Coordinatore ANDU: Lettera ai Senatori della Commissione Istruzione
Egregi Senatori, nel momento in cui Vi apprestate a riprendere i lavori relativi al disegno di legge istitutivo della terza fascia del ruolo dei professori universitari, ritengo possa essere utile per la Vostra attività sapere quanto sta accadendo nell'Università di Palermo.
Ai Senatori della Commissione istruzione
Egregi Senatori,
nel momento in cui Vi apprestate a riprendere i lavori relativi al disegno di legge istitutivo della terza fascia del ruolo dei professori universitari, ritengo possa essere utile per la Vostra attività sapere quanto sta accadendo nell'Università di Palermo.
L'11 marzo scorso il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Sicilia (organo equivalente al Consiglio di Stato) ha respinto la richiesta di sospensione della sentenza del TAR per la Sicilia.
In conseguenza di ciò nell'Università di Palermo lo Statuto, approvato all'unanimità dal Senato Accademico Integrato (SAI), dovrà essere radicalmente cambiato per adeguarlo alla sentenza del TAR che ha deciso che:
1. l'elettorato passivo appartiene esclusivamente ai professori ordinari (contrariamente a quanto previsto in circa 30 Statuti);
2. i ricercatori in quanto tali non possono far parte dei Consigli di facoltà (contrariamente a quanto previsto da 12 Statuti);
3. non si può mettere alcun limite al cumulo delle cariche (contrariamente a quanto previsto in quasi tutti gli Statuti);
4. i presidi debbono essere eletti solo dai professori (contrariamente a quanto previsto da tutti gli Statuti);
5. ordinari, associati e ricercatori, non possono mai "confondersi" in un elettorato attivo e passivo comune (contrariamente a quanto previsto in molti Statuti);
6. i ricercatori in quanto tali non possono votare per il rettore (contrariamente a quanto previsto in molti Statuti);
7. i Senati accademici non possono avere una presenza minoritaria dei rappresentanti delle facoltà (contrariamente a quanto previsto in molti Statuti).
In tal modo l'attività di elaborazione e approvazione dello Statuto da parte del SAI (Organo dell'autonomia statutaria) durata circa 5 anni è stata vanificata da una sentenza di un organismo esterno all'università (il TAR) scritta in pochi minuti con lo stesso rigore giuridico con il quale è stato scritto il parere della Commissione Affari costituzionali sulla legge che vi apprestate ad emendare e a votare.
A Palermo, in conseguenza della sentenza amministrativa basata sull'interpretazione di una legge del 1980 (DPR 382) - superata da tante altre successive leggi -, c'è chi ritiene che "l'organo competente per le modifiche non può che essere il Senato accademico previsto dal testo unico del '33: gli undici presidi e il rettore", come ha dichiarato il prof. Raimondi, leader dei ricorrenti, il 6 marzo 1999 al "Giornale di Sicilia".
La vicenda dell'Università di Palermo assieme a quella della legge in discussione mostra senza ombra di dubbio che una parte minoritaria ma potente dei professori ordinari è disposta a tutto pur di impedire che vengano riconosciuti ai ricercatori e agli associati diritti derivanti dall'attività effettivamente svolta.
È ora del tutto evidente che, anche in seguito alla sentenza del Consiglio di stato contro lo Statuto dell'Università di Perugia, l'autonomia Statutaria è stata cancellata dalla giustizia amministrativa e che pertanto occorra un intervento urgente del Parlamento che sottragga gli Statuti alle bizzarrie dei Tribunali.
L'unico modo per ottenere ciò è definire per legge sugli elettorati attivi e passivi e sulla composizione degli organi collegiali.
A questa determinazione è arrivata anche la Vostra Commissione con l'approvazione in sede di Comitato ristretto del Testo unificato e con la presentazione di emendamenti migliorativi.
Adeguarsi al parere della Commissione Affari costituzionali, oltre che a rappresentare l'accettazione di una plateale e gravissima ingerenza sulle prerogative della Commissione competente, equivarrebbe a consegnare tutti gli Atenei al potere di coloro che hanno mostrato in troppe occasione di essere interessati solo alla salvaguardia dei propri privilegi.
Nunzio Miraglia
coordinatore nazionale dell'ANDU
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