In tante Università cresce la protesta
Dalle mobilitazioni degli Atenei un segnale forte per cambiare la Legge di Stabilità.
Il 17 novembre è stata una giornata importante per le mobilitazioni che hanno coinvolto il mondo universitario.
Dal flash mob alla stazione ferroviaria di Trastevere dei ricercatori precari e degli studenti, alla conferenza stampa di presentazione delle richieste di modifica alla Legge di stabilità, e soprattutto alle tante iniziative che hanno visto protagonisti i lavoratori dell’Università.
Nei giorni scorsi era partita l’Università di Bergamo con la proclamazione dello sciopero di ateneo il 10 novembre e che ha fatto da apripista a tutte le iniziative che si sono svolte un po’ in tutte le Regioni.
Da Foggia a Firenze, da Messina a Genova e poi a Urbino e Cagliari, al Politecnico di Milano, a Trieste, a Venezia, a Potenza e al Politecnico di Torino.
Ma anche Ancona, Macerata, Camerino, Cagliari e Chieti/Pescara, e tanti altri Atenei ancora hanno messo in campo in questa giornata iniziative per portare l’Università fuori dall’emergenza.
Tutti hanno rivendicato risorse adeguate per il rinnovo del contratto scaduto da sei anni e non le “mance” vergognose previste dalla Legge di stabilità. Tutti hanno chiesto che la contrattazione integrativa sia sbloccata e rifinanziata per consentire quelle progressioni economiche che sono diventate ormai un miraggio. In molte Università al personale tecnico-amministrativo si sono uniti, precari docenti e studenti, nella convinzione che i problemi non si risolvono stando ognuno per proprio conto, ma che l’unione di tutte le componenti sia la sola forza per cambiare.
Altre Università hanno in programma iniziative nella prossima settimana.
Il 28 novembre ci sarà la manifestazione unitaria di tutto il Pubblico Impiego con lo slogan “Pubblico6Tu, ContrattoSubito”, da Piazza della Repubblica, dove alle ore 12 è previsto il concentramento, fino a Piazza Venezia.
Il 1 dicembre, per continuare la mobilitazione, tante organizzazioni ed associazioni universitarie promuoveranno un’assemblea nazionale ed una conferenza stampa all’Università La Sapienza di Roma.
E sicuramente non ci fermeremo finché non avremo le risposte adeguate a quello che i lavoratori e il Paese si aspettano e meritano!
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