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DDL Gelmini sull'università, le voci della protesta degli atenei. Aggiornamento

Alcuni documenti sulle iniziative che si sono svolte in occasione della giornata di mobilitazione nazionale sul Disegno di Legge Gelmini.

20/05/2010
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Pubblichiamo di seguito alcuni tra i documenti giunti in redazione che testimoniano l'andamento della giornata di mobilitazione che ha visto gli atenei italiani al centro di una serie di iniziative: assemblee, occupazioni, cortei, conferenze stampa e momenti informativi,... Tutte con un unico obiettivo: sensibilizzare i lavoratori dell'università e l'opinione pubblica sulle conseguenze che l'approvazione del DDL Gelmini avrebbe sulla vita degli atenei.

Domani, 19 maggio, altro appuntamento di carattere nazionale con il presidio che le organizzazioni sindacali e della docenza universitaria hanno programmato a Roma. Appuntamento alle 10.30 davanti al Senato, dove prosegue la discussione dei Disegno di Legge.

Roma, 19 maggio 2010
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"Ombre laboriose" all'Università Politecnica delle Marche
Grande partecipazione alla mobilitazione contro il DDL Gelmini e in difesa dell'università e ricerca pubbliche all'Università Politecnica delle Marche. Dopo aver esposto fuori dalla finestra della facciata principale che dà su Piazza Roma un lenzuolo bianco con la scritta "QUALE FUTURO PER L'UNIVERSITÀ" la formula adottata dalla protesta è stata l'occupazione per alcune ore del Rettorato, con la Sala del Consiglio gremita di ricercatori e personale Tecnico e Amministrativo e una rappresentanza di professori, studenti e amministratori locali, oltre che ovviamente le RSU e le Organizzazioni Sindacali che hanno sostenuto la protesta.

Diverse decine di ricercatori, compresi assegnisti, borsisti, dottorandi, indossavano una mantellina di plastica bianca, con davanti la scritta "SIAMO OMBRE LABORIOSE" e dietro disegnato un fantasma, quello che potrebbe diventare la ricerca universitaria senza modifiche sostanziali al DDL e lo stato d'animo dei ricercatori per essere messi, nei fatti, ad "esaurimento" visto che il DDL prevede solo la figura di ricercatore a tempo determinato aggravando, in questo modo, il precariato proprio in un settore così delicato e strategico per l'università e per il Paese.

Se il DDL non verrà modificato anche i ricercatori dell'UNIVPM continueranno ad essere "laboriosi" ma solo nella ricerca, rifiutando di effettuare la didattica nel prossimo anno accademico. Se si astenessero la Politecnica perderebbe il 40% delle lezioni, oltre un terzo del totale.

Il Senato Accademico, in una nota, condivide le preoccupazioni dei ricercatori e boccia il DDL 1905 "La riforma mantiene i tagli al finanziamento degli atenei ed è un grave vulnus alla loro autonomia".

Il Senato chiede che "vengano evitate disparità di opportunità tra ricercatori a tempo indeterminato e nuove figure a tempo determinato e un piano pluriennale di reclutamento di personale docente di 200 posti l'anno per 6 anni".

Una questua simbolica ha concluso la manifestazione: i ricercatori hanno chiesto un contributo di 1 euro (raccogliendone quasi 200) che serviranno, assieme a quelli raccolti in tutta Italia, per effettuare una giocata al Superenalotto e sperare così che ci pensi la Dea bendata ad assicurare ai ricercatori e alla ricerca italiana un futuro un po' più stabile. Un gesto dettato dall'esasperazione, caratterizzato da una nota di ironia, che verrà replicato sabato 22 maggio in piazza Roma in occasione del prossimo presidio di protesta.
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"Cervelli in FOGA" all'Università degli Studi di Verona

Anche nell'Ateneo di Verona, come negli altri atenei del nostro Paese, il 18 maggio si è svolta la manifestazione-presidio davanti al Rettorato.

Tutti i presenti erano fortemente motivati e "creativi". I partecipanti hanno anche tentato di interloquire con il Rettore, a fine manifestazione, senza ottenere risultati.

In compenso però, c'è stata molta attenzione da parte della stampa e delle TV locali che hanno mandato in onda alcuni servizi sulla protesta dell'Ateneo veronese; diverse le interviste radiofoniche.

