AFAM: il Ministero continua ad ignorare il confronto con i Sindacati rappresentativi, gestendo i provvedimenti legislativi in maniera autoreferenziale
Ignorata anche la reiterazione della richiesta unitaria di incontro al Ministro.
Per il settore AFAM la Legge di Bilancio per il 2018 ha rappresentato una svolta importante: ben 2 commi dell’art.1 (654 e 655) sono dedicati al superamento del precariato, mentre un altro, il 656 assegna il processo di statizzazione, previsto dalla legge 96/2017, a tutti gli ex Istituti musicali pareggiati e Accademie storiche.
Riconoscere la necessità di adottare provvedimenti finalizzati a superare il problema del precariato attraverso processi di stabilizzazione, significa garantire la continuità didattica e l’ordinario funzionamento delle Istituzioni AFAM, ed è al tempo stesso uno straordinario riconoscimento al ruolo di queste istituzioni nel panorama dell’arte mondiale.
Salvaguardare, attraverso la statizzazione, il patrimonio che rappresentano gli ex Istituti musicali pareggiati e le Accademie storiche nei contesti locali che li accolgono, vuol dire garantire a quel contesto una opportunità formativa di considerevole rilevanza.
La concreta gestione di questi 3 commi non ha visto la partecipazione del Sindacato se non in una fase iniziale, connotandosi l’Amministrazione come autoreferenziale ed approssimativa.
Ad esempio la costituenda graduatoria denominata 205 (a cui possono partecipare i precari delle graduatorie di istituto con tre anni di servizio) è stata accompagnata dal MIUR solo da ultimo con una serie di Faq di chiarimenti, ormai scontati al termine dei tempi previsti dal bando. Cosa altrettanto grave è l’aver chiarito soltanto il 1 ottobre, a 3 giorni dalla scadenza del bando, sul sistema on line, le modalità di chiusura delle domande, a fronte di difficoltà per gli aspiranti che perduravano da giorni.
Abbiamo accolto con piacere la proroga dei contratti precari in essere al 31 ottobre 2018, ma se la stragrande maggioranza di quei contratti potrà essere stabilizzata, perché il Ministero non discute con le Organizzazioni sindacali delle modalità con cui quelle stabilizzazioni potranno essere attuate?
Il tema della statizzazione degli ex Istituti Musicali pareggiati e delle Accademie storiche è affrontato con chiarezza dalla legge di Bilancio, in perfetta sequenza con la legge 96/2017. Siamo in attesa dei decreti attuativi, con i criteri di riparto dei fondi che entro il 2020 serviranno per completare il processo di statizzazione.
Ad oggi abbiamo solo notizie informali su questi decreti, senza aver avuto la possibilità di uno scambio negoziale. Per la FLC CGIL tutti gli Istituti devono giungere alla statizzazione, perché i problemi economici di alcuni di essi dipendono dal destino dei Bilanci degli Enti locali e non è giusto che a pagare sia la cultura del territorio e il futuro professionale del personale che in alcune situazioni vive anche il dramma del mancato pagamento degli stipendi.
I criteri di riparto dei fondi stanziati devono garantire equità di trattamento fra le istituzioni, ma sui tempi si può discutere. Non vorremmo dare la carota all’asino quando è già morto.
La FLC insieme ai sindacati del settore in meno di un mese ha scritto ben 2 volte al ministro per chiedere un incontro, ad oggi nessuna risposta. Ma non ci fermeremo, perché la trasparenza degli atti pubblici è il vero cambiamento politico.
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