Audizione dei sindacati dell'università presso la VII Commissione del Senato sul DDL Gelmini
Incomincia l'iter parlamentare di discussione del Disegno di Legge sull'Università.
Oggi, 26 gennaio, la VII Commissione del Senato ha convocato tutte le organizzazioni ed associazioni rappresentative dell’Università per un primo confronto sui contenuti del DDL Gelmini. Nel corso della lunga audizione è stata rappresentata alla Commissione, presieduta per l’occasione dal relatore del provvedimento Sen. Valditara, una mole di osservazioni e richieste di emendamento su tutti i titoli e paragrafi del provvedimento.
Le organizzazioni si sono presentate con un documento unitario che costituisce il riferimento minimo su cui tutte si ritrovano, e che mette in luce il dissenso sui principali punti oggetto del provvedimento. Ogni organizzazione ha poi sviluppato proprie specifiche richieste ed osservazioni. La FLC Cgil, rappresentata dal Segretario Nazionale Marco Broccati, ha particolarmente insistito su una critica di impianto del DDL, inquadrato in uno scenario di tagli al finanziamento che ripropongono lo schema ormai usurato di riforme epocali fatte in assenza di risorse (ben 16 volte ricorre nel testo il vincolo a costi zero per il bilancio statale); caratterizzato da un approccio centralistico che si pone in stridente contrasto con il processo di autonomia universitaria, e con i processi di federalismo diffuso nell’insieme delle Istituzioni, nel quale lo stesso Miur viene messo sotto tutela dal Ministero dell’Economia; connotato da un eccesso di delega diffusa e senza vincoli, su materie delicate come il diritto allo studio e lo stato giuridico della docenza. Un accanimento normativo minuziosamente prescrittivo che riecheggia lo stile di governo burocratico ed impotente di qualche decennio fa.
E’opinione della FLC che la Commissione ed il Parlamento dovrebbero in primo luogo affrontare e risolvere tali nodi di impianto, prima di entrare nel pur necessario passaggio degli emendamenti di dettaglio. Nel merito la FLC ha riassunto i principali punti di contrarietà al DDL, tra i quali si evidenziano soprattutto i seguenti:
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un’impostazione del modello di governo degli Atenei gerarchico ed autoritario, che risolve il difficile nodo della partecipazione e della democrazia alla radice, semplicemente cancellandolo;
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la facile previsione che il nuovo modello di reclutamento basato sull’idoneità nazionale e sui concorsi locali, in assenza di meccanismi di valutazione, darà luogo ad una stagione di ulteriore assenza di trasparenza nel reclutamento;
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l’inaccettabile previsione per i ricercatori che, oltre alla messa ad esaurimento e all’assenza di qualsiasi riconoscimento, vengono rinchiusi in un recinto da cui sarà impossibile uscire, per effetto della carenza di risorse e di concorsi ad associato;
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la conferma integrale del precariato esistente, che non solo non viene affrontato, ma cui si aggiunge una nuova fattispecie a tempo determinato.
Il nuovo Ricercatore a T.D. diventa diretto concorrente dei precari e dei Ricercatori attuali, e nella formulazione del DDL prefigura una nuova presa in giro, perché non esiste alcun vincolo, dopo il tempo determinato, al reclutamento. Altro che tenure track, altro che merito e trasparenza.
Il Sen. Valditara ha concluso l’audizione dichiarando che, della mole di osservazioni prodotte, diverse erano già oggetto di intenzione emendativa della Commissione. L’impressione è che proprio sul terreno degli emendamenti e correzioni possibili si giochi la volontà della Commissione, nella parte di maggioranza, di porre rimedio alle crepe più evidenti del DDL. Le questioni di impianto non sono state raccolte nella risposta, ed è probabile che non sia nelle intenzioni una riscrittura in profondità che le risolva. Per quanto ci riguarda insisteremo nel porre in evidenza le contraddizioni politico-programmatiche del testo, e al tempo stesso ci metteremo in condizione di intervenire nel merito dei singoli punti già dalla prossima riunione, prevista per il 2 febbraio.
Roma, 26 gennaio 2010
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