Per i prossimi giorni sono in programma altre iniziative. Tra queste, si potrebbe tenere un'assemblea generale di ateneo per affrontare il tema delle possibili ricadute che il DDL avrà su tutte le componenti universitarie: docenti, personale t.a., precari ecc.

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L’Università di Firenze solidale con le famiglie a Firenze e in tutta l’Italia
per il diritto alle classi a tempo pieno nella Scuola pubblica e statale

L’Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Università di Firenze (professori, ricercatori, lettori/cel, tecnici-amministrativi, precari docenti e tecnici-amm, lavoratori in appalto), insieme agli studenti, in occasione dell’occupazione del Rettorato dell’Ateneo in Piazza San Marco il 18 maggio, contro i forti tagli delle risorse al sistema universitario pubblico e contro la riforma aziendalistica e privatistica delle Università del Ministro Gelmini, esprime piena solidarietà e vicinanza alle più di 600 famiglie fiorentine che vedono negate in questi giorni le loro richieste di formazione scolastica per i propri figli a causa dei pesanti tagli di organico e risorse ai danni della Scuola pubblica e statale.

Infatti a causa di un taglio epocale, il più drastico del dopoguerra, per il prossimo anno scolastico saranno eliminati i posti di lavoro di 25.600 docenti e di 15.000 personale tecnico e amministrativo. Di conseguenza da settembre 600 bambini delle scuole elementari di Firenze non potranno più usufruire del tempo pieno e dovranno uscire alle 12.30 anziché alle 16.30 creando gravissimi problemi ai genitori che lavorano e che non possono permettersi una baby-sitter e non vogliono la scuola privata né la scuola parcheggio. Su 97 classi a tempo pieno richieste dalle famiglie, saranno garantite solo 73, ovvero un taglio di quasi il 25 per cento.Questa situazione sta portando a una vera e propria emergenza sociale a Firenze, come nel resto dell’Italia.

Per questi motivi l’Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Università di Firenze chiede il tempestivo intervento delle istituzioni locali e della Regione Toscana per assicurare la formazione di tutte le classi a tempo pieno richieste dalla famiglie fiorentine e aderisce alla manifestazione cittadina indetta a Firenze dalle organizzazioni sindacali, dai comitati di genitori e insegnanti e dalle forze democratiche per giovedì 3 giugno alle ore 17.30 (luogo da definire) in difesa della Scuola pubblica e statale.

Approvato all’unanimità con un voto contrario.

Firenze, 18 maggio 2010
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Assemblea sindacale all’Università del Molise: continuare la mobilitazione e le azioni di contrasto

La giornata di lotta che ha coinvolto tutte le Università italiane ha visto la partecipazione anche del personale dell’Università del Molise, il quale, con un’assemblea sindacale, ha inteso affrontare i temi riguardanti il disegno di legge Gelmini sull’Università. Per l’occasione mercoledì 19 maggio si sono confrontati docenti, ricercatori, precari e personale tecnico amministrativo. L’ampio schieramento di forze che ha organizzato le iniziative in tutta Italia e che ha promosso il presidio al Senato, in occasione della discussione sul disegno di legge Gelmini, è un riferimento importante per una mobilitazione che avrà bisogno di allargare il consenso nel Paese contro i tagli e per contrastare un disegno di legge che mette in discussione l'autonomia e la democrazia, precarizza ulteriormente la figura dei ricercatori e ridimensiona drasticamente il diritto allo studio, abbassando gli atenei alle logiche del mercato.

L'assemblea dell’ateneo molisano, dopo un ampio dibattito:

  • Decide la prosecuzione della mobilitazione e dello stato di agitazione contro il DDL governativo che appare orientato a completare il processo di demolizione dell'Università pubblica, con conseguenze ancora più gravi negli atenei meridionali, anche per gli effetti del meccanismo dell'accreditamento dei corsi di studio e del blocco del turn-over del personale;

  • Impegna la struttura della FLC CGIL ad intensificare l’iniziativa;

  • Invita i consigli di facoltà a prendere posizione sui contenuti del DDL governativo adottando decisioni, ove possibile, che sostengano la protesta contro il progetto di legge;

  • Sollecita il Consiglio di Amministrazione ed il senato Accademico ad esprimere con chiarezza le loro posizioni rispetto al DDL in discussione in Parlamento e ad adottare deliberazioni conseguenti.

