Vertenza organici, l'iniziativa della FLC Cgil nelle regioni. Aggiornamenti dal Lazio, dalla Lombardia e dalla Sardegna
Il quadro della situazione nei territori.
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Nei primi giorni di aprile abbiamo dato notizia della pubblicazione del Decreto Interministeriale relativo agli organici del personale docente della scuola per il prossimo anno scolastico.
L'entità dei tagli che da mesi abbiamo denunciato è emersa in tutta la sua drammaticità: più di 42.000 docenti in meno e oltre 20.000 lavoratori precari non avranno più un posto di lavoro né uno stipendio. Il personale ATA riceverà un colpo ancora più duro e indiscriminato: 45.000 posti di lavoro in tre anni (già dal prossimo anno ci saranno 15.000 posti in meno e almeno 8.000 lavoratori precari saranno licenziati in tronco).
In questi giorni, in tutte le regioni e province l'amministrazione sta convocando i sindacati per fornire il quadro dettagliato delle ricadute dei tagli previsti dai provvedimenti del Governo. A fronte di organici del tutto insufficienti per rispondere alle richieste delle famiglie e alle reali esigenze della scuola si intensifica la protesta e la mobilitazione sul tema degli organici, oltre alle iniziative contro il licenziamento dei precari.
In questo spazio terremo aggiornati i nostri lettori su quanto sta accadendo nelle diverse regioni. Cominciamo con la Basilicata, la Calabria, la Campania, l'Emilia Romagna, il Lazio, la Lombardia, le Marche, la Sardegna, la Sicilia e il Veneto.
Roma, 11 maggio 2009
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Basilicata
In Basilicata, la riduzione di posti per l'a.s. 2009/2010, pari a 727 posti, tiene conto della sola diminuzione della popolazione scolastica, senza prendere in alcun esame le particolari condizioni socio-economiche ed orografiche, e della riorganizzazione delle attività didattiche nella primaria e scuola media inferiore. Dei 727 posti in meno, 602 tagli si realizzeranno in organico di diritto e 125 in organico di fatto di cui 53 di sostegno e 72 della seconda lingua comunitaria.
La scuola lucana già messa a dura prova dai precedenti e continui tagli esercitati negli anni precedenti, dovrà subire un ulteriore attacco in quanto: le numerose e piccole comunità lucane rischieranno di perdere l'istituzione scolastica quale unico presidio culturale della comunità; l'offerta formativa del tempo pieno o prolungato che le famiglie lucane hanno scelto non troverà riscontro a seguito della mancata assegnazione dei posti in grado di garantirne l'attivazione.
La FLC Cgil della Basilicata invita le istituzioni e i rappresentanti della società civile e imprenditoriale a prendere atto che, l'applicazione del Decreto interministeriale sugli organici comporterà la riduzione del 7% dell'attuale contingente tanto da compromettere l'assetto della scuola lucana pregiudicando così l'effettivo esercizio del diritto allo studio che determinerà oltre al disagio del personale di ruolo, un vuoto occupazionale del personale precario. È stata anche avviata una protesta telematica con l'invio di messaggi e-mail che contestano la pesante riduzione degli organici, che rischia di consegnare la regione ad un "inaccettabile arretramento civile e culturale".
Calabria
In questa regione l'organico di diritto per l'anno scolastico 2009/2010 è di 28.616 docenti. Questi, invece, i numeri di posti che saranno tagliati nei diversi ordini di scuola: scuola primaria, -567; scuola secondaria di primo grado, -624; scuola secondaria di secondo grado, -765.
Dopo l'informativa ricevuta l'8 aprile, le Organizzazioni sindacali regionali hanno unitariamente richiesto un tavolo concertativo perché assolutamente non soddisfatte delle modalità dell'incontro e delle prime risposte ricevute e fortemente preoccupate perché le richieste dell'utenza rischiano di essere grandemente disattese.
I sindacati hanno convenuto per la definizione di una "Piattaforma Calabria per la scuola" che rilanci i seguenti obiettivi: 1) determinazione di organici per una scuola pubblica di qualità, che soddisfi le richieste delle famiglie; 2) assunzione del personale precario, docente e ATA, su tutti i posti vacanti; 3) ammortizzatori sociali per coloro che con il prossimo settembre non saranno riassunti in servizio; 4) corresponsione alle istituzioni scolastiche autonome di risorse finanziarie giuste, certe e tempestive; 5) maggiore attenzione all'edilizia scolastica.
