AFAM: il Consiglio dei Ministri vara il Regolamento sul reclutamento. Un provvedimento deludente e problematico
Non ci sarà nessuna abilitazione artistica nazionale. Il caos è servito.
Il Consiglio dei Ministri nella seduta del 31 luglio ha approvato in seconda lettura il Regolamento che disciplina le procedure e le modalità per la programmazione e il reclutamento del personale docente e del personale amministrativo e tecnico del comparto AFAM.
Il testo ufficiale non è stato ancora reso noto, ma possiamo anticipare che non sono state accolte alcune delle principali richieste che sono venute da tutte le componenti di questo settore e dalle Commissioni parlamentari. In particolare non sarà introdotta alcuna abilitazione artistica nazionale e, conseguentemente, non sarà rivista l’attuale organizzazione dei settori artistico disciplinari.
Il provvedimento, che entrerà in vigore a partire dall’anno accademico 2020/2021, prevede un intreccio tra nomine dalla graduatorie nazionali (non meno del 35% e non più del 50% del budget per le assunzioni a tempo indeterminato) e procedure di reclutamento locale. Conseguentemente l’onere del nuovo reclutamento ricadrà tutto sulle istituzioni che nella maggior parte dei casi non hanno personale sufficiente per poter gestire procedure tanto complesse quanto soggette a contenziosi senza fine. Le procedure locali prevedono preliminarmente, l’analisi dei titoli e una successiva prova didattica a cui parteciperanno i candidati che ottengono almeno 25 punti nella valutazione dei titoli. Per fare tutto questo si rende obbligatoria la partecipazione dei docenti alle commissioni di esami senza alcun compenso, i quali potrebbero essere impegnati nell’analisi della documentazione artistico-professionale e nella valutazione della prova didattica dei candidati che, per i settori artistici più grandi, potrebbero avere tempi lunghissimi. Più che un regolamento sul reclutamento si delinea di fatto un autentico disimpegno del MIUR in una fase di passaggio davvero importante per l’AFAM.
Davvero incredibile è l’introduzione di una norma sul divieto di reiterazione dei contratti a tempo determinato oltre i tre anni: il governo che ha abrogato una analoga norma prevista per la scuola dalla Legge 107/15 (il comma 131 cancellato dal Decreto dignità), la introduce nell’AFAM senza prevedere nessuna procedura di stabilizzazione!
Consideriamo invece positivi il fatto che partono le procedure per il superamento della seconda fascia e la definizione di un decreto sui costi dei contratti atipici, materia quest’ultima che la FLC CGIL chiederà di affronterà nella prossima stagione contrattuale.
Il testo dovrà essere firmato dal Presidente della Repubblica, registrato dalla Corte dei Conti e infine pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Torneremo con analisi più puntuali una volta conosciuto il testo definitivo.
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