  • Richiede agli organismi di facoltà e di ateneo di assumere determinazioni univoche in ordine all'offerta formativa che potrà garantire in futuro l'ateneo pronunciandosi anche sull'effettiva possibilità di avviare il prossimo anno accademico.

Per il Molise, lo si ricorda, i tagli previsti comporteranno meno risorse a disposizione del bilancio dell’Università per circa 2 milioni di euro in meno. Si tratta di un taglio inaccettabile che non riguarda solo il salario del personale ma che comporta anche una drastica riduzione delle spese correnti (didattica, ricerca, utenza, affitti, manutenzioni, pulizia, ecc). La necessità di proseguire nella mobilitazione è stata ribadita anche dalla segretaria regionale della CGIL Molise, Erminia Mignelli, intervenuta all’assemblea.

Campobasso, 19 maggio 2010

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FLC CGIL Campania - FLC CGIL Napoli
Comunicato stampa

Forte partecipazione alla giornata di mobilitazione contro il ddl Gelmini ed i tagli alla formazione ed alla ricerca universitaria negli atenei napoletani e regionali.

All’Università Federico II di Napoli il presidio/assemblea, che ha visto la partecipazione tutte le componenti dell’Ateneo, ha simbolicamente occupato il rettorato ed ha discusso dei contenuti del ddl Gelmini ancora all’esame del Senato. L’assemblea ha licenziato un documento conclusivo in cui si ribadiscono le ragioni della protesta dei ricercatori che, in tutte le facoltà dell’Ateneo, hanno dichiarato l’indisponibilità ad assumere incarichi di insegnamento per il prossimo anno accademico (2010/2011) nel caso in cui il disegno di legge non dovesse mutare nella sostanza

Anche alla seconda università di Napoli (SUN) la mobilitazione ha visto protagonisti i ricercatori, precari, professori, personale tecnico-amministrativo e studenti, con un presidio assemblea tenuto davanti al rettorato dell’Ateneo.

Una forte partecipazione di studenti, ricercatori, docenti, presidi e di personale tecnico amministrativo, si è registrata nell’assemblea/presidio tenuta presso l’Università Parthenope di Napoli. Molti degli interventi che si sono susseguiti hanno sottolineato le condizioni critiche in cui sono precipitate ormai tutte le università italiane che, anche per la riconfermata volontà del governo di tagliare ulteriormente i finanziamenti statali, potrebbero trovarsi nella condizione di dover ridurre l’offerta formativa con la chiusura di uno o più corsi di laurea.

Rappresentanti delle varie Facoltà hanno manifestato il loro stato di forte disagio e proposto alcune modalità di agitazione. Fra esse l’occupazione “simbolica” del Rettorato in concomitanza con lo svolgimento del Senato Accademico e due giorni di astensione dalla didattica.

Presidi e assemblee di tutte le componenti universitarie si sono svolte anche a Salerno e nell’Università del Sannio.

Pullman con delegazioni di tutti gli atenei campani partiranno da Napoli e dalle altre sedi universitarie regionali per partecipare alla manifestazione davanti al Senato indetta per il giorno 19 maggio.

La protesta proseguirà nelle prossime settimane con altre iniziative di piazza.

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Università Insubria (Como e Varese)

All'assemblea unitaria che si è svolta dalle 11 alle 13 e aperta a tutto il personale, hanno partecipato anche i rappresentanti degli studenti. Sono state illustrate le linee guida del disegno di legge Gelmini. Presenti, tra gli altri, Giacomo Licata, Segretario generale FLC CGIL Como e Angelo Vicini, Segreteria regionale CISL Università.

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FLC CGIL - UILPA - CISL UNIVERSITÀ - CONFSAL SNALS - RDB
Modena

Comunicato stampa

Protesta contro il DDL Gelmini: i ricercatori universitari minacciano il blocco della didattica per il prossimo anno accademico

Protesta molto partecipata stamattina martedì 18 maggio dei ricercatori dell'Università di Modena e Reggio Emilia che hanno occupato simbolicamente per 4 ore il Rettorato in via Università a Modena.