Su questi obiettivi viene rilanciata la mobilitazione diffusa di tutta la categoria unitamente a genitori e studenti con incisive forme di lotta e coinvolgimento della "Società Responsabile". I sindacati, inoltre, chiedono da subito, una assunzione di responsabilità e di impegno della classe politica calabrese per azioni concrete nei confronti del governo nazionale affinché riveda i tagli agli organici ed alle risorse finanziarie. Al presidente Loiero, ai parlamentari calabresi, ai rappresentanti dell'U.P.I. E dell'A.N.C.I. si chiede un confronto urgente al fine di condividere gli obiettivi della "Piattaforma Calabria per la scuola".
Campania
Lunedì 20 aprile la Direzione Scolastica Regionale per la Campania ha terminato la definizione dell'organico docenti della scuola primaria. I tagli in Regione ammontano a 1.844, pari al 18,50 per cento dell'intera riduzione nazionale. Le decurtazioni sono così ripartite tra le province: Avellino -146, Benevento -73, Caserta -327, Napoli -907, Salerno -391. Il taglio effettuato non è giustificato dal calo degli alunni, il cui numero è pressoché rimasto invariato: -2.200 su circa 300.000.
Per rientrare nei tetti stabiliti dal MIUR, la Direzione taglia 329 classi, innalza il numero di alunni per classe, riduce i posti di lingua straniera e accorpa le classi, in molti casi senza tenere conto della capienza delle aule, delle condizioni di sicurezza igienico-ambientale e strutturale degli edifici scolastici, non rispettando le stesse norme per la definizione degli organici e la formazione delle classi. Si ritorna al passato con la ricostituzione delle pluriclassi.
Non viene data risposta alle richieste di tempo scuola delle famiglie, che al 97 per cento hanno chiesto tempi lunghi di apprendimento: non si potenzia il tempo pieno, le cui classi sono poco più del 5 per cento, con le richieste che arrivano al 12 per cento. L'organico così definito necessiterebbe di altri 1.500 posti per soddisfare le opzioni delle famiglie.
La scure dei tagli si abbatte su di una rete scolastica già molto debole. Si rischia di condannare definitivamente all'arretratezza la regione Campania e l'intero Mezzogiorno d'Italia, allontanando la possibilità di sviluppo, anche in considerazione della pesante crisi economica che richiederebbe scelte completamente diverse, come quella di investire sulla formazione pubblica, potenziandone la qualità.
Tutto ciò non può passare sotto silenzio e necessita la consapevolezza dell'intera società. La lotta per la difesa della scuola pubblica deve continuare con il coinvolgimento dei lavoratori, anche di altri settori, delle associazioni, dei genitori, delle amministrazioni locali. La nostra iniziativa prosegue venerdì 24 aprile alle ore 16, con assemblee in tutte le province del personale docente ed ATA della scuola primaria, alle quali sono invitati gli altri soggetti interessati. Vai al comunicato stampa.
Emilia Romagna
In Emilia Romagna FLC Cgil, CISL Scuola e SNALS, contestano fermamente gli effetti sugli organici regionali della scuola. In un comunicato unitario, le organizzazioni sindacali ritengono che "si debbano mettere in atto misure forti di contrasto rispetto a decisioni che, se confermate, porranno la scuola regionale in situazione di assoluta precarietà e impoveriranno la qualità dell’offerta formativa". Per queste ragioni, viene avanzata la richiesta di "riapertura della trattativa con il Governo per rivedere complessivamente gli organici della scuola, anche a fronte della richiesta di tempo scuola espressa dalle famiglie e dell’aumento, nella nostra regione, della popolazione scolastica".
In questa regione, la drammaticità della situazione è anche sottolineata dal fatto che mentre per la scuola materna (senza tagli) e per la scuola primaria (-275 docenti), l'USR ha provveduto alla ripartizione per province, la stessa suddivisione è ancora tutta da definire per la secondaria di I e II grado. Si conoscono però i tagli complessivi che saranno per il prossimo anno scolastico di 1637 posti in meno per tutti gli ordini di scuola!
Questi gli obiettivi al centro dell'iniziativa sindacale: garantire una scuola pubblica di qualità; dotare le istituzioni scolastiche delle necessarie risorse umane, professionali e finanziarie, senza le quali la parola "autonomia" rischia di diventare uno slogan del tutto privo di significato; garantire la sicurezza di studenti e lavoratori della scuola; risolvere finalmente il problema del precariato.
