"Fuori dall'emergenza": alleanze e iniziative diffuse per rilanciare il ruolo pubblico dell'Università e la sua funzione sociale
Bilancio e materiali dell'assemblea nazionale promossa dalla FLC CGIL
Si è conclusa con successo l'assemblea nazionale sull'università "Fuori dall'emergenza" promossa dalla FLC a cui hanno dato un contributo fondamentale le associazioni degli studenti, le reti dei dottorandi, dei ricercatori precari e strutturati e tanti ospiti (sono disponibili le registrazioni dello streaming trasmesso: qui la sessione plenaria dell'1 ottobre, qui quella del 2 ottobre)
Un’assemblea partecipatissima di studenti, personale contrattualizzato, lettori, docenti, precari e strutturati. Due giorni intensi di dibattito in plenaria e in 4 sessioni tematiche parallele in cui si sono confrontati punti di vista, opinioni e idee. Diritto allo studio e offerta formativa, articolazione territoriale finanziamenti e valutazione, reclutamento e precariato, contrattazione, stato giuridico e problematiche delle esternalizzazioni e degli appalti i temi approfonditi. Dalla due giorni emerge con forza l'idea di rilanciare il ruolo pubblico e la funzione sociale dell'università che necessita di finanziamenti da parte dello Stato tali da colmare l'enorme divario che ci separa dai sistemi formativi della maggior parte dei paesi europei ad iniziare da quelli che sono considerati a torto o a ragione i nostri principali partner e competitori. Per non parlare dalla distanza siderale tra noi e gli Stati Uniti piuttosto che la Corea del Sud o l'India.
L'università è diventata lo specchio e il moltiplicatore della crescente disuguaglianza sociale del nostro paese. È necessario una radicale inversione di rotta. Il crollo delle immatricolazioni, l'espulsione dei precari, le sempre più degradate condizioni di lavoro di tutto il personale sono problemi connessi. Dobbiamo rafforzare le reti e fare coalizione per costruire una risposta all'altezza. Serve porre nel dibattito pubblico la necessità di un sistema universitario nazionale. Di una università come grande infrastruttura dello sviluppo economico, culturale, civile.
Serve un diritto allo studio all'altezza del bisogno sociale di sapere e integrato in un welfare che deve essere universale.
Serve un massiccio reclutamento che permetta di recuperare come prima cosa le migliaia di posizioni stabili perse in questi anni partendo da un intervento straordinario che deve aggiungersi a un reclutamento ordinario e ciclico contestualmente alla cancellazione dei contratti precari e iperprecari come l'assegno di ricerca. Si deve mettere in discussione nettamente e senza appello l'Anvur che accompagna il declino del nostro sistema universitario attraverso processi di governo e indirizzo delle risorse basati su pseudo indicatori, pseudoscientifici. Bisogna farlo costruendo una contronarrazione della valutazione alternativa a quella attuale partendo però dalle finalità del sistema universitario nazionale e in conseguenza di ciò da indicatori coerenti.
Serve una nuova democrazia partecipata prendendo atto del fallimento della legge 240/10. Serve una vera contrattazione che torni ad affrontare i nodi dell'organizzazione del lavoro e dello sviluppo professionale, dei tempi e dei carichi di lavoro, della qualità del lavoro fuori degli slogan e dalle architetture normative attuali a partire dalla legge 150, della formazione e naturalmente dei salari.
Le proposte, le tematiche da approfondire, tutta l'elaborazione di questi giorni verranno rese a breve disponibili. Soprattutto crediamo debba essere la base di un percorso di iniziative diffuse sul territorio presupposto di una grande mobilitazione nazionale a sostegno delle rivendicazioni e delle proposte che sono già emerse insieme a quelle che emergeranno nei prossimi giorni.
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