La protesta rientra nella settimana di mobilitazione nazionale dal 17 al 21 maggio del personale docente, ricercatori, personale tecnico-amministrativo e collaboratori esperti linguistici delle Università di tutta Italia contro il Disegno di legge Gelmini di riforma universitaria.

I ricercatori sono particolarmente colpiti da questa vera e propria controriforma che precarizza ulteriormente il loro ruolo, senza garantire prospettive certe di inserimento strutturato nell'Università. Si prevede infatti la nascita della figura del ricercatore a tempo determinato con contratto di 3 anni rinnovabili per altri 3, senza garantire le risorse che permettano di bandire i concorsi per stabilizzare personale sulla cui formazione l'Università ha investito da anni.

I ricercatori da tempo insegnano nei corsi dell'Università (ed oggi ne gestiscono il 30%) a titolo di puro volontariato, perché l'insegnamento non rientra nei loro compiti istituzionali: per questo hanno deciso, come forma estrema di protesta, di astenersi dall'insegnamento nel prossimo anno accademico 2010-11, se non verrà modificato il DdL Gelmini che li penalizza, non riconoscendo fra l'altro questa attività didattica.

Il 70% dei ricercatori di tutto l'Ateneo ha già aderito formalmente a questa forma di protesta, che può mettere seriamente a rischio la programmazione degli insegnamenti dell'Università per il 2010-2011.

Oltre alle ragioni dei ricercatori, i dipendenti dell'Università protestano anche per chiedere la modifica del Decreto Brunetta (n.150/2009) che esclude a priori il 25% del personale tecnico amministrativo e dei collaboratori esperti linguistici dalla distribuzione delle risorse economiche della contrattazione decentrata.

Si chiede inoltre che il Governo destini risorse adeguate a garantire il diritto allo studio universitario, oggi fortemente a rischio a causa dell'aumento delle tasse universitarie del 20% deciso dall'Ateneo per far fronte ai tagli su Università e Scuola decisi dalla legge 133/2008.

Durante la settimana di mobilitazione è prevista anche l'assemblea di tutto il personale – docenti, ricercatori, tecnico-amministrativo e collaboratori esperti linguistici - per giovedì 20 maggio per decidere ulteriori iniziative di lotta a difesa dell'università pubblica di qualità.

All'assemblea è stato invitato a partecipare il Rettore Aldo Tomasi che ha garantito la sua presenza. Già stamattina, Tomasi ha ricevuto una nutrita delegazione di ricercatori accogliendo la lettera di protesta che gli hanno consegnato e intrattenendosi a lungo con loro.

Tomasi condividendo le preoccupazioni dei ricercatori rispetto ad alcuni aspetti del Ddl, ha però chiesto loro di recedere dalla protesta che intendono mettere in atto perché danneggerebbe tutta l'università di Modena e Reggio Emilia, ricercatori compresi, paralizzerebbe l'Ateneo dando pretesto per ulteriori riduzioni di fondi al Governo. A fronte dei tagli che innegabilmente da alcuni anni colpiscono l'università italiana, Tomasi ha detto di essere impegnato in un confronto a tutto campo con le istituzioni locali, regionali e con le associazioni economiche per continuare a garantire nel nostro Ateneo una ricerca e un insegnamento di qualità. Il confronto sul Ddl Gelmini e le rivendicazioni dei ricercatori in merito ad aspetti come lo status giuridico e gli avanzamenti di carriera, continua giovedì 20 maggio.

Modena, 18 maggio 2010
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FLC CGIL Milano
Comunicato stampa

Statale, Bicocca e Politecnico protestano contro DDL Gelmini

Nell'ambito della mobilitazione nazionale che ha oggi coinvolto tutti gli atenei italiani, anche negli atenei milanesi si sono svolte assemblee e azioni di protesta contro il ddl Gelmini prossimo all'approvazione in Senato.

All' Università Statale si è svolta, in mattinata, un'assemblea convocata dalle RSU cui hanno partecipato le diverse componenti d'ateneo (tecnici-amministrativi, ricercatori strutturati e non, studenti). L'assemblea, partecipata da centinaia di persone, si è conclusa con l'occupazione simbolica del Rettorato. In assenza del rettore i manifestanti hanno presentato le ragioni della protesta al Direttore amministrativo dell'Ateneo.