Su questi obiettivi, i sindacati promuoveranno la "mobilitazione non solo del personale della scuola e dei genitori, ma anche di tutte le forze sociali interessate allo sviluppo del Paese. Richiedono inoltre un intervento forte e puntuale delle forze politiche, degli Enti Locali e della Regione, che non possono dirsi estranei alle sorti della scuola statale, che tanta parte è dello sviluppo democratico e sociale del nostro territorio".
Lazio
La dotazione organica del personale docente per l'a.s. 2009/2010 assegnata dal MIUR al Lazio conferma che anche in questa regione siamo di fronte, di fatto, ad una riduzione dell'offerta formativa ed una contrazione del tempo scuola, ad una consistente perdita di personale docente e alla creazione di nuovi disoccupati. Questo il comunicato unitario relativo all'incontro del 7 maggio con il Direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale relativo all'informativa sugli organici del personale docente della scuola media e secondaria superiore laziale.
Per quanto riguarda la scuola primaria l'Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio ha operato una ripartizione della dotazione organica, per le varie province, senza un confronto di merito con le Organizzazioni sindacali e addirittura senza un confronto preventivo con la Regione Lazio e gli Enti Locali, prescritto dalla circolare del Ministero n. 38 del 2 aprile 2009. I sindacati hanno dovuto prendere atto della ripartizione effettuata, con i seguenti tagli agli organici: Frosinone - 223, Latina - 130, Rieti - 97, Viterbo - 48, Roma - 607. Complessivamente la riduzione, per la sola scuola primaria, ammonta ad una perdita di 1.105 posti.
Tali tagli produrranno una modifica dell’organizzazione didattica della scuola con la riduzione del tempo scuola e delle compresenze non dando così risposte alle richieste delle famiglie, le cui scelte hanno sconfessato la "riforma Gelmini" della scuola primaria. Inoltre, ci sarà un incremento del numero di alunni per classe con il rischio del mancato rispetto dei parametri di sicurezza nella formazione delle classi. La FLC Cgil di Roma e del Lazio invierà una nota ai Presidenti di Provincia, ai Sindaci e ai Comandi dei Vigili del Fuoco affinché verifichino il numero massimo di alunni che le scuole possono contenere.
Lombardia
La Confederazioni di CGIL, CISL e UIL e GILDA UNAMS regionali e FLC Cgil, CISL e UIL scuola, Gilda Lombardia nel condividere un insieme di obiettivi unitari hanno promosso nella giornata venerdì 8 maggio presso la Camera del Lavoro di Milano una partecipata conferenza stampa che ha visto presenti testate nazionali di giornali e televisioni. Nell’occasione, le Organizzazioni sindacali hanno presentato le caratteristiche della mobilitazione regionale in difesa della scuola pubblica e della sua qualità.
Le informative ricevute dall’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia evidenziano: una riduzione di ben 4.853 posti docente; una riduzione di 2.008 posti di personale non docente; un totale complessivo di tutte le scuole lombarde di residui attivi nei confronti dello Stato pari a euro 200.392.422,10.
I sindacati, a fronte di questa situazione, hanno predisposto una serie di mobilitazioni che vedono come destinatari in primo luogo il Governo e poi la Regione Lombardia per quanto attiene alle responsabilità istituzionali derivanti dal nuovo titolo V° della Costituzione.
Leggi il testo completo della notizia sul sito della FLC Cgil Lombardia.
Marche
Anche in questa regione, nell'incontro del 14 aprile, è stato confermato il pesantissimo taglio agli organici con 927 posti di docenti in meno di cui 826 in organico di diritto e i rimanenti 101 in organico di fatto. Se si aggiunge l'ulteriore taglio per il personale ATA di 450 unità, si arriva a cifre insostenibili: circa 1.400 posti in meno nelle Marche! Nessuna provincia viene risparmiata: i posti in meno saranno 276 ad Ancona, 324 ad Ascoli Piceno, 167 a Macerata e 160 a Pesaro e Urbino.
Tutti gli ordini di scuola vengono falcidiati: i tagli più pesanti saranno nella scuola primaria (-348) dove l'Ufficio Scolastico Regionale "per far quadrare i conti" ha deciso di andare oltre i tagli previsti dai provvedimenti del ministro Gelmini. Analogamente avviene nelle scuole medie (-379) dove i tagli già pesantissimi vengono ulteriormente incrementati. Nelle superiori, già al collasso, il tagli (-200) renderanno difficile rispondere alle scelte dei ragazzi e al loro diritto alla prosecuzione degli indirizzi scelti. Nella scuola dell'infanzia non sono previsti tagli, ma le lunghe liste d'attesa continuano ad aumentare e le richieste delle famiglie vengono disattese.
