FLC CGIL
Seminario 14 novembre CON/CITTADINANZE – Insieme è meglio, anche a scuola

https://www.flcgil.it/@3825921
Home » Università » CNSU: Autonomia didattica: parere sul Decreto sulle Lauree triennali

CNSU: Autonomia didattica: parere sul Decreto sulle Lauree triennali

Nella seduta di insediamento del C.N.S.U. in data 14/06/2000, il Sig. Ministro ha richiesto come primo impegno istituzionale di questo Organo la formulazione di un parere sullo Schema di Decreto Ministeriale recante la Determinazione delle classi delle lauree universitarie

23/06/2000
Decrease text size Increase  text size

IL CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI

Vista la legge 15 maggio 1997, n.127;

Visto il D.M. del 3/11/1999, n.509;

Vista la nota dell'On.le Ministro del 14/6/2000, prot. ACG/654/2000;

ESPRIME AL SIG. MINISTRO IL PARERE SEGUENTE:

Nella seduta di insediamento del C.N.S.U. in data 14/06/2000, il Sig. Ministro ha richiesto come primo impegno istituzionale di questo Organo la formulazione di un parere sullo Schema di Decreto Ministeriale recante la Determinazione delle classi delle lauree universitarie. Il CNSU è cosciente che il parere che è chiamato ad esprimere risulterà condizionato dal fatto che gli è stato concesso un intervallo di tempo troppo breve per poter aprire un dibattito su un tema così centrale, quale è la riforma universitaria.

Il C.U.N. ha impiegato più di tre mesi per esprimere un parere di questo tipo. Questo Consiglio ritiene dunque di non essere stato messo nelle condizioni di formulare un giudizio tecnico accurato, tenendo conto inoltre che l'organo di nuova istituzione si è insediato per la prima volta solo da una settimana.

Tuttavia la riforma in atto impone la responsabilità di esprimersi in merito ad alcune tematiche che, da studenti, si avvertono come prioritarie nel pensare ai cambiamenti che attendono il mondo universitario nazionale. Cambiamenti, auspicati ormai da molti anni, che impongono una riflessione attenta da parte di tutto il mondo universitario e della società civile su ciò che dovrà essere l'Università del futuro.

Il ventunesimo secolo con l'introduzione della multimedialità, la valorizzazione delle informazioni e delle conoscenze nel processo produttivo impone la necessità di una formazione adeguata per la crescita e l'affermazione della persona e dei diritti di cittadinanza all'interno della società.

Il Consiglio pensa pertanto che anche nel nostro Paese la formazione e la ricerca debbano rivestire un ruolo che sia evidenziato da un intervento adeguato dal lato economico. Se si confrontano le risorse che il nostro Paese destina oggi all'Università ed alla ricerca con quelle degli altri paesi dell'Unione Europea, è bene evidente come non possa essere raggiunto un livello competitivo, efficace ed efficiente.

Si ritiene che l'armonizzazione con il sistema universitario europeo debba essere portata avanti e resa effettiva.

In particolare si ritiene doveroso segnalare che alcuni partners europei stanno tentando di rifondare la preparazione in università su un solido impianto culturale di base che fornisca anzitutto metodi di approccio critico ad una realtà sempre più complessa; si rischia di andare incontro ad una superficiale parcellizzazione di conoscenze adottando un criterio formativo che altri paesi si ritiene superato.

Non è possibile inoltre pensare di attuare una riforma a "costo zero", dovendo porsi anche l'obiettivo di risolvere i problemi strutturali legati alla didattica ed all'offerta formativa: carenza di strutture, inadeguato rapporto quantitativo tra il numero dei docenti ed il numero degli studenti; per non parlare poi dell'alto costo della vita universitaria (testi, alloggi, trasportiŠ).

Il CNSU ritiene che l'attuazione della riforma in regime di autonomia debba trasformarsi in una competizione virtuosa tra atenei che porti ad un innalzamento della qualità dell'offerta didattica, della ricerca e dei servizi agli studenti attraverso l'attribuzione alle università di strumenti adeguati alla realizzazione di una efficace autonomia didattica e finanziaria. Tale competizione dev'essere costantemente sorretta e guidata da adeguati strumenti di valutazione qualitativa.

Uno degli obiettivi individuati della riforma è l'abbassamento dei tempi di laurea con il conseguimento di un titolo intermedio immediatamente spendibile nel mondo del lavoro, riducendo di almeno un quadriennio la permanenza media nell'Università dello studente. Ciò è condivisibile ma ci si chiede quanto questa possibilità sia concreta.

L'obiettivo di laurearsi prima, potendo acquisire anche capacità professionali, introduce un triennio che non deve essere visto solo come propedeutico alla laurea specialistica ma un titolo che ha un valore a sé immediatamente utilizzabile, comportando una necessaria ridefinizione ed adeguamento dei tempi e dei percorsi formativi.

È impossibile inoltre ripensare un sistema che ridefinisca la preparazione professionale non avviando contestualmente un ripensamento sugli accessi al mondo del lavoro. Anche questo è un punto importante che per essere affrontato nella sua globalità, deve prevedere anche la partecipazione della componente studentesca e delle associazioni professionali che, secondo il CNSU, hanno legittimità a portare le loro proposte ed esigenze nelle sedi competenti.

Su come verrà poi realizzato il sistema dei crediti formativi, il Consiglio è convinto che centrali siano le esigenze degli studenti. Si afferma in qualche Ateneo l'idea che l'assegnazione dei crediti ai vari corsi vada frettolosamente e semplicisticamente risolta con mero calcolo matematico: numero dei crediti diviso il numero degli esami di profitto. Non si comprende dove finiranno le esigenze di diversificazione e di autonomia tra gli atenei. Il CNSU si batterà quindi a maggior ragione se l'assegnazione dei crediti verrà delineata rispetto al "peso politico" dei docenti ed agli equilibri interni negli atenei.

Si ritiene che maggiore debba essere il ruolo degli studenti nella definizione del proprio percorso formativo e sembra davvero sbagliato assegnare alla scelta degli studenti solo nove crediti su totali centottanta, senza assicurare peraltro l'effettiva libertà di gestione degli stessi.

Un'ulteriore esigenza che si avverte è che sia garantita la mobilità degli studenti agevolando lo spostamento da un ateneo ad un altro e da un percorso formativo ad un altro senza perdere ciò che si è acquisito.

Preoccupa inoltre quanto specificato dall'articolo 6 dello schema di D.M. in esame che allo stato attuale non definisce idonee garanzie per gli studenti iscritti. Allo stesso modo non è chiaro come gli studenti potranno recuperare i debiti formativi accumulati all'ingresso e durante il percorso degli studi. Pertanto si ritiene necessario che venga costruito un sistema ben definito che detti modi e tempi compatibili con le effettive esigenze degli studenti.

È evidente inoltre che non si può ritardare ulteriormente la ricerca di una soluzione ai problemi relativi agli studenti lavoratori, agli studenti non frequentanti ed agli studenti stranieri, date le loro specifiche esigenze all'interno del mondo universitario.

Il Consiglio ritiene inoltre che una completa riuscita del percorso riformatore non possa essere slegata dalla rivisitazione dello stato giuridico della docenza universitaria.

Per tali ragioni il C.N.S.U. esprime forti perplessità su numerosi aspetti della riforma pur ritenendone giusti i principi ispiratori.

IL SEGRETARIO

f.to Paola Gironi

Il PRESIDENTE

f.to Tommaso Agasisti

Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

LEGGI LA NOTIZIA