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Presentata dal Ministero una bozza del decreto sulla nuova disciplina del dottorato di ricerca

Si confermano i dottorati senza borsa di studio.

29/09/2011
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E’ stata presentata dal Ministero, ad un incontro tenuto con l’ADI (Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani), la bozza ufficiale del nuovo regolamento per i dottorati di ricerca.

Lo schema di decreto mantiene in gran parte confermata la legislazione e la regolamentazione vigente.

Appare inaccettabile che venga confermata la distinzione tra dottorati senza borsa e con borsa, nonché la possibilità per gli atenei di stabilire contributi economici per la partecipazione al dottorato.

Il numero minimo di borse per ciclo di dottorato è innalzato a 6, questo comporterà una riduzione drastica dell’offerta formativa in considerazione della costante riduzione dei finanziamenti, particolarmente grave in quei settori di base e non applicativi dove la possibilità di reperire risorse esterne è minore. Peraltro, se il D.M. del 30 aprile 1999 stabiliva l’importo della borsa di studio poteva essere aumentato per l’eventuale periodo di soggiorno all’estero nella misura non inferiore del 50 per cento, il regolamento pone invece quello del 50% come limite massimo.

 Vengono fatti piccoli passi avanti verso una maggiore internazionalizzazione, che rischiano di rivelarsi però inadeguati in assenza di interventi più decisi di finanziamento e di programmi per la mobilità e l’accoglienza degli studenti stranieri. In particolare, se sono positivi l’obbligatorietà della stesura dei bandi anche in lingua inglese e la loro pubblicazione sul sito europeo Euraxess, nonché la previsione che una sintesi del lavoro di tesi venga stilato in lingua inglese, appare opportuno che in considerazione della specificità di aree scientifiche e settori disciplinari specifici venga resa possibile l’utilizzo di lingue europee diverse dall’inglese.

Ancora, se è opportuno il requisito che i membri del collegio di dottorato debbano avere ottenuto risultati di ricerca di livello internazionale, restano però ferme tutte le incertezze connesse alla riforma dell’Anvur, dei suoi compiti e dei parametri e modalità della sua attività di valutazione.

All’articolo 6 è previsto che l’accreditamento sia attribuito dal Ministero su parere dell’Anvur e sulla base di uno specifico decreto ministeriale. Il meccanismo di accreditamento, differentemente dal precedente regolamento che si limitava a stabilire i requisiti di idoneità dei corsi di studio, può determinare una forte discrezionalità di intervento da parte del ministero, appare peraltro incomprensibile perché il parere del Anvur non possa essere vincolante relativamente all’accreditamento.

 Il regolamento chiarisce in molti punti essenziali diritti e doveri dei dottorandi, ma appare incerto e necessario di approfondimento quanto disposto dall’articolo 10 in relazione alle co-tutele con le imprese e l’apprendistato di alta formazione. L’articolo 11 sancisce in maniera più stringente il finanziamento delle borse di dottorato sulla base della valutazione delle strutture, della produzione scientifica e della qualità didattica offerta, della internazionalizzazione e delle capacità ricettive dell’ateneo. Sono tutte previsioni in buona parte positive, ma che nell’attuale contesto di sotto-finanziamento del sistema rischiano di favorire poche università “virtuose” a scapito della maggioranza degli atenei in difficoltà, particolarmente quelli a vocazione generalista e con maggiori deficienze edilizie e abitative.

Nonno, cos'è il sindacato?

Presentazione del libro il 5 novembre
al Centro Binaria di Torino, ore 18.

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