Emergenza Coronavirus e criticità post lockdown nell’università
FLC CGIL, CISL FSUR, UIL Scuola Rua, SNALS Confsal e GILDA UNAMS scrivono al Ministro Manfredi.
Al Ministro dell’Università e della Ricerca
Prof. Gaetano MANFREDI
e p.c. Ai Magnifici Rettori
Ai Direttori Generali
LORO SEDI
OGGETTO: Criticità post Lockdown settore Università – Richiesta incontro urgente
Con la nota dell'11 maggio scorso le scriventi Organizzazioni Sindacali hanno rappresentato una serie di criticità che stanno interessando il Sistema Universitario relativamente alle misure organizzative assunte da una parte degli Atenei per la cosiddetta “Fase 2” dell’emergenza epidemiologica da Covid-2019, che, ad avviso delle scriventi, si ritengono non prudenti e coerenti con le previsioni di legge, con gli accordi definiti tra Governo e parti sociali e con gli adempimenti in materia di sicurezza, prevenzione e protezione sui luoghi di lavori.
Specie con riferimento alle previsioni di cui all’art.87 del DL 18/2020, è stato necessario interessare più volte il Ministro per la Pubblica Amministrazione affinché fosse ribadito il rispetto delle direttive e delle circolari emanate a tal riguardo, a causa di interpretazioni e applicazioni singolari del disposto normativo che, nonostante tutto, in nome dell’autonomia di cui godono le Università, in talune Istituzioni continuano ad essere inosservate determinando forti tensioni sociali.
Allo stato dobbiamo prendere atto di una situazione molto eterogenea che tuttavia è riconducibile a due condotte prevalenti di parte datoriale, una più prudente e in linea con le previsioni normative, l’altra più “ardita” che si spingerebbe a ricondurre l’organizzazione del lavoro ad una piena presenza in servizio del personale alla condizione “pre Covid”, ma con tutte le criticità derivanti dalla crisi emergenziale, senza essere rispettate pienamente le previsioni di cui all’art.87 del DL n.18/2020 unitamente a tutti gli adempimenti in materia di sicurezza e prevenzione sui posti di lavoro.
Quest’ultima condotta, peraltro, sembra essere riconducibile ad un univoco indirizzo informale che, a nostro avviso, sottovaluta il rischio Covid 2019 ancora esistente e, in prospettiva, potenzialmente di significativa importanza pensando ai prossimi mesi di ottobre e novembre, durante i quali si prevede una ripresa importante dei contagi.
Nel rappresentare forte preoccupazione per le conseguenze che potrebbero derivare dall’assunzione di scelte non orientate alla massima prudenza e alla protezione e sicurezza dei lavoratori e dell’utenza dell’intero Sistema Universitario, le scriventi OO.SS. ribadiscono la necessità di definire in sede MUR un protocollo generale concernente le specifiche misure per garantire la sicurezza dei lavoratori del settore, nonché gli indirizzi comuni per l’individuazione delle attività indifferibili di cui all’art.87, comma 1, del DL 18/2020 convertito dalla Legge n. 27/2020 per le finalità
di cui all’art.263 del DL 34/2020. Pertanto si chiede la convocazione di un apposito incontro.
Ciò potrebbe consentire di contemperare, in un’ottica di massima solidarietà, sia l’esigenza dei lavoratori che manifestano la propria volontà di rientrare in servizio per garantire le attività indifferibili previa garanzia dei requisiti di sicurezza necessari, sia i lavoratori maggiormente abbisognevoli di tutela. Quanto sopra in un’ottica di progressivo ritorno alla normalità nei tempi sanciti dalla Legge, da non forzare ad ogni costo per dimostrare che le Università “sono aperte”. Gli Atenei non hanno mai “chiuso” e hanno garantito tutti i servizi a distanza anche nel periodo di blocco totale. Questo è il primato che il Ministro può sicuramente vantare.
I lavoratori dell’Università, come tutto il Popolo italiano, hanno sentito significativamente il peso del Lockdown e in vista della possibile prossima ondata dell’epidemia, giunge forte alle scriventi il bisogno dei lavoratori di massima tutela, nella certezza che sarà molto difficile sostenere un ulteriore blocco totale del Paese.
In attesa di un celere riscontro, si rappresenta che, in assenza della definizione del suddetto protocollo, le scriventi OO.SS. saranno costrette ad attivare tutti gli strumenti di lotta necessari per la tutela dei lavoratori, non escludendo il ricorso alla proclamazione dello stato di agitazione nelle singole sedi e a livello nazionale qualora costrette.
Cordialmente.
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