Le Organizzazioni sindacali chiedono all'Assessore all'Istruzione l'immediata convocazione del Tavolo Regionale per la Scuola per affrontare la drammaticità della situazione e contestualmente invitano il Consiglio e il Presidente della Regione a sostenere tutte le azioni possibili a difesa e valorizzazione della scuola pubblica marchigiana.
Pienamente riuscita la manifestazione unitaria che si è svolta il 16 aprile. Circa un centinaio i manifestanti al colorato e rumoroso presidio davanti all'Ufficio Scolastico Regionale delle Marche. Tra docenti, ata, genitori e precari, anche l'Onorevole Letizia De Torre, ex Sottosegretaria alla Pubblica Istruzione nella precedente legislatura, Stefania Benatti, Assessore Regionale all'Istruzione, Adriana Mollaroli, Consigliera Regionale e Presidente della Commissione Cultura, e Maurizio Quercetti, Assessore all'Istruzione della Provincia di Ancona. Gli slogan dei cartelli appesi al collo dei manifestanti esprimevano chiaramente le preoccupazioni di tutti: "che fine fanno i 3.318 docenti i 2.265 Ata precari nelle Marche?", "dov'è finito il raddoppio del tempo pieno?", "chi garantisce i diritti dei bambini e dei ragazzi?", "come si possono mettere 30 bambini in aule che ne contengono 25?" e tantissimi altri.
Sardegna
Mentre si approssima a gestire le operazioni relative agli organici delle scuole secondarie di II° Grado e della scuola dell'Infanzia, la Direzione Scolastica Regionale comunica ai sindacati che quelle per la scuola primaria si sono concluse. I risultati? A fronte dei 6.065 posti riconosciuti dal Ministero alle scuole elementari della Sardegna, l'Ufficio Scolastico Regionale, con l'operato dei 4 Uffici Provinciali, ha utilizzato soltanto 5960 posti. Dunque "aggiunge" al taglio di 374 posti già operato dal Ministero un taglio proprio di altre 105 unità di personale. L'operazione sulle elementari, già disastrosa per gli effetti prodotti dalla colossale riduzione del tempo scuola (dalle ordinarie 30 ore a 27/24 settimanali), dall'introduzione del maestro unico, dalla eliminazione delle compresenze, viene ulteriormente aggravata dall'accanimento della Direzione Scolastica Regionale.
È chiaro che non è stata accolta la richiesta delle famiglie di maggior tempo scuola o di tempo pieno, sono state costruite molte pluriclassi (bambini di varie età stipati in una classe unica), si è dato luogo ad un eccesso di classi sovraffollate al massimo di legge. A nulla vale dire che tali posti saranno spalmati sugli altri gradi di scuola e non "restituiti" al Ministero. Inoltre ci viene il fondato sospetto che questo "tesoretto" fatto sulla pelle delle elementari e messo da parte serva per recuperare situazioni ancor più insostenibili, che esploderanno di qui a poco, delle medie e delle superiori.
La FLC Cgil della Sardegna sottolinea anche l'approssimazione con cui si stanno gestendo le operazioni sugli organici e la assoluta carenza di informazioni, in aperta violazione anche delle prerogative sindacali. Assordante il silenzio dell'Assessore Regionale alla Pubblica Istruzione sulla partita degli organici, sulla distruzione di lavoro pubblico buono, a peggiorare peraltro la situazione drammatica della grande sacca di precariato scolastico in Sardegna. Per questi motivi, per la FLC Cgil della Sardegna la prima battaglia da fare per tutelare i diritti dei precari è quella in difesa degli organici.
Sicilia
Il 9 aprile i sindacati hanno ricevuto l'informativa sugli organici della scuola dell'infanzia, primaria e sostegno per l'anno scolastico 2009/2010. La situazione prospettata è disastrosa per i tagli al personale precario e con un esubero regionale che complessivamente in Sicilia si aggirerà sui 700 posti di personale di ruolo già depurato dei pensionamenti.
Smentite nei fatti le promesse circa il rispetto delle richieste delle famiglie. Alla Sicilia non si assegna nemmeno l'organico necessario a coprire i posti dettati dal nuovo ordinamento: mancato accoglimento di 1284 richieste delle famiglie sul tempo pieno a 40 ore e sull'80% delle richieste per il modello tempo scuola a 30 ore.
