solamente con la trattativa di Ateneo, ma riteniamo che il pacchetto vertenziale esposto in questo documento informativo costituisca la necessaria base di partenza per affrontare bene il problema e non rischiare di perdere per strada anche un solo posto di lavoro.
Durante la trattativa prevediamo appuntamenti assembleari col personale precario, che saranno tempestivamente comunicati.
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