Nel pomeriggio si è svolto, presso l'Università Bicocca, un presidio dei ricercatori strutturati e precari ed un'assemblea indetta dalle RSU d'ateneo. Entrambe le componenti hanno poi deciso di andare a rappresentare le ragioni della mobilitazione al c.d.a dell'Università, in corso nello stesso momento. Al Rettore si è chiesta la convocazione degli Stati Generali d'Ateneo ed una presa di posizione chiara contro la riforma. Sono stati i ricercatori che siedono in c.d.a. ad accogliere la richiesta di convocazione d'una assemblea generale d'ateneo e a farsi carico dell'organizzazione della stessa, data l'indisponibilità del Rettore a farlo in prima persona.

Sempre nel pomeriggio si è svolto al Politecnico un presidio di ricercatori e amministrativi in concomitanza con un'iniziativa di presentazione dei 4 candidati alla carica di Rettore. Ai candidati i manifestanti hanno chiesto di esprimersi in merito al disegno di legge governativo che, ricordiamo, conferma i tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario degli atenei, rivede le procedure di reclutamento dei ricercatori introducendo la figura del ricercatore a tempo determinato e razionalizza i dipartimenti universitari.

Le iniziative di mobilitazioni proseguono domani, 19 maggio, con una manifestazione nazionale dinanzi al Parlamento.
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FLC CGIL Cosenza
Comunicato stampa

Questa mattina alle ore 10.00 è cominciato il concentramento di studenti, ricercatori precari e strutturati, personale tecnico amministrativo, tutti per dire No al DDL Gelmini; sotto l'onda della settimana di mobilitazione indetta dalle organizzazioni sindacali e le organizzazioni della docenza.

A conclusione del sit-in ci si è incamminati alla volta del rettorato. In centinaia hanno invaso pacificamente gli uffici ed hanno occupato simbolicamente la stanza "Guarasci" del Consiglio di Amministrazione, interrompendo una riunione post-consiglio.

A conclusione dell'assemblea ci si è impegnati ad indire una assemblea generale di ateneo da svolgersi nei prossimi giorni. Perché adesso è il momento di agire, adesso che il DDL è in discussione al parlamento.
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FLC CGIL Genova
Comunicato stampa

Questa mattina le Organizzazioni Sindacali CISAL, FLC CGIL, CISL Università, CNU, CONFSAL Cisapuni, UGL Università e Ricerca, UIL PA-UR dell'Università degli Studi di Genova, nell'ambito della settimana di mobilitazione nazionale delle Università dal 17 al 22 maggio, hanno indetto un'assemblea generale con occupazione simbolica del Rettorato dalle ore 7 alle ore 11, contro il DDL sull'Università e contro lo smantellamento dell'Università pubblica.

La partecipazione è stata ampia e proficua. Già dalle ore 7 l'atrio del Rettorato era gremito di personale tecnico-amministrativo, ricercatori e studenti.

Dalle ore 7,30 alle ore 8 l'occupazione è stata ripresa in diretta su Rai 3 Liguria nel programma Buongiorno Regione con interventi di FLC CGIL, di una ricercatrice e di una dottoranda che hanno cercato di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza della mobilitazione.

Successivamente si è tenuta l'assemblea nell'atrio del Rettorato dove la discussione è stata incentrata sia sul Disegno di Legge Gemini che sui provvedimenti già adottati dal Governo e quelli in corso di predisposizione.

Nel frattempo si riuniva il Senato Accademico per cui l'assemblea è stata spostata davanti all'Aula Mazzini e una delegazione è entrata per presentare un documento (riportato di seguito) nel quale si richiedeva una presa di posizione da parte del Senato Accademico, che nel corso della seduta ha provveduto a disporre (ma che al momento non è ancora disponibile per la pubblicazione).

L'assemblea ha deciso di convocare gli Stati generali dell'Università per venerdì 21 maggio dalle ore 10 alle ore 12 presso l'Aula Magna del Rettorato per continuare a discutere e a confrontarsi circa le future mobilitazioni da attuare.

Genova, 18 maggio 2010
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Ai componenti del Senato Accademico

L'Università italiana è al centro di un insieme di azioni e scelte politiche di Governo destinate a mutarne radicalmente il profilo e la missione. I provvedimenti già adottati e quelli in corso di predisposizione, a partire dalla Legge 133/08 per arrivare al DDL Gelmini attaccano in profondità i punti nevralgici del suo funzionamento e determinano un'alterazione genetica radicale della sua identità.

Dal 17 al 22 maggio, le Organizzazioni Sindacali e le associazioni della docenza universitaria hanno indetto una settimana di mobilitazione in tutte le Università.

La mobilitazione avrà i suoi momenti più significativi nell'occupazione dei Rettorati martedì 18 e in una manifestazione a Roma davanti al Senato mercoledì 19 alle ore 10.30.

Le ragioni della protesta sono legate alla drammatica condizione in cui versano gli Atenei per effetto dei tagli al finanziamento in parte già attuati, ed in parte da attuare nel 2011 e 2012.

Una proiezione della Conferenza dei Rettori stima al 1 gennaio 2011 il momento di insostenibilità finanziaria per gran parte degli Atenei.

Già oggi molte Università sono in una condizione di deficit crescente che impone il taglio dei corsi, dell'offerta formativa, della ricerca; in qualche caso hanno annunciato l'impossibilità a breve di pagare gli stipendi al personale.

A ciò si aggiunge il Disegno di Legge Gelmini in discussione al Senato, che rappresenta una vera e propria controriforma destinata a mutare radicalmente il funzionamento e la missione dell'Università, alterandone la natura aperta e democratica attraverso norme centralistiche e autoritarie, disegnando un'Università pubblica sempre più povera di risorse e qualità, destinata ai pochi che se la possono permettere, con un attacco frontale al diritto allo studio.

A livello nazionale, si accentua l'attacco all'autonomia universitaria con l'attribuzione del potere di valutare l'attività del singolo docente ad una Agenzia nominata dal Ministro. A livello locale, si aumenta ulteriormente di fatto il potere del Rettore e del Consiglio di Amministrazione trasferendo la “competenza disciplinare” dal CUN a “collegi di disciplina” di Ateneo.

Inoltre si aumenta la differenza tra gli ordinari e gli associati, nell'ambito di un modello che sarà sempre più costituito da pochi docenti di ruolo e da una ‘base' amplissima di precari, in presenza di funzioni di docenza svolte e non riconosciute.

Il DDL modifica la natura stessa dell'Università sottraendole il ruolo di sede principale della Ricerca: non è un caso che non si affrontino la questione dei ricercatori e quella dell'accesso delle nuove generazioni.

Nessuna parola invece viene spesa per il personale tecnico-amministrativo che rischia di essere colpito ed emarginato su più fronti: alle conseguenze della Legge Brunetta, che avrà effetti pesantissimi sul terreno della retribuzione e delle condizioni di lavoro, si somma l'esclusione da qualsiasi sede di partecipazione al governo dell'Università.

E' oramai più che evidente che si vuole demolire definitivamente l'Università pubblica, autonoma, democratica, di qualità e aperta a tutti.

Siamo qui a chiedervi di unirvi a noi per dire NO alla distruzione del sistema pubblico di alta formazione e per ribadire che l'Università italiana è una ricchezza ed un'opportunità per l'intero Paese.

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Mozione finale dell'Assemblea di Ateneo riunita il 18 maggio presso il rettorato dell'Università di Palermo

L'assemblea di ateneo assume i documenti elaborati dal coordinamento di ateneo e dopo un ampio dibattito decide la prosecuzione a tempo indeterminato dello stato di agitazione contro il DDL governativo che appare orientato a completare il processo di demolizione dell'Università pubblica, con conseguenze ancora più gravi negli atenei meridionali, anche per gli effetti del meccanismo dell'accreditamento dei corsi di studio e del blocco del turn-over del personale.

L'assemblea decide di riconvocarsi entro il 27 maggio e ritiene che solo una vasta mobilitazione di tutte le componenti universitarie possa contrastare l'approvazione di un provvedimento che è sostenuto non solo dalla Conferenza dei rettori (CRUI) e dalla Confindustria, ma anche da larghi settori dell'attuale opposizione.

Di fronte al rischio che il provvedimento approvato in commissione al Senato venga approvato definitivamente, magari nei mesi estivi, e contro la politica dei tagli indiscriminati che sta allontanando ulteriormente le università italiane dagli standard europei, occorre intensificare la mobilitazione.

Contro i tentativi di divisione e le soluzioni pseudo-corporative che si stanno prospettando vanno praticate forme di lotta che siano incisive, ma che riescano anche a garantire le pratiche di maggiore partecipazione e di condivisione solidale, coinvolgendo gli studenti e le loro famiglie sulle ragioni della opposizione al disegno di legge governativo.

Si riconferma la rinuncia effettiva dei ricercatori al ruolo di garanti per l'attivazione dei corsi di laurea e per, tutti i docenti, la dismissione di tutti i carichi didattici aggiuntivi per il prossimo anno accademico.
Si propone il blocco degli esami nella prossima sessione estiva, anche indicendo giornate di astensione dall'attività didattica, con una possibile articolazione a seconda delle diverse facoltà.
Si promuoveranno assemblee di facoltà per discutere e deliberare sul blocco immediato dell'attività didattica (lezioni ed esami) e sulla eventuale astensione dalla partecipazione agli organi di governo.
Si invitano i consigli di facoltà a prendere posizione sui contenuti del DDL governativo adottando decisioni, ove possibile, che sostengano la protesta contro il progetto di legge.
Si sollecita il Consiglio di Amministrazione ed il senato Accademico ad esprimere con chiarezza le loro posizioni rispetto al DDL in discussione in Parlamento e ad adottare deliberazioni conseguenti.
Si richiede agli organismi di facoltà e di ateneo di assumere determinazioni univoche in ordine all'offerta formativa che potrà garantire in futuro l'ateneo pronunciandosi anche sull'effettiva possibilità di avviare il prossimo anno accademico.

L'Assemblea invita le Organizzazioni della docenza a non intraprendere qualsiasi azione di interlocuzione con il Governo e con l'Opposizione che non sia diretta ad ottenere il ritiro del DDL.

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Documento approvato all'unanimità dall'assemblea generale dell'ateneo di Pisa del 18 maggio 2010

L'Assemblea generale unitaria dell'Università di Pisa, riunitasi il 18 Maggio 2010, ritenendo indispensabile e urgente una vera riforma dell'Università, prende atto che il DDL in discussione al Senato va nella direzione opposta e, aderendo alla mobilitazione nazionale, denuncia:

  • l'intenzione di scardinare il Sistema Nazionale dell'Università pubblica e di svuotarne l'autonomia sia a livello locale sia a livello centrale, concentrando in poche mani (Rettore e Consiglio di Amministrazione) il potere di gestione degli atenei e assoggettando il Ministero competente a quello dell'Economia;

  • l'introduzione di meccanismi concorsuali che potrebbero addirittura accentuare il localismo, senza eliminare i casi di nepotismo e senza premiare il merito;

  • la istituzione della figura del ricercatore a tempo determinato, in aggiunta alla pletora di figure post-dottorato, che non può che aggravare il problema del precariato;

  • l'assenza di qualsiasi riferimento al destino degli attuali ricercatori di ruolo;

  • le generiche indicazioni sul Diritto allo Studio che affidano ciecamente la materia ad un regolamento del Governo;L'Assemblea chiede inoltre al Rettore dell'Università di Pisa:

  • un chiaro pronunciamento da parte degli Organi di governo sui contenutidel disegno di legge;

  • l'avvio sin da subito delle procedure per i concorsi per ricercatore;

  • di procedere alla assunzione degli stabilizzandi;

  • di revocare i provvedimenti di prepensionamento coatto contro iricercatori e di perseguire per essi una soluzione concordata e volontariacome per associati ed ordinari;

  • di aprire momenti di discussione e di confronto pubblico sulla situazionedell'Ateneo, in particolare sull'Ffo;

  • di documentare l'utilizzo dei fondi erogati dalla regione Toscana inapplicazione del protocollo di intesa sull'utilizzo dei brevetti.

  • il divieto degli incarichi di insegnamento a titolo gratuito.

L'Assemblea auspica infine che siano avviate al più presto le procedure elettorali per il rinnovo della carica di Rettore e delle altre cariche accademiche.

Nell'attesa di puntuali risposte sui punti sopraindicati chiede alle Associazioni della Docenza e alle Organizzazioni Sindacali di mantenere lo stato di agitazione di tutto il personale.

Pisa, 20 maggio 2010