Non ci rassegniamo all'ineluttabilità delle decisioni che riguardano la scuola siciliana e per questo richiamiamo alle proprie responsabilità le istituzioni regionali, gli enti locali e i partiti politici affinché ognuno intraprenda le necessarie iniziative per dare risposta ai bisogni della scuola siciliana, alle richieste degli alunni, delle famiglie e dei precari della scuola.
Anche per questo, la FLC Cgil Sicilia ha organizzato una manifestazione regionale il 17 aprile, davanti la Presidenza della Regione.
Alle ore 10.00 hanno cominciato ad affluire da tutte le province siciliane i manifestanti. Intorno alle ore 12 una delegazione è stata ricevuta dall'assessore regionale alla Pubblica Istruzione, Antonello Antinoro. All'assessore è stato consegnato un dossier sui tagli nei comparti della scuola, università e ricerca e un documento con le richieste della FLC Cgil.
I dati sui tagli sono stati presentati al rappresentante del Governo Regionale così come le richieste per garantire il diritto allo studio degli studenti siciliani e per impedire un autentico dramma sociale per i lavoratori che saranno praticamente licenziati. L'Assessore, per conto del Governo, ha assunto impegni per un intervento presso il governo nazionale per rivendicare parità di trattamento delle famiglie siciliane rispetto al tempo scuola ed ha annunciato il finanziamento di un " progetto Conoscenza", con risorse a vario titolo, che dia risposte ai precari della scuola attraverso un protocollo Stato-Regione.
La FLC Cgil Sicilia e la CGIL Sicilia saranno ancora impegnate, al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori, per stimolare il governo regionale a mantenere gli impegni assunti e per determinare le condizioni per una inversione di rotta sulle politiche del governo nazionale.
Veneto
I dati forniti dall'Ufficio Scolastico Regionale del Veneto, in sede d'informativa ai sindacati nella giornata del 9 aprile, confermano che anche in questa regione siamo di fronte ad una consistente perdita di personale che, inevitabilmente, porterà ad una forte riduzione dell'offerta formativa, ad una contrazione del tempo scuola, alla creazione di nuovi disoccupati.
Per limitarci ai soli docenti e dirigenti scolastici, la riduzione sarà di 2.237 posti (779 nella scuola primaria, 916 nella scuola secondaria di primo grado, 532 nella secondaria di secondo grado, 10 dirigenti scolastici). E gli organici del personale ATA? Non si hanno dati certi, ma è possibile prevedere che la riduzione sarà altrettanto pesante: 1109 i posti tagliati.
Non si daranno risposte adeguate ai genitori e agli alunni. Le richieste di un maggiore tempo scuola (fatte dalle famiglie) sono in forte aumento, dimostrazione che nei fatti il modello di scuola fatto sull'insegnante unico è stato sonoramente bocciato anche in Veneto: + 615 è la differenza tra il totale delle classi a tempo pieno (richieste delle famiglie) per l'anno scolastico 2009/2010 (2204) e quelle dell'anno in corso (1589).
La FLC Cgil del Veneto critica fortemente il maldestro tentativo di scaricare sulla scuola pubblica italiana la crisi economica del Paese e proseguirà nel suo impegno per contrastare una politica che intende far cassa sulla pelle dei lavoratori della scuola, sugli alunni e sulle loro famiglie.
La FLC Cgil di Venezia ha dato appuntamento per un presidio davanti alla sede USP di Mestre per il giorno 21 aprile, che si è svolto al termine di un'affollata assemblea all'istituto Gritti. Alla protesta hanno partecipato le famiglie, i rappresentanti degli Enti Locali, l'assessore all'educazione della provincia di Venezia Andrea Ferrazzi. Una delegazione è stata ricevuta dal dirigente dell'USP dott. Martino, che ha assicurato che verranno garantite tutte le 27 nuove classi a tempo pieno richieste dalle famiglie. Il dott. Martino ha anche affermato che nella formazione delle classi si terrà conto degli eventuali problemi di sicurezza documentati dai dirigenti scolastici e che l'USP di Venezia è come sempre disponibile alla più ampia informazione e condivisione con i sindacati rispetto alle scelte operate dall’Amministrazione. La FLC Cgil ha apprezzato la disponibilità del dott. Martino, ha espresso soddisfazione per l'esaudimento delle richieste delle famiglie di nuovo tempo pieno, e ha ribadito il proprio totale dissenso rispetto alla dissennata politica di tagli del governo. L'iniziativa proseguirà sugli altri ordini di scuola, con l'obiettivo di difendere insieme i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici della scuola pubblica e la qualità del